“Consigliamo i nostri clienti durante la vinificazione, l’elaborazione delle annate e la scelta delle miscele, per soddisfare le aspettative dei consumatori e fornire una qualità impeccabile.
La nostra gamma comprende i vini della Valle del Rodano, della Linguadoca, della Provenza e del Sud-Ovest che forniamo ai nostri clienti imbottigliatori, grossisti, commercianti di vino e importatori. “
Questo è la frase con cui si presenta il Gruppo Raphaël Michel creatore di Cuvée dal 1899 implicato in un’indagine per una massiccia frode relativa a vini della Valle del Rodano, durante la quale le autorità francesi hanno rinvenuto 108.000 casi di falso Châteauneuf-du-Pape, che ha permesso la vendita di prodotti non conformi a quanto indicato sulla bottiglia.
Secondo quanto riportato da Wine Spectator (link) la magistratura francese ha accertato che nel periodo ottobre 2013 – giugno 2016, Raphaël Michel, avrebbe venduto, l’equivalente di 13 piscine olimpioniche di vino da tavola francese a buon mercato ai prezzi dei migliori vini della Valle del Rodano Meridionale.
Tutto ciò emerge dalla pubblicazione della relazione annuale della DGCCRF (Direzione generale per la politica della concorrenza, la tutela dei consumatori e il controllo delle frodi), la potente agenzia antifrode francese, che pur non nominando esplicitamente Raphaël Michel espone elementi che fanno supporre che si tratti effettivamente del Gruppo prima menzionato.
Secondo il rapporto della DGCCRF, tra il 2013 e il 2016, sarebbero stati venduti circa 20 milioni di litri di vino da tavola come vini a livelli di denominazione più redditizi, tra cui Côtes du Rhône, Côtes du Rhône-Villages e addirittura 108.000 casi di Châteauneuf-du-Pape.
Da analisi più approfondite la truffa ha raggiunto livelli di notevoli dimensioni, includendo altre denominazioni, fino a toccare oltre 48 milioni di litri di vino (equivalenti a 5,33 milioni di casi) che corrispondono al 15% della produzione della Côtes du Rhône negli anni incriminati.
Il tutto è venuto alla luce durante una banale verifica fiscale, che ha portato gli ispettori ad avere dei dubbi relativamente alla natura del vino. In seguito la DGCCRF dopo ispezioni più approfondite ha notato delle discrepanze in particolar modo in una vasca contrassegnata AOP Châteauneuf-du-Pape , del valore di circa € 1.000.000, che non appariva essere quello effettivamente prodotto in questa prestigiosa denominazione.
Il 27 giugno 2017 il presidente di Raphaël Michel, Guillaume Ryckwaert insieme ad altri dirigenti è stato arrestato con l’accusa di frode, inganno e violazioni dei codici fiscale e dei consumatori. Successivamente è stato rilasciato su una cauzione di $ 1,2 milioni (in seguito ridotta della metà) e gli è stato vietato di lavorare nella società.
Naturalmente Ryckwaert nega tutte le accuse, ma se giudicato colpevole, rischia fino a due anni di prigione e una multa di $ 370.000.
Il caso risulta di particolare rilievo soprattutto per le dimensioni del Gruppo e per i paesi interessati allo scandalo. Raphaël Michel produce vino sfuso non soltanto da vigneti di proprietà ma acquisisce anche le uve di ben 15 cooperative, con operazioni significative oltre che nella Valle del Rodano anche in Provenza, nel Languedoc-Roussillon e all’estero in Argentina e Cile.
Utilizzando accordi di libero scambio tra Cile e Cina, Raphaël Michel ha incrementato le sue spedizioni anche di vino francese verso la Cina mediante la sua base operativa in Cile. Il che potrebbe fortemente minare la reputazione e le quote di mercato che il vino francese ha conquistato in uno dei mercati più ambiti nell’ultimo ventennio.
Consideriamo che la Raphaël Michel possiede anche una grande piattaforma vinicola in Italia chiamata Oenotria-Cluster, che offre grandi quantità di vino di diverse varietà e qualità da nazioni del Nuovo Mondo come Cile, Australia e Sud Africa, fungendo da grossista per i compratori di vini internazionali.
Le prime conseguenze di quanto accaduto riguardano la GDO. Carrefour ad esempio ha confermato di aver sospeso tutte le sue forniture dal Gruppo Raphaël Michel “come precauzione fino a quando non si sarà fatta luce sui fatti contestati alla società”. Anche altri clienti di Raphael Michel hanno interrotto gli acquisti di vino.
Nel frattenpo l’unione generale dei produttori di vino della Côtes-du-Rhône ha annunciato che si costituirà parte civile nel dossier investigativo che coinvolge la società Raphaël Michel . “Dai primi accertamenti proviene una conferma della serietà dei fatti contestati alla società Raphael Michel”.
Lo scorso anno, a seguito dell’arresto di Ryckwaert, la società ha dichiarato debiti per 20 milioni di euro cercando protezione dai tribunali fallimentari francesi.
Come andrà a finire? Non resta che aspettare e vedere.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia