Mamojà è l’associazione dei viticoltori e produttori di vino di Mamoiada, costituita oggi da 70 soci che collaborano per valorizzare e tutelare, attraverso i vini, il territorio di Mamoiada.
Obiettivi
Mamojà nasce per valorizzare e tutelare la viticoltura e i vini di Mamoiada, il territorio (aspetti ambientali, climatici e paesaggistici), in particolare incentivando l’agricoltura biologica; vuole preservare e promuovere gli aspetti culturali legati alla vite e al vino e il patrimonio gastronomico in abbinamento ai vini; vuole divulgare il modello associazionistico Mamojà che incentiva le produzioni locali a perseguire politiche di sviluppo sostenibili per le persone e per il territorio in tutti gli aspetti.
Territorio
Mamoiada è un paese di 2500 abitanti del centro Sardegna, la tradizione vitivinicola è radicata nella cultura locale e i vigneti secolari e quelli più giovani delineano le colline circostanti.
A sostenere questa tradizione sono le 200 Cantine familiari, che producono vino per autoconsumo, e le 33 che imbottigliano regolarmente, per un totale 400.000 bottiglie all’anno. Il territorio di Mamoiada è altamente vocato per la viticoltura: i vigneti sono ad un’altitudine media di 730 m. s.l.m. (soggetti a forti escursioni termiche tra il giorno e la notte), i suoi terreni sono di natura granitica di struttura sciolta e leggermente acidi. A Mamoiada ci sono circa 350 ettari di vigneto, il vitigno più coltivato è il Cannonau (95%) e grazie a dei nuovi impianti, oggi, si sta valorizzando anche la Granazza, un vitigno autoctono a bacca bianca. La forma di allevamento tradizionale è l’alberello basso e le rese sono mediamente tra 20 quintali/ettaro nelle vigne antiche e 60 in quelle giovani. La lavorazione del terreno, nei vigneti antichi è fatta ancora con l’aratro a buoi, nei nuovi impianti, con il trattore, e in entrambi i casi, la rifinitura dei ceppi è fatta manualmente con la zappa. In alcuni vigneti si stanno sperimentando nuove tecniche di inerbimento per tutelare meglio la fertilità del suolo. In generale, le tecniche di lavorazione del terreno utilizzate sono biologiche e rientrano in una visione di agricoltura sostenibile.
Le denominazioni che attualmente ricadono sul territorio di Mamoiada sono: la DOC Cannonau di Sardegna, IGT Isola dei Nuraghi (entrambe possono essere utilizzate in tutto il territorio della Sardegna); IGT Barbagia (ricade in 15 comuni della provincia di Nuoro) e IGT provincia di Nuoro (che può essere usata nella provincia di Nuoro, Ogliastra, Cagliari, Oristano). Non è prevista nessuna sottozona territoriale “Mamoiada”.
L’Associazione Mamojà durante questi anni ha lavorato per far emergere i punti critici di tali denominazioni generaliste, che minimizzano l’importanza del terroir di origine dei vini, e ha indirizzato i suoi soci in modo da preservare e promuovere le peculiarità che rendono unici e riconoscibili i vini di questo territorio.
Cenni storici
Mamoiada, nell 1855, aveva 65 ettari vitati, la vite si è diffusa maggiormente dopo la seconda guerra mondiale negli anni ’50, fino a raggiungere i 420 ettari con la nascita della cooperativa sociale, imposta però con metodo coercitivo dalla Cassa per lo Sviluppo del Mezzogiorno, il che ha portato alla sua crisi nel giro di pochi decenni. I viticoltori non erano abituati, per mentalità, a gestire un’attività con portafoglio e responsabilità comune. Inoltre non si sentivano rappresentati dalla qualità del vino prodotto, non rispondente a quello che avevano incarnato per aromi e sapori e originato da una trasformazione naturale fatta in casa, senza uso di tecnologie spinte o di coadiuvanti in maniera indiscriminata. Il vino della cooperativa era definito dispregiativamente “vino di cantina”, in esso i Mamoiadini non si riconoscevano. Nata nel 1954 la nostra Cantina Sociale è fallita definitivamente. Nel 1980 e in questi anni (soprattutto, dopo i contributi dati per gli espianti) gli ettari vitati sono diminuiti fino ad arrivare a 200. Per altri vent’anni a Mamoiada si è prodotto solo vino sfuso fatto in casa, questo ha cementato ulteriormente il legame della comunità con il vino del territorio, preservandoci dall’era moderna del vino, dalla sua industrializzazione.
Dal 2000 piccole cantine familiari hanno iniziato a rimettere il vino di Mamoiada in bottiglia e in generale, anche in questa fase, il modo di fare il vino non ha subito particolari influenze esterne, si è continuato a fare le fermentazioni spontanee con uso di piccole quantità di solfiti, e questi vini continuano ad essere caratterizzati da una marcata territorialità e genuinità.
