Diciamo la verità, il rosato è sempre stato visto un po’ come il parente povero nel mondo del vino.
C’è però un “momento” in cui, inevitabilmente torna alla ribalta, ed è appunto l’estate.
Nel mezzo dell’afa e delle temperature africane che caratterizzano ormai le nostre estati, i vini rosati, con i loro profumi floreali e fruttati, freschi e “facili” da bere, costituiscono l’unica alternativa a un buon bicchiere di bianco fresco o ghiacciato.
Stante questo preambolo “populista” sulle caratteristiche del rosato bisogna aggiungere che negli ultimi anni questa tipologia di vino si è molto evoluta , in qualità e numerosità; ci sono stati tutta una serie di new entrants che hanno contribuito ad ingrossare la schiera dei vini rosati e così accanto ai rosati classici italiani ( vini come Bardolino e Lambrusco al Nord, Negroamaro e Montepulciano al Sud, per citare solo alcuni dei più conosciuti) si sono aggiunti gli spumanti rosé e tutta una serie di rosati ottenuti da vitigni che prima non venivano utilizzati a questo scopo (ad esempio Nebbiolo e Aglianico per restare in Italia), tanto che si sono create delle sottocategorie per classificare questi vini, che si differenziano per il metodo di produzione la cui variabile principale é la diversa tempistica del contatto del mosto con le bucce, da quasi assente a breve (in genere qualche giorno):
• Vin gris (vino grigio): dal colore rosa tenue, sono ottenuti da uve a bassa capacità colorante il cui mosto non viene lasciato a contatto con le bucce
• Blush wines (si può tradurre con vini rosé): prodotti negli USA con un processo simile a quello dei vin gris, ma in più acquisiscono una lieve effervescenza
• Vini di una notte: vengono chiamati così i vini in cui il mosto rimane a contatto (macerazione) con le bucce per un periodo di 6/12 ore.
• Vini di un giorno: metodologia di vinificazione simile alla precedente, ma in questo caso la macerazione dura circa 24 ore.
• Saignée o salasso: il processo di vinificazione è in questo caso un po’ diverso (utilizzato ad esempio da alcuni produttori di champagne rosé): durante la fase iniziale della vinificazione di un vino rosso (macerazione delle uve a contatto con le bucce), viene prelevata una parte del mosto che termina poi la sua vinificazione senza più l’apporto colorante delle bucce (vinificazione in bianco).
Ma quando in Italia pensiamo a un vino rosato la Puglia del Salento è la prima, per storia e tradizione, che ci viene in mente: il primo vino rosato in Italia nasce durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, quando viene prodotto il Five Roses, dell’azienda Leone De Castris a Salice Salentino (Lecce).
Di seguito Vi proponiamo una piccola selezione di assaggi dei rosati salentini.
Salento Rosato Doc “Galatina” 2017 – Cantina Fiorentino (Negroamaro 100%), grado alcolico 13,5%. Affinamento in acciaio, vino biologico. Colore rosa corallo, sia in bocca che al naso mostra toni delicati e fini (ciliegia e arancia), che si traducono in uno stile elegante ed armonico; la beva ha una gradevole leggerezza e scorrevolezza che fa pensare ad un ottimo abbinamento con un piatto di pesce o come aperitivo in una calda giornata d’estate.
Salento Rosato IGT “Kreos” 2017 – Castello Monaci (Negroamaro 100%), grado alcolico 13%. Affinamento in acciaio. Colore rosa brillante. Note floreali e fruttate di fiori e frutti rossi al naso; in bocca inizia con i frutti rossi, leggerissima carbonica e finisce con un fondo speziato di noce moscata e cannella.
Salento Rosato IGT “Santi Medici” 2017 – Castel di Salve (Negroamaro 100%), grado alcolico 12,5%. Affinamento in acciaio. Colore rosso rubino chiaro e brillante. Profumi freschi, balsamici (menta) e fruttati: kiwi, lampone e fragola; in bocca aromi di frutta rossa dolce, stemperati da una salinità fine. Un sorso scorrevole, beverino e gradevole.
Salento Rosato IGT “Rosa del Golfo” 2017 – Rosa del Golfo (Negroamaro 90%, Malvasia Nera 10%), grado alcolico 12,5%. Affinamento in acciaio. Colore rosato con riflessi corallo. Profumi freschi, leggeri e fini, note salmastre; al palato aromi di frutta rossa, sorso delicato e salino. Molto gradevole e beverino.
Salento Rosato IGT “Mazzì” 2016 – Rosa del Golfo (Negroamaro 90%, Malvasia Nera 10%), grado alcolico 13%. Affinamento parte in acciaio e parte in legno, più 12 mesi di bottiglia. Colore rosato intenso