L’EVENTO
La cantina Pievalta, nelle persone di Silvano Brescianini (proprietario e fondatore), Alessandro Fenino (enologo) e Silvia Loschi (addetta ospitalità e relazioni sul territorio), con la collaborazione dell’agenzia Multimedia di Stefano Donarini, hanno organizzato un’interessante degustazione di diverse annate del vino di punta dell’azienda: il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico San Paolo.
Nella tenuta aziendale di Maiolati Spontini (AN), abbiamo potuto degustare sei annate del Verdicchio Riserva che prende il nome dall’omonimo comune in cui si trova il vigneto, San Paolo di Jesi, sul Monte Follonica a 350 metri di altezza. L’occasione ci ha permesso di testare lo sviluppo organolettico e la longevità potenziale del vino, attraverso un percorso evolutivo di 13 anni, dall’ultima annata prodotta, la 2022, a ritroso fino alla 2009.
L’AZIENDA
Pievalta prende il suo nome dalla piccola pieve romanica– la cui immagine stilizzata compare in tutte le etichette dei vini – posta all’ingresso della proprietà, sulla cima del poggetto che sovrasta la cantina. Siamo a Maiolati Spontini in località Monte Schiavo, nel cuore della produzione del Verdicchio di Jesi, ovvero i Castelli di Jesi, così chiamati per la presenza di piccoli borghi medievali (sono 25) noti per la produzione del Verdicchio. I Castelli di Jesi si dividono in due zone, quella più a nord e quella classica nella parte centro-meridionale della regione, la più antica, a cui si deve l’80% della produzione del Verdicchio.
Le vigne di Pievalta si trovano in quest’ultima zona e precisamente in quattro di questi castelli: Maiolati Spontini, Montecarotto, San Paolo di Jesi e Cupramontana, per un totale di circa 34 ettari vitati. A Maiolati Spontini c’è la sede principale dell’azienda – con la cantina di vinificazione, la foresteria e la sala degustazione – circondata da vigneti coltivati in maggioranza con uve Verdicchio: qui la composizione del terreno è argilloso-calcarea, mentre sul Monte Follonica, nel versante che guarda verso l’Adriatico e che ricade nell’areale del castello di San Paolo di Jesi – dove risiedono i vigneti da cui si ricava il vino oggetto della nostra degustazione – i suoli sono completamente diversi, con arenarie silico-calcaree ed inserti marnosi.
L’azienda è nata nel 2002 grazie all’intuito visionario di Silvano Brescianini, che ha creduto nelle potenzialità del vitigno e del territorio jesino. Le prime vigne sono state acquistate a Maiolati Spontini insieme al corpo aziendale; impianti di Verdicchio del 1965 e 1970, piuttosto malridotti e convertiti subito in biologico, secondo la dottrina aziendale praticata negli altri possedimenti aziendali in Franciacorta. Pievalta, infatti, appartiene alla Barone Pizzini, nota cantina della Franciacorta che da sempre pratica una viticoltura biologica ispirata alla filosofia biodinamica; metodologia che è stata adottata anche in queste vigne, facendo di Pievalta una delle aziende più innovative della regione, tra le prime ad applicare tale tipo di pratiche agronomiche. Vengono prodotte circa 150.000 bottiglie l’anno.
Le vigne di Maiolati Spontini e il corno letame
Passeggiando tra le vigne di Maiolati Spontini il panorama che si presenta è un susseguirsi di morbide colline, con vigneti intervallati da colture cerealicole, macchie boschive e piccoli borghi o casolari che emergono dalla cima delle colline, ispirando armonia e serenità. I vigneti sono lavorati a filari alternati, con sovesci che utilizzano erbe spontanee come l’avena selvatica ed in alcuni casi si usa anche il digestato bovino e preparati biodinamici fondamentali come il corno-letame. A Maiolati Spontini sono stati conservati 2,5 ettari del vigneto storico del ’65 e reimpiantato tutto il resto nel 2007-2009, utilizzando anche le barbatelle del vigneto storico, che producono grappoli diversi, di qualità superiore, grazie all’adattamento di 60 anni delle piante a questo specifico tipo di terreno.
Per Alessandro e Silvia assumere la gestione dell’azienda è stata anche una scelta di vita oltre che di lavoro; infatti, sin dall’acquisizione della proprietà Silvano Brescianini ha delegato a loro, estrapolandoli dal team della Barone Pizzini, la gestione operativa della cantina, cosa che ha richiesto il loro trasferimento in pianta stabile dalla lombarda Franciacorta nelle terre del Verdicchio di Jesi. Tale scelta ha permesso di replicare con successo a Pievalta la conduzione biologica e biodinamica dei vigneti, con l’obiettivo finale di ottenere dei vigneti salubri e “autosufficienti”, cioè in grado di resistere alle criticità indotte dai cambiamenti climatici senza l’ausilio della chimica e di irrigazioni di soccorso; ne deriva un altro importante “must” aziendale, quello di produrre vini coerenti con il territorio e le caratteristiche tipiche del vitigno, senza forzature stilistiche.
I VINI
Il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico San Paolo viene prodotto solo nelle migliori annate, in circa 16000 bottiglie di vari formati. La tecnica di vinificazione prevede per tutte le annate la raccolta manuale delle uve a grappolo intero, in piccole cassette, la fermentazione spontanea indotta dall’uso di lieviti indigeni (tranne le annate 2009 e 2012), l’uso del pied de cuve e l’utilizzo del solo mosto fiore. Il vino dall’annata 2019 affina in acciaio, botte grande e cemento (e poi in bottiglia), mentre per le annate precedenti in solo acciaio e bottiglia, per un totale variabile da 1,5 a 2,5 anni a seconda delle annate.

Di seguito le nostre impressioni sulle sei riserve di Verdicchio San Paolo assaggiate durante la degustazione guidata da Silvano Brescianini e Alessandro Fenino.
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2022
L’annata piuttosto calda e siccitosa ha dato origine a sentori balsamici (menta, anice), con accenti agrumati (lime e mandarino), nuance floreali (gelsomino) e note ammandorlate. La giovinezza del vino si riscontra nel palato dove domina la freschezza generata da un’acidità citrina, unita a una decisa sapidità che caratterizza un sorso vigoroso e dinamico.
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2021
L’annata è stata simile alla 2022 con temperature ancora più alte e più siccitosa. L’olfatto è avvolgente, con profumi di frutta matura bianca e gialla, uva passa, paglia e note di anice. Il sorso è succoso, progressivo, dalla trama tannica fine, con ritorni di frutta gialla e mandorla amara; una spiccata acidità accompagna tutta la beva verso un finale tonico e persistente.
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2019
La stagione, dal clima equilibrato, ha condotto ad una vendemmia molto regolare. Prima annata con affinamento anche in legno oltre ad acciaio e cemento. Erbe aromatiche, profumi floreali e di idrocarburo caratterizzano l’ingresso al naso, seguiti da frutta bianca matura e anice. Beva dinamica, sostanziosa e saporita, frutto ed acidità in grande armonia; vino raffinato, elegante, dal finale persistente con nuance minerali.
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2015
Annata calda simile alla 2022. Sentori intensi di frutti tropicali e frutta candita avvolgono il naso, seguiti da fiori gialli (ginestra, elicriso), agrumi e sfumature di miele. Aromi di frutta matura e macerata emergono nel palato, bilanciati da spiccata acidità e sapidità, con un finale molto persistente.
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2012
Annata molto siccitosa, simile alla 2021. Olfatto caratterizzato da sentori delicati e raffinati di frutta bianca, zucchero a velo e miele di acacia, con sbuffi salmastri. Il sorso succoso è marcato da un’acidità cruda, decisa e persistente, con un finale non lunghissimo.
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2009
L’annata molto regolare, simile alla 2019, ha generato un vino di grande spessore e varietà di aromi. Nonostante l’età si mostra pronto, probabilmente all’apice del suo percorso evolutivo. Ha profumi intensi e balsamici di frutta bianca matura e macerata, di erbe selvatiche (salvia, ortica) e frutta secca. Nel palato svela grande ricchezza gustativa: corposo, sapido e succoso, con ricordi di frutta secca, miele e mandorle. Una testimonianza concreta del potenziale evolutivo del vino.

A latere della degustazione delle sei annate del San Paolo, abbiamo avuto l’occasione di degustare altre bottiglie durante la cena conviviale, dove agli ottimi cibi preparati dalla Chef Maria Vittoria Griffoni sono stati abbinati alcuni altri vini della casa, in particolare:

• Perlugo Dosaggio Zero Metodo Classico VSQ
Uno spumante da uve Verdicchio provenienti dai vigneti di Maiolati Spontini. Annata 2019, sboccatura 2024. Affina sui lieviti per 24 mesi. Sentori fini, netti, di erbe aromatiche, mandorla fresca, noci, fiori bianchi e crosta di pane. Sorso sostanzioso, fragrante, sapido ed equilibrato, con sbuffi agrumati.

• Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore DOMINÈ 2022
Ottenuto da uve provenienti da un’unica vigna ultracinquantenne di Maiolati Spontini detta “Chiesa del Pozzo”. Vinificato in legno, metà in bianco e metà con permanenza sulle bucce, ed affinato in cemento. In questa annata le uve sono state colpite da muffa nobile, che ha contribuito all’impronta gustativa del vino. Profumi di frutta a guscio, burro, miele e note agrumate e gessose. Elegante al gusto, voluminoso, sapido, avvolgente, con ricordi di frutta macerata, note ciliegiose e di leggera ossidazione. 
• Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico SAN PAOLO 2016 Jéroboam
La bottiglia Jéroboam, con i suoi tre litri, è un recipiente ideale per far affinare e conseguentemente apprezzare le qualità e tutte le sfumature di un vino e questa bottiglia ne è la conferma. Un bel colore oro brillante ci mette subito a nostro agio. Bouquet ampio e variegato: iniziali sentori di crosta di pane e pasticceria secca lasciano il campo a nuance di erbe selvatiche, finocchietto, mela renetta, pera e frutta esotica. Sontuoso al gusto, rivela grande ricchezza aromatica: pieno, equilibrato, sapido ed elegante, con ricordi di cedro e pompelmo ed un lungo finale con note ammandorlate e di anice.
EVOLUZIONI NORMATIVE E TENDENZE DI MERCATO

Durante la degustazione delle annate del San Paolo e a cena c’è stato uno scambio con Silvano Brescianini, Alessandro, Silvia e gli altri colleghi giornalisti ed esperti del settore, delle varie impressioni sui vini assaggiati e sui principali argomenti “all’ordine del giorno” riguardo l’ambiente vitivinicolo, come prospettive di sviluppo del mercato del vino e del Verdicchio in particolare. Di seguito i punti più interessanti emersi:
• È in via di approvazione la modifica del disciplinare del Verdicchio, che consentirà per la Docg (il Verdicchio Riserva) di scrivere in etichetta Castelli di Jesi Docg invece che Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg (riportare anche il nome del vitigno rimarrà comunque facoltativo). Modifica richiesta con lo spirito di promuovere/spostare l’attenzione del consumatore dal vitigno al territorio, in particolare per i vini più di pregio, ovvero le Docg, come avviene ad es. tra la Docg Barolo (o Barbaresco) e la Doc Langhe Nebbiolo, dove solo per la Doc viene riportato il vitigno.
• Nel Consorzio IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini) si sta lavorando sull’introduzione delle UGA nell’etichetta – Unità Geografiche Aggiuntive, sono aree più piccole e specifiche all’interno di una denominazione di origine (DOC o DOCG) – per offrire al consumatore una maggiore trasparenza sull’origine del vino e sul suo legame con il territorio.
• Detto che, la situazione internazionale- guerre, dazi, campagne pseudo salutistiche avverse al consumo del vino – e le severe modifiche legislative introdotte in Italia riguardo l’assunzione di alcolici per chi guida, stanno limitando molto il consumo del vino, questo si ritiene essere un buon momento per il mercato dei vini bianchi (a scapito dei rossi).
• L’export del vino italiano è determinato in larga parte dal mercato nord-americano (USA in particolare), e si prevede lo sarà ancora di più per la valorizzazione di prodotti di nuove zone vinicole o di denominazioni non particolarmente conosciute all’estero; la “curiosità” del consumatore nord-americano per vini di nicchia e/o provenienti da zone vinicole ad oggi da lui poco conosciute, risulta maggiore rispetto ai clienti dei mercati asiatici o europei.

Pievalta
Via Monteschiavo, 18 · 60030 Maiolati Spontini (AN)
pievalta@baronepizzini.it · +39 0731 705199
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" e 20 Italie (www.20italie.com)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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