A prima vista le parole Vino e Blockchain sembrerebbero appartenere a mondi completamente diversi e distanti tra loro; tanto universalmente conosciuta e ricca di storia e cultura la prima quanto misteriosa, recente e ipertecnologica la seconda. Ma se sostituiamo per un momento all’indecifrabile “blockchain” il termine “certificazione” allora le cose cambiano e un nesso tra le due parole comincia ad apparire possibile.
Perché è di questo che si sta parlando: la certificazione della filiera produttiva del vino. Un argomento dibattuto, di difficile realizzazione e molto attuale, che interessa tutti gli operatori del settore, dal produttore al consumatore, passando per i consorzi ed i grossi importatori. Il mondo del vino ha visto accadere, purtroppo, nel passato remoto e meno remoto, eventi – legati appunto alla mancanza di adeguati strumenti di controllo sul contenuto di una bottiglia di vino – che hanno addirittura causato gravi danni alla salute dei consumatori: lo scandalo del vino al metanolo nel marzo 1986 provocò 23 vittime e decine di persone con lesioni gravissime, causate dalla pratica di aumentare la gradazione alcolica del vino con il metanolo o alcool metilico: parliamo di vino imbottigliato, a basso prezzo, ma che era normalmente in vendita in alcune delle più grandi catene di supermercati italiani.
Ci sono stati in passato ad alcuni tentativi di “certificazione” della singola bottiglia di vino: una cantina della Val D’Aosta ha realizzato una etichetta con applicato un mini depliant con le caratteristiche del vino contenuto nella bottiglia (ma il depliant era lo stesso per tutte le migliaia di bottiglie di quel vino). Oggi, sfruttando le tecnologie più moderne, si può arrivare ad “identificare” il contenuto della singola bottiglia. Diciamo subito che la certezza assoluta non è ancora raggiunta (lo sarà mai?) ma con l’App “My Story™”, realizzata dal gruppo DNV GL, un grosso passo in avanti è stato fatto.
Qual è la novità? L’uso della Blockchain
La Blockchain è una rete di computer (“server”) distribuiti nel mondo, ognuno dei quali registra, condivide e conserva le informazioni attinenti a ciascuna bottiglia di vino, creando una specifica “catena” di informazioni (criptate) legata al prodotto. Le “credenziali” di quel vino, cioè di quella bottiglia, vengono quindi memorizzate e classificate tramite la Blockchain e da quel momento diventa molto difficile replicare o falsificare quelle informazioni.
Il più conosciuto utilizzo della Blockchain è legato alla creazione della famosa criptomoneta (o valuta digitale) – il Bitcoin -, oggi riconosciuta come forma di pagamento alternativa alle valute ufficiali su diversi siti internet e negozi fisici. Il suo valore legale è stato riconosciuto dal Giappone e da alcuni stati degli USA.
DNV GL
DNV GL è una società tra le più grandi al mondo per i servizi di certificazione, verifica, valutazione e formazione dedicati alle aziende (ha rilasciato più di 80.000 certificazioni negli ultimi 10 anni per aziende dislocate in 180 paesi). In Italia ha 8 sedi e circa 250 dipendenti ed è leader nella fornitura di servizi di certificazione di gestione qualità.
My Story™
DNV GL, attraverso una partnership con VeChain, ha realizzato l’applicazione My Story™: soluzione digitale basata su Blockchain.
My Story™ esegue tutta una serie di controlli sulla filiera di produzione e sul prodotto in sé, generando una mole di informazioni che vanno dal “grappolo d’uva alla bottiglia”; informazioni a cui i consumatori potranno facilmente accedere attraverso un QR-code (un codice a barre bi-dimensionale) posto in etichetta*
*a questo QR-code, stampato sull’etichetta, verrà presto sostituito un sensore integrato nell’etichetta che renderà ancora più sicure e non replicabili le informazioni
Le aziende Ricci Curbastro, Ruffino e Torrevento sono state le prime che hanno deciso di utilizzare My Story™ nel mondo del vino, per certificare alcuni dei loro prodotti**:
– Il Santella del Gröm Curtefranca Rosso DOC 2013 della cantina Ricci Curbastro in Franciacorta
– Il Riserva Ducale Oro Chianti Classico Gran Selezione 2014 della cantina Ruffino in Toscana
– Il Veritas Castel del Monte Bombino Nero Rosato DOCG 2017 della cantina pugliese Torrevento
** anche l’azienda piemontese di Michele Chiarlo ha deciso di utilizzare My Story
Come Funziona My Story™
Attivando sul proprio cellulare una app per la lettura del QR- code e inquadrando il corrispondente codice sulla bottiglia di vino, si può immediatamente leggere che, ad esempio, la bottiglia di Santella del Gröm è una delle X-mila imbottigliate il 29 dicembre 2016; oppure, scansionando l’etichetta del Veritas si può identificare il suo numero di lotto e scoprire che è l’unico rosato in Italia con la denominazione DOCG, mentre dal QR-code presente sulla bottiglia del Riserva Ducale Oro 2014 si scopre che ha ottenuto il riconoscimento “Tre Bicchieri 2019” del Gambero rosso. La differenza con le informazioni che si potrebbero leggere su una etichetta “tradizionale” è innanzitutto che queste informazioni sono certificate dal sistema My Story™, e quindi con un alto grado di affidabilità che il contenuto della bottiglia sia proprio quello che leggiamo sullo schermo del cellulare; inoltre il numero di informazioni (testi, foto, mappe con contenuti anche interattivi) che abbiamo a disposizione, relative alla bottiglia ma anche e soprattutto all’azienda, sono enormemente maggiori di quelle stampabili su un’etichetta cartacea o su un folder:
– Territorio: Uve con cui è fatto il vino, anno di impianto del vigneto, densità di impianto ecc.
– Vendemmia: data, metodo di allevamento, quantità di uva vendemmiata
– Imbottigliamento: data imbottigliamento, numero di bottiglie prodotte di quel vino, numero del lotto della bottiglia
– e inoltre dati sulla vinificazione, affinamento, ecc.
Ma con il progredire delle nuove versioni del progetto My Story™ e l’uso dei sensori, si potranno conoscere parametri ancora più importanti per il consumatore, ad esempio come è stato conservato e trasportato il vino.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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