È un ideale tratto di matita quello che lega – senza contraddizioni brusche né stridenti salti di pensiero – qui a Neustif, la gloriosa Abbazia di Novacella, il passato profondo, ormai quasi millenario, e lo sguardo curioso e attento sul futuro che guida le scelte di chi ci lavora.
Ultima e intrigante, quella del progetto Insolitus. Palese fin dal nome l’idea di ricavare, nella vasta gamma produttiva della casa (tanti vini ben distribuiti in linee diverse, con la Praepositus come alto riferimento di gamma e qualità) che oltre al vino comprende poi anche calligrafiche incursioni in altre specialità locali uno spazio diverso e di esplorazione.
L’idea, gestita in affiatata sinergia dalla struttura tecnica (leggi Celestino Lucin, enologo di Abbazia) e quella commerciale guidata da Werner Waldboth, è di presentare ogni anno un piccolo numero di etichette a tiratura contenuta (due, tre… dipenderà da andamento del millesimo, opportunità, verifiche, esigenze) che escano dal coro solito della produzione e abbiano ciascuna un particolare valore sperimentale.
L’innalzamento delle temperature, il mutamento climatico e i variegati problemi di maturazione e sanità delle uve che ne conseguono, ad esempio, è uno degli stimoli che ha indirizzato le scelte per la composizione della prima triade di “insoliti” figliocci targati Novacella.
Il primo vino presentato, l’Ohm 2019 Igt (con tanto di simbologia riferita all’unità di misura della resistenza elettrica, qui scelta come metafora universale di resilienza) è un Bronner 100%, una della varietà fondanti del mondo PIWI – acronimo di pilzwiderstandfähige, vitigni resistenti alle malattie fungine – creata in Germania nel 1975 a cura dell’Istituto di Ricerca di Friburgo.
E la prima esperienza fatta qui con un vitigno “resistente” si rivela subito interessante. Allevato nella tenuta di Maklhof, ad Appiano, zona di temperature tendenzialmente più alte rispetto ad altre aree di rifermento in cui opera Novacella, caratterizzato da maturazione tardiva, basso grado d’alcol e acidità spiccata, il Bronner dà convincente prova di sé. Teso (ovviamente fa solo acciaio), netto e limpido al gusto, non stravolge per complessità, ma ha sorso nitido e piacevole insieme.
Altra strada, e altra faccenda, il secondo Insolitus, un classicone – per così dire – atesino. Un Pinot Bianco che gioca la carta pedologicamente opposta al Bronner: quella del vigneto più nordico e tra i più estremi dell’intera zona di produzione regionale. Non a caso il nome scelto è Quota (l’annata è 2018, il vino è un Alto Adige Doc). Balze ripide, terreni morenici, esposizione Ovest-Sud disegnano la matrice di un prodotto che ha insieme energia e struttura, complessità (fermenta in barrique dove sosta un anno prima di passare in vetro) e testura solida e articolata.
Ultimo colpo, per certi versi il più Insolitus ma anche – per altri versi – il più trendy di tutti, visto che Novacella con Hora 2015 si inserisce dritta dritta nel filone, inizialmente esclusivo e financo ostico, ma da un po’ decisamente più da “wine insider”, degli Orange Wines. Sylvaner 100%, uve allevate nel “recinto” adiacente l’Abbazia, fermentazione sulle bucce per una decina di giorni, 24 mesi in rovere da 30 ettolitri e 18 mesi in barrique, più un anno di quiete e assestamento in vetro prima dell’uscita,
Hora merita attenzione e meditato assaggio: non estremo (staremmo per dire: fortunatamente) come altri prodotti similari nella ricerca delle stimmate di categoria, equilibrato nella composizione aromatica, sufficientemente elastico e tutt’altro che cedente al sorso, ha forse (paradosso di questi vini dialettici, che paiono nascere precocemente anziani e poi lungamente giovani) bisogno più di tutti di tempo – ancora un po’ – per dire tutto di sé. Ma quel che si percepisce ne fa già una prova di ampio interesse.
Così come di certo interessante sarà apprezzare il prossimo “giro” di Insolitus che, annunciano i responsabili, sarà – tanto per continuare a stupire – fatto di altre cose, con i suoi ideatori liberi di osare e provare.
Per gli interessati: la linea Insolitus è, per sua natura, caratterizzata da produzione decisamente limitata: 1350 bottiglie per Ohm Bronner 2019, 1700 per Quota Pinot Bianco 2018 e 1500 per Hora Orange Wine. Verranno venduti solo in circuito Horeca. E i prezzi (un bel “giù il cappello” per Novacella!) sono, malgrado impegno e rischi, assolutamente ragionevoli.
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