Quante volte abbiamo degustato (e raccontato) Gin provenienti da ogni parte del mondo.
E quante volte abbiamo scoperto qualche particolare caratteristica per apprezzarli e ricordarli: per i metodi di distillazione, per il numero e la complessità delle botaniche utilizzate, per l’utilizzo nei cocktail più comuni o fantasiosi.
Stavolta tocca all’Islanda, terra magica e misteriosa in cui bearsi della visione dell’aurora boreale, dei vulcani in attività, dei ghiacciai e degli spettacolari paesaggi in cui spesso l’acqua è protagonista: dal mare ai laghi e alle cascate.
Pensate che l’acqua proveniente da queste parti è quella scelta dai produttori del Gin inglese Miller’s, che se ne approvvigionano per diluire il loro distillato con risultati eccellenti.
Eccellenza che ritroviamo in questo VOR, Gin super-autoctono distillato dal maestro Egill Thorkelsson, autore anche di originali Whisky locali, per esempio il FLOKI.
VOR significa primavera, e come la primavera offre all’olfatto profumi intriganti e penetranti.
Ci riferiamo, oltre al ginepro selvatico, alle radici di rabarbaro e angelica, al timo selvatico, al lichene islandese e alle foglie di betulla più altre erbe locali. E tutte contribuiscono al bouquet unico e deciso.
Infatti VOR al palato riesce anche a rivelarsi meno ruvido e selvatico di quel che ci si potrebbe aspettare, regalandoci note dolci e fresche di anice, confetto e menta, bilanciate da quelle più robuste che ricordano assenzio e radici.
Un Gin in cui i 47° alcolici si sentono al rallentatore perché attenuati da un grande equilibrio.
Un Gin fatto apposta per rappresentare la bellezza della terra da cui proviene e che, miscelato, rivelerà tutte le sue particolarità: dando corpo al Martini, forza al Negroni ed eleganza al Gimlet, per non parlare della freschezza del gin tonic.
Insomma una bella (ri)scoperta dopo un assaggio casuale di tanti anni fa durante una insolita cena degustazione.
Foto di Lorenzo Bottigelli