Quando si parla della Valle d’Isarco con riferimento alla viticoltura si pensa sempre e solo alla parte settentrionale caratterizzata dalla presenza di vitigni come Sylvaner, Veltliner e Kerner.
Raramente si fa riferimento al lato meridionale della Valle dove invece hanno dimora vigneti con varietà come Schiava, Sauvignon e Pinot Bianco.
In occasione del viaggio che ci ha condotto a Merano per il Merano Wine Festival, abbiamo fatto una deviazione per approfondire le nostre conoscenze di questo territorio attraverso la visita dell’azienda Gump Hof.
Siamo stati accolti da Judith Unterholzner che ci ha fatto visitare la cantina ed i vigneti presentandoci l’azienda, nell’attesa dell’arrivo del titolare Markus Prackwieser.
Stiamo parlando di un’estensione di 7 ettari con una produzione di circa 50 mila bottiglie.
Riportiamo dal sito internet dell’azienda:
“Il Maso – (in tedesco maso si dice “Hof”) – Gump, fin dal 1546, sorge lungo la direttrice che nel Medioevo collegava il Nord e il Sud delle Alpi. La sua storia è legata all’eredità di Castel Presule, all’interno del quale splendidi affreschi ricordano le opere dei bardi che narravano di dame, libagioni e caccia, simboli di belle arti e vicinanza alla natura. Ancora oggi il maso mantiene un rapporto di assoluto rispetto verso l’ambiente, coltivando vitigni tipici con metodi tradizionali, e curando ogni singola vite solo con il lavoro manuale. La creazione della nuova cantina, scavata all’interno della roccia della montagna, ha unito passato e presente in una perfetta sintesi.
Markus Prackwieser è il vignaiolo che continua la tradizione della famiglia e della storica tenuta Gump Hof, nata oltre due secoli fa. La passione per la vigna, il dialogo con i colleghi vignaioli e i viaggi alla scoperta delle regioni vitivinicole più importanti del mondo carat-terizzano l’attività di Markus, amante della ricerca e delle sperimentazioni. L’esperienza maturata negli anni, unita alla pazienza e al lavoro in cantina, gli hanno permesso di affinare uno stile personale che riflette la sua filosofia come anche il carattere del paesaggio e del vignaiolo. Ogni suo vino ne racconta una sfumatura.”
Markus è un personaggio unico, nel contempo umile e vulcanico, che ha sempre voglia di migliorarsi. Per questo insieme ad altri due produttori, Christian Plattner (Tenuta Waldgries) e Günther Kerschbaumer (Tenuta Köfererhof), ha costituito un trio vinicolo da più di 10 anni con il fine di confrontarsi continuamente per incrementare continuamente il livello qualitativo (peraltro già altissimo) dei vini delle tre aziende ed organizzare dei viaggi studio insieme soprattutto all’estero (dal Cile a Bordeaux). Peraltro i tre personaggi si trovano in zone diverse dell’Alto Adige, Plattner a S. Maddalena vicino Bolzano in un’area dalle caratteristiche tipicamente mediterranee, Prackwieser sotto il massiccio dello Sciliar (Fiè), mentre Kerschbaumer nella zona più a Nord d’Italia, a Novacella (Bressanone).
Ma veniamo ai vini che ci hanno veramente colpiti. Parliamo di alcuni tra i nostri migliori assaggi del 2019.
Pinot Bianco Praesulis 2018 (affinamento un terzo tonneaux e due terzi acciaio): sentori di spezie, frutta secca, fiori bianchi, pera e mela anticipano una bellissima chiusura minerale e sapida. Il sorso presenta una grande progressione salmastra e marina. 95/100
Pinot Bianco Riserva Renaissance 2015: (1 anno sui lieviti grossi in tonneaux ed 1 sui lieviti fini). Di buona freschezza e richiami minerali (quasi gessosi) e floreali, Ancora risente del passaggio in legno. 88/100
Pinot Bianco Riserva Renaissance 2016 (1 anno sui lieviti grossi in tonneaux ed 1 sui lieviti fini): Una spiccata nota pietrosa e minerale caratterizza l’impatto olfattivo che si arricchisce di ricordi di frutti e fiori bianchi. Complesso, strutturato e persistente. 96/100
Sauvignon Blanc Praesulis 2018 (affinamento un terzo tonneaux e due terzi acciaio): l’eleganza è la cifra stilistica di questo splendido Sauvignon che presenta note di spezie, agrumi ed un finale sapido, minerale e leggermente salmastro. 93/100
Sauvignon Riserva Renaissance 2016 (1 anno sui lieviti grossi in tonneaux ed 1 sui lieviti fini): complesso, ricco di materia e sfumature olfattive con note che vanno dai frutti bianchi alla pietra focaia, dagli agrumi a toni salmastri. Il sorso è progressivo e dinamico, nonostante la materia e la incredibile persistenza. Un vero e proprio capolavoro. 97/100
Schiava (in tedesco Vernatsch) Mediaevum 2018 (acciaio e botte grande). Un vino che il padre di Markus adora e che gioca le sue carte sulla freschezza e sapidità. Il finale è su toni di ciliegia croccante. 88/100
Pinot Noir Praesulis 2017: note speziate, agrumate e floreali anticipano freschezza e dinamicità del sorso ed una chiusura su ricordi di ciliegie ed amarene. 90/100
Pinot Noir Riserva Renaissance 2016: la qualità del tannino è impressionante così come l’eleganza e la lunghezza su toni speziati, di tabacco e di frutti rossi. Non cercate il modello borgognone, secondo noi non è questo, ma è in ogni caso un grandissimo vino con un suo preciso carattere. 96/100
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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