Il vino di Mamoiada oggi
Nel 2015, prima della nascita dell’Associazione Mamojà, le Cantine che imbottigliavano il vino erano 3, oggi sono 33, un trend in crescita. Gli ettari vitati sono 350 e si producono circa 400.000 bottiglie, 4 milioni di euro circa di fatturato, un centinaio di posti di lavoro, l’aumento della componente femminile e sopratutto, di giovani che restano a Mamoiada e investono le loro risorse nel territorio (un fenomeno in controtendenza rispetto a molti paesi del centro Sardegna).
I vari movimenti del mondo del vino (quello biologico, biodinamico, naturale in opposizione a quello industriale) hanno incontrato a Mamoiada una realtà arcaica. Il lavoro di tutela e valorizzazione del territorio svolto dall’Associazione Mamojà in questi anni, ha incentivato le Cantine associate (oggi 22) a conservare le tecniche tradizionali-sostenibili di produzione e di trasformazione e, in più, preservare un valore aggiunto che si è disperso in tanti territori: la comunità unita che continua a fare il vino del territorio, un vino identitario, che ama e vive in casa e fa festa, migliorandolo in maniera corale e presentando sul mercato non solo la bottiglia, il produttore o l’aderenza ad un regolamento o ad un movimento, ma un territorio con tutta la ricchezza che contiene nei molteplici aspetti.
Il futuro del vino, crediamo, sarà polarizzato non nelle singole aziende, per quanto capaci di farsi strada e di comunicare, ma in un territorio e in una comunità di vignaioli che è la vera condizione naturale di produzione. I viticoltori e i produttori dell’Associazione Mamojà, il 4 e il 5 Giugno 2022, organizzano la terza edizione di Mamojàda Vives, due giornate all’insegna del vino, del territorio e delle persone di Mamoiada.
Descrizione dell’evento
Mamojàda Vives nasce con l’obiettivo di promuovere il territorio di Mamoiada attraverso i suoi vini. Nella prima edizione, nel 2020, in pieno lock down, abbiamo portato i vini di Mamoiada a casa dei giornalisti, adottato un format completamente digitale, un’iniziativa che era stata pienamente accolta e apprezzata da tutti; nella seconda edizione abbiamo accolto parte dei giornalisti a Mamoiada e altri hanno partecipato in videoconferenza.
Questa terza edizione racchiude tutto lo spirito di Mamojada Vives: la lingua sarda è intrigante e spesso una parola racchiude tanti significati, in questo caso “vives” signica bevi, abita e vivi, Mamoiada.
Perciò quest’anno l’evento si svolgerà interamente a Mamoiada, per vivere un’esperienza completa del territorio, dentro la comunità, con visite ai vigneti e alle cantine, degustazioni e momenti di confronto con i produttori.
In degustazione i vini delle 21 cantine Mamojà, per un totale di circa cinquanta referenze.
Tanti i vini da scoprire, i produttori e le sorprese di questa edizione 2022 che finalmente sarà aperta anche a tutti gli appassionati.
Sabato 4, dopo la degustazione dei vini riservata agli operatori di settore, seguirà un momento di confronto con i giornalisti. Il focus dell’incontro sarà il vino, il territorio e le prospettive di sviluppo.
La sera seguirà la presentazione del progetto “Bioviticoltura territoriale” condotto dall’agronomo Ruggero Mazzilli.
Mamoiada è una realtà vitivinicola unica a livello mondiale:
– 2500 abitanti, 200 cantine familiari, 33 Cantine imbottigliatrici, 22 cantine associate Mamojà che collaborano per la tutela e lo sviluppo del territorio nel rispetto delle persone;
– Si pratica una viticoltura e vinificazione biologica come da vocazione del territorio e dei produttori;
– Si tutela una tradizione vinicola centenaria e un patrimonio culturale di vigneti secolari;
– il paese è in controtendenza allo spopolamento delle zone rurali della Sardegna: i giovani escono per fare esperienze ma poi tornano per creare la propria azienda e fare famiglia;
– Mamoiada non ha una sua Doc territoriale ma l’Associazione Mamojà, con la sua attività e la comunicazione del suo logo, ha fatto sì che nel mondo del vino oggi si parla di “Vino di Mamoiada”;
– Mamoiada è un territorio del vino dove c’è una comunità vitale che ha fatto proprio lo sviluppo territoriale.
Dal 2015 l’associazione Mamojà, con i suoi 70 viticoltori, lavora per tutelare il territorio e la comunità che lo abita, promuovendo un modello di crescita felice, un modello economico che rispetta l’ambiente e le persone, permette uno sviluppo sostenibile per il territorio e la comunità di Mamoiada che c’è ed è viva.
Foto : Mamoiadaturismo
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