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Bollicine piemontesi in scena a Roma: l’evento ALTA LANGA presso Palazzo Brancaccio

Non potevamo perderci uno degli eventi più significativi del Piemonte, una regione con una lunga tradizione nella produzione di spumante, che risale alla metà dell’Ottocento e rappresenta, il primo metodo classico italiano in ordine di tempo. Nelle  sale dello Spazio Field di Palazzo Brancaccio a Roma, abbiamo potuto assaggiare i vini ai banchi di degustazione dei 34 produttori presenti e partecipare a una delle masterclass organizzate dal Consorzio Alta Langa.

È il secondo anno consecutivo in cui il Consorzio organizza questo evento a Roma.

Iniziamo dal principio per presentarvi questo territorio. 

L’area di origine comprende 149 Comuni nelle province di Alessandria, Cuneo e Asti, situate sulle colline a destra del fiume Tanaro. Qui si produce spumante con il metodo classico da molto tempo, ma è solo dal 1990 che prende avvio il “progetto spumante metodo classico piemontese”. Già nel 1850, però, si coltivava il Pinot Nero nella zona di Canelli.

 

Le uve utilizzate per la produzione sono principalmente Chardonnay e Pinot Nero, impiegate sia in purezza che in percentuali variabili, dando vita a diverse tipologie di spumante, dal Bianco al Rosé, dal Brut al Pas Dosé.

I piccoli produttori di uva hanno prontamente aderito al progetto, offrendo le loro competenze e i loro terreni per la creazione di vigneti sperimentali. Queste famiglie di viticoltori, custodi delle tradizioni e del territorio, hanno dato un contributo significativo ai risultati ottenuti oggi dalle case spumantistiche, mantenendo la proprietà delle proprie terre e assicurando una giusta remunerazione per le uve e il loro lavoro. 

Il Consorzio Alta Langa nasce nel 2001 e conta attualmente 140 soci, di cui 90 viticoltori e 60 case di produzione. Nel 2002 ha ottenuto la denominazione di origine controllata (Doc) e nel 2011 ha ricevuto la denominazione di origine controllata e garantita (Docg), retroattiva alla vendemmia del 2008.

Un disciplinare severo che garantisce alti standard qualitativi come l’esclusivo millesimato riportato su ogni etichetta, i 30 mesi minimo di affinamento, come anche le altitudini dei vigneti e le rese.

La composizione dei suoli è di origine marina, ricca di fossili, alternata da strati fini di limo e argilla, le cosiddette marne calcaree, da strati di sabbie e strati più compatti detti areniti o Pietra di Langa. 

I vigneti sono unicamente di collina, ad un’altitudine minima di 250 metri sul livello del mare, una produzione che non può superare gli 11000 chilogrammi per ettaro con una resa in mosto inferiore al 65%.

Una molteplicità di terreni differenti per altitudini, suolo, esposizioni e clima da produrre una interessante variabilità di cuvée che rispecchiano il territorio e la sua storia.

Ad introdurci la degustazione è Giovanni Minetti, Presidente del Consorzio e figura di spicco nel settore vitivinicolo piemontese, nonché Amministratore Delegato di Tenuta Carretta e appassionato sostenitore, sin dagli albori, del progetto Alta Langa. Insieme a lui a condurre Marco Reitano, Sommelier del ristorante Tre Stelle Michelin La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri.

L’Alta Langa Docg Brut 2020 dell’Azienda Agricola Cavallero è una perfetta combinazione di Chardonnay e Pinot Nero, che matura in bottiglia per almeno 30 mesi. Al naso si percepiscono intensi profumi di brioche, lievito, fiori bianchi e susine, arricchiti da una fresca nota di limone mediterraneo che si amalgama con delicate sfumature vegetali. Al palato, è vivace e piacevole, con una leggera piccantezza e un finale che richiama il pompelmo. La sua struttura è verticale e sapida, caratterizzata da una lunga persistenza. L’attacco è fresco, con una nota di acidità che ricorda il limone, mentre nella seconda parte si avverte una sensazione di movimento, quasi piccante. Si gusta con semplicità e piacere.

Alta Langa Docg Pas Dosé 2020 “Seicento” di Vite Colte 

Il nome di questo spumante deriva dall’altitudine di 600 metri, da cui provengono le uve utilizzate per la sua produzione. L’80% è costituito da Pinot Nero, che matura in vasche di acciaio, mentre il 20% è composto da Chardonnay, che svolge la fermentazione malolattica in barrique. Riposa sui lieviti per un periodo totale di 42 mesi.

All’olfatto regala sentori pieni di miele, arricchiti da profumi di pasticceria, cedro, bergamotto e arancia. In bocca, offre una finezza notevole, con note di crosta di pane, nocciola, una delicata piccantezza e una mineralità che ricorda la pietra focaia. Rispetto al precedente, ha un volume maggiore, con un sapore cremoso intenso di frutta secca e una lieve nota amara finale. Eleganza ed equilibrio. 

Alta Langa Docg Blanc de Noirs Brut Nature 2020 “570 m” Riserva di Deltetto 1953 è realizzato al 100% con uve Pinot Nero. La fermentazione avviene in barrique di rovere francese di secondo passaggio, seguita da un affinamento di 42 mesi sui propri lieviti. Dal perlage finissimo, al naso si percepiscono note di bacche, frutta selvatica, brioche burrose, aromi di panificazione, erbe aromatiche come foglie di alloro e buccia di mela. Al palato risulta astringente, con una buona acidità e sentori di ferro e cedro. È intenso, iodato, con una complessità importante. Si distingue per la sua grande longevità e un finale prolungato che evoca la mela cotogna, lasciando una sensazione di continuità.

Alta Langa Docg Blanc de Blanc Riserva 2017 Pas Dosé “Sessantacinquemesi” di Ettore Germano è un vino straordinario. Il mosto, ottenuto dalla pressatura, fermenta in parte in botti di rovere francese da 500 litri già utilizzate e in parte in acciaio. Dopo la fermentazione, affina in bottiglia per 65 mesi sui lieviti. Composto al 100% da uve Chardonnay offre un bouquet di emozioni: note salmastre, burrose, di miele, agrumi, pietra focaia, gesso e frutta secca, come la mandorla. Alla beva è rotondo e minerale, con un finale che richiama agrumi canditi, biscotto di mandorla, bergamotto e una freschezza citrica. Morbido e stimolante, richiede abbinamenti gastronomici più impegnativi.

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Sono un'Archivista Digitale nel campo editoriale, dedico la mia vita ai libri perché come dice Kafka "un libro rompe il mare ghiacciato che è dentro di noi". Così lo è anche il vino. Lui mi ha sempre convinto in qualsiasi occasione ed è per questo che dal 2018 sono una Sommelier Fisar, scrivo e racconto con passione sui miei canali e in varie testate giornalistiche la storia dei territori, gli aneddoti e il duro lavoro dei Produttori in vigna e in Cantina. Ho seguito un corso Arsial al Gambero Rosso Academy sulle eccellenze enogastronomiche del Lazio e presto servizio in varie eventi per il Consorzio Roma Doc e per il Consorzio Tutela Vini Maremma. Inserita con orgoglio in Commissione Crea Lab. Velletri come membro esterno per le degustazioni, sogno e aspiro a diventare con il tempo una vera giornalista.

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