Le cantine sociali dell’Alto Adige rappresentano da anni un modello di eccellenza nel mondo del vino italiano. Negli ultimi tempi molte di esse hanno ulteriormente rilanciato, proponendo da più parti nuovi top di gamma, vini curatissimi e ambiziosi, lanciati sul mercato con strategie di marketing aggressive e di buona efficacia. Bottiglie che spesso superano i 100 euro, destinate perciò a un target di clientela che non ha problemi di portafoglio.
Anche la Cantina di Bolzano, che nei nostri assaggi è molto cresciuta in questi anni, ha deciso di intraprendere questo upgrade con il progetto Tal (acronimo di Tradizione Autenticità Longevità), un bianco e un rosso ottenuti da cuvée di diversi vitigni, cru di vigna, selezione dei grappoli, vinificazioni separate e numero ridotto di bottiglie, tremila il rosso e meno di duemila il bianco. Le due nuove etichette sono state presentate nel corso di una serata-evento all’ultimo piano della nuova e spettacolare cantina, con cena gourmet e un azzardato e insidioso accostamento con altri celebri vini, due italiani e due francesi, rigorosamente alla cieca.
Esperimento riuscito? Direi di sì, anche se in particolare sul bianco c’è da lavorare e correggere parzialmente il tiro, almeno se l’intento è quello di gareggiare con le eccellenze del vino mondiale come fanno intendere l’enologo Stephan Filippi e i dirigenti della Cantina di Bolzano.
Ecco dunque le prime impressioni sui due Tal e naturalmente sugli altri vini protagonisti della serata.
I BIANCHI
Tal 1930 2020 – Cantina di Bolzano
69% Chardonnay, 21% Sauvignon, 10% Pinot Grigio
Il TAL 1930 (la data è quella di fondazione della Cantina Santa Maddalena, una delle due che hanno dato vita a Kellerei Bozen) è prodotto da viti di più di 30 anni d’età, cresciute nei migliori siti dei pendii porfirici da Bolzano al Renon, tra 400 e 700 metri d’altitudine. La maturazione è di 12 mesi in piccole botti di rovere e barrique francesi. Poi si passa all’affinamento per 14 mesi in fusti di acciaio prima dell’imbottigliamento.
Naso vegetale, sauvignoneggiante, frutta tropicale, sambuco, pesca. Frutto maturo al palato, dolcezza e morbidezza in un contesto bilanciato dalla mineralità e dallo spessore della materia più che dall’acidità. Sorso piacevole, avvolgente, cui manca un po’ di quella grinta e di profondità che ci si aspetta da un vino di alto livello.
Saint Romain Sous Le Château 2020 – Leflaive
Un vero fuoriclasse, di indiscutibile potenza ed eleganza. Chardonnay in purezza proveniente da una delle zone più rinomate della Borgogna. Le uve vengono raccolte da vigneti allevati su suoli argilloso-calcarei a Saint Romain; dopo la vinificazione viene affinato 12 mesi in barrique. Frutta bianca matura, miele di acacia, agrumi e burro. Il sorso è elegante, ma al tempo stesso robusto, il sale gli regala profondità, è complesso, setoso e ha un finale di notevolissima persistenza. Il mio preferito tra i bianchi della serata.
Cervaro della Sala 2020 – Antinori
Chardonnay con saldo di Grechetto. Dei tre è il più vanigliato, tostato, balsamico, anche qui come nel bianco borgognone bel sale e buona struttura. Bene in persistenza, dove emerge decisamente un frutto colto a perfetta maturazione. Indubbiamente un ottimo vino, che merita di stare in un contesto ambizioso.
I ROSSI
Tal 1908 2020 – Cantina di Bolzano
80% Lagrein, 17% Cabernet, 3% Merlot
Il TAL 1908 (stavolta la data si riferisce alla fondazione della Cantina di Gries) nasce da viti che arrivano a 50 anni di età, cresciute a Gries e San Maurizio, su terreni alluvionali su sottosuolo porfirico, adiacenti al fiume Talvera. La maturazione di 12 mesi avviene in piccole botti di rovere e barrique francesi, affinamento per 15 mesi in fusti di cemento.
Olfatto speziato di pepe e chiodi di garofano, ematico, molto minerale, con frutti di bosco rossi e scuri. Sorso elegante, di buona avvolgenza e armonia, la proverbiale rusticità del Lagrein è in pieno controllo. Ritorni speziati e di ciliegia in un finale pulito, fresco e balsamico. Ottimo vino, già molto a fuoco nel suo pensiero di realizzazione ed in grado di competere senza timore con etichette blasonate.
Pergole Torte 2020 – Montevertine
Sangiovese in purezza. Naso non molto espansivo, un po’ sulle sue, che concede solo dopo una lunga ossigenazione sentori fruttati, balsamici e terrosi. Bocca di impronta leggermente vegetale, buon tannino, fresco, beva più elegante che potente. Al palato emerge, anche alla cieca, la sua natura chiantigiana, ma non è sembrata un’edizione particolarmente riuscita di questo storico e prestigioso rosso della famiglia Manetti.
Pauillac Grand Cru Classé 2020 – Château Lynch Bages
60% Cabernet Sauvignon, 31% Merlot, 5% Petit Verdot, 4% Cabernet Franc
Pure in questo caso la sua origine bordolese si indovina chiaramente anche a bottiglia coperta. È ancora estremamente giovane, limite che a mio avviso i vini di questa zona storica pagano più di altri. Evidente, ad esempio, la parte vegetale al naso, ancora non pienamente riassorbita. Frutta nera e una lieve nota minerale, quasi marina, in fase di fusione. Decisamente meglio in bocca, tannini fitti e fini, sottile acidità, sorso di grande raffinatezza, finale già di buona lunghezza con le note minerali e saline che si soffermano a lungo. Dà la netta sensazione di essere un grande vino in prospettiva.
Nato nel Luglio del 1969, formazione classica, astemio fino a 14 anni. Giornalista professionista dal 2001. Cronista e poi addetto stampa nei meandri dei palazzi del potere romano, non ha ancora trovato la scritta EXIT. Nel frattempo s’innamora di vini e cibi, ma solo quelli buoni. Scrive qua e là su internet, ha degustato per le guide Vini Buoni d’Italia edita dal Touring Club, Slow Wine edita da Slow Food, I Vini d’Italia dell’Espresso, fa parte dal 2018 della giuria del concorso Grenaches du Monde. Sogna spesso di vivere in Langa (o in Toscana) per essere più vicino agli “oggetti” dei suoi desideri. Ma soprattutto, prima o poi, tornerà in Francia e ci resterà parecchi mesi…
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