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Unesco, le Colline del Prosecco non sono ancora patrimonio dell’umanità

Il dossier veneto che ha accompagnato la candidatura delle Colline del Prosecco come patrimonio dell’Unesco, dovrà essere corretto e ripresentato alla commissione di riferimento. Il territorio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene non entra nel Registro del Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Nel World Heritage Committee (Whc), il Comitato Unesco, a Manama, nel Bahrain (Golfo Persico), hanno votato a favore 12 nazioni su 21, mentre la soglia richiesta era 14 su 21.

Si sono espressi a favore della candidatura : Angola, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Burkina Faso, Cuba, Guatemala, Kuwait, Tanzania, Tunisia, Uganda, Ungheria, Zimbabwe. I contrari sono stati Australia, Brasile, Cina, Indonesia, Kirghizistan, Bahrain, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Spagna. Per due voti, quindi, non è stato possibile avere l’iscrizione immediata.

Si è tuttavia deciso per un rinvio semplice ed il Comitato dell’Unesco riconosce «le alte potenzialità del sito candidato, che ha elementi di unicità che devono essere meglio precisate. E invita l’Italia a presentare il prossimo anno il dossier con le correzioni richieste per l’iscrizione».

Ottime possibilità di successo ci saranno dunque per il prossimo anno, e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, esprime così il suo ottimismo: “Ci hanno dato una materia a settembre. Entrare con un parere strumentalmente negativo e tornare da Bahrein con il maggior numero di consensi dei delegati, senza raggiungere tuttavia la prevista maggioranza di 14 per soli 2 voti, è la dimostrazione palese che il dossier sulle Colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità è stato redatto correttamente. Faremo tutte le integrazioni che l’Unesco richiede e ci rivedremo tra una anno a Baku, alla prossima sessione del Whc”.

La Coldiretti esprime così la sua delusione: “Con l’ingiusta bocciatura della candidatura delle Colline del Prosecco non si riconosce l’importanza di un territorio dallo straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere una produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale. L’iscrizione al patrimonio Unesco – continua la Coldiretti – sarebbe stata un atto di coerenza dopo l’iscrizione dei ‘Coteaux, Maisons et Caves de Champagnè e del ‘Climats du vignoble de Bourgognè nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco (categoria Paesaggio organicamente evoluto). Ci sono quindi tutte le condizioni per ripresentare la candidatura a sostegno della quale c’è anche l’aumento del 15% delle esportazioni nel primo trimestre del 2018”

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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