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Massolino ed il fascino di Vigna Rionda – VINODABERE – Esperienze nel mondo del vino, della gastronomia e della ristorazione
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Aziende

Massolino ed il fascino di Vigna Rionda

Ci ritroviamo in una brumosa mattina di ottobre in Piazza Maria Cappellano a Serralunga d’Alba.

In realtà bisognerebbe chiamarla, come si vede dall’insegna aziendale, Azienda Agricola Vigna Rionda di Massolino Giovanni, come ci dice Giovanni Angeli, enologo che ci riceve nell’accogliente sala degustazione.

Non può passare inosservata la nuova location produttiva e ricettiva di Massolino.

 

Infatti Giuseppe, il figlio del fondatore Giovanni, rinomina così l’azienda negli anni 60′ dopo l’orgoglioso e laborioso acquisto di una parcella di 3,5 Ettari, nell’omonimo anfiteatro (9 Ettari totali), già all’epoca rinomato.

Completavano la lista delle particelle di possesso dell’azienda agraria i cru di Margheria e Parafada, a cui nel 2007 si è aggiunto il Parussi, in località Castiglione Falletto.

Durante la visita alle cantine, sempre l’enologo Giovanni Angeli, ci spiega la teoria che li ha indotti al principale utilizzo del cemento(vetrificato), sia per l’invecchiamento sia per lo stoccaggio, elencando le qualità di tale materiale tra cui spicca la “neutralità”, rispetto a materiali come l’acciaio, che seppur meglio manutenibili, “soffrono” di cariche elettrostatiche, che mal influenzano il vino, in fase di invecchiamento.

Oggi l’azienda agricola, condotta da 3 dei 6 figli di Giuseppe, uno dei fondatori del consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco, consta di 42 ettari coltivati principalmente a Nebbiolo, con appezzamenti di alcuni ettari “fuori-zona” rispetto a Serralunga(Est), posti a Castiglione Falletto(Ovest) ed anche a Monforte d’Alba , per una produzione che ammonta anche in base all’annata a circa 300.000 bottiglie di cui 90.000 diventano Barolo, così suddivisi: 60-70.000 di Barolo “base” , 7-8.000 di Vigna Rionda, il resto Margheria, Parafada e Parussi. Il resto della produzione è composto da Barbera, Dolcetto, Langhe Nebbiolo, Langhe Chardonnay e Moscato d’Asti.

Giovanni Angeli

 

L’eta delle viti di Vigna Rionda varia tra i 30 ed i 40 anni, e trovandosi in un anfiteatro gode di un microclima protetto dalle gelate; il terreno, ci spiega, vede una stratificazione di argille che conferiscono acidità, presenza di ferro e manganese che contribuiscono alla struttura ed equilibrio e la presenza di calcare nel terreno che apporta potenza ai Barolo ricavati dal Nebbiolo impiantato in questa parcella, che costituisce 2,5 dei 3,5 Ettari.

Dopo aver seguito la spiegazione sui legni utilizzati in cantina, ci viene raccontata anche la ricerca che li ha portati alla sperimentazione dell’invecchiamento in anfore, con ossigenazione non estrema, sempre in ragione della maggiore “neutralità” del materiale rispetto ai legni. L’utilizzo dei legni traguardano come obiettivo aziendale, il mantenimento della freschezza e della bevibilità, andando ad integrare la struttura dei vini solo se necessario, come succede per la Barbera, ricca di acidità, senza sovra-estrazioni .

 

 

Salvo quanto sopra riportato in merito all’utilizzo dei legni, la filosofia aziendale prevede che i Barolo vengano invecchiati con le stesse modalità, in modo che le differenze di terroir e vigna emergano nei diversi vini, disegnandone per ognuno, una personale identità.

Dopo la visita all’impianto produttivo, procediamo insieme, con la degustazione dei rossi più significativi, nella rinnovata sala di assaggio, con panoramica sui vigneti di proprietà:

 

i vini assaggiati durante la degustazione

Barbera d’Alba 2016

Barbera d’Alba 2016: Realizzata solo in acciaio. Brilla per freschezza e profumi legati a erbe aromatiche. La beva è agile e scorrevole, e il sorso è appagato senza perdersi in ulteriori virtuosismi;.

Barbera d’Alba Gisep 2015. In questo vino confluiscono quote della Barbera piantata in Vigna Rionda. L’affinamento in legno valorizza  e completa la materia in evidenza, conferendo profondità e struttura.  Sentori fruttati si uniscono a toni speziati e anticipano un lungo finale di macchia mediterranea. Un vino che darà il meglio di sé tra qualche anno;

 

Langhe Nebbiolo 2015

Langhe Nebbiolo 2015. 100% nebbiolo, dalle vigne più giovani. Diciotto mesi in botte grande ed un anno di bottiglia per decisione aziendale. Floreale al naso, in bocca dimostra un buon equilibrio tra struttura e bevibilità, con trama del tannino molto fine e buona persistenza;

Barolo 2013. L’azienda prevede 24 mesi in botte grande, ma per questa annata ha deciso di allungare di 6 mesi ed è arrivata a 30 mesi per tutti i suoi Barolo (annata e Cru). La traccia balsamica  al naso prevale sui toni più floreali. Strutturato, con piacevole nota alcolica che equilibra la componente tannica ancora molto in evidenza. Il finale gioca su ricordi di frutti rossi e spezie;

Barolo Margheria 2013.

 

Barolo Margheria 2013. Nasce da terreni più ricchi di sabbia e di minerali. L’Ingresso in bocca risulta molto elegante, ed il vino si manifesta rotondo e con tannini setosi. La lunga chiusura su sensazioni di frutti rossi mette in evidenza le grandi qualità di questo Barolo giovane, ma più pronto e godibile del Barolo “base”;

Barolo Parafada 2013. Nasce su terreni ricchi di argilla e calcare. Naso molto intenso con note di  macchia mediterranea e tostatura. Tannino mascolino tipico di Serralunga. Grande struttura, sapido e potente, con beva molto ricca e sfaccettata, freschezza e chiusura lunghissima. “Qui e ora” il migliore.

Vigna Rionda 2011

Barolo Parussi 2013. L’ultimo nato tra i cru, dal comune di Castiglione Falletto e l’unico quindi a crescere sul versante “Ovest”, caratterizzato dal terreno più leggero, caratterizzato da limo e più ossigenato. Balsamico e terroso, con ricordi di sottobosco, dal tannino un po’ più vibrante, che ancora non ne fa percepire bene l’eleganza. Il finale è caratterizzato da sentori di lamponi e frutti di bosco;

Barolo Vigna Rionda 2011. Annata calda per la quale è stato ritenuto necessario invecchiamento di quattro anni di botte grande e 2 anni di affinamento in bottiglia, Naso di frutta matura, che diventa pesca noce in bocca e spezie che si evolvono in una nota balsamica in finale. Buon bilanciamento dell’acidità e del tannino che rendono l’assaggio già molto piacevole. Si conferma cavallo di razza, malgrado la non facile annata.

All’uscita la bruma si era disciolta… e ritornammo a riveder le Vigne di Serralunga…

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Approccia il mondo del vino seguendo corsi di avvicinamento nel 2003. Già da quegli anni partecipa a manifestazioni enologiche come visitatore assiduo. Inizia poi a collaborare nei panel di assaggio della guida "vini buoni d'Italia" per varie regioni, per poi passare per un paio di anni in Slowine per la regione Sardegna. Nel biennio 2016/2017 entra nell'organizzazione e nel panel di assaggio dei "I vini dell'Espresso". In questi anni ha partecipato alle più importanti anteprime di vini per la stampa. Negli ultimi anni partecipa come giurato in vari concorsi quali Grenache du Monde, Radici del Sud, Lucio Mastroberardino. Dal 2018 partecipa al progetto di alcune testate giornalistiche. Oltre che cultore del mondo del vino lo è anche del mondo dei whisky

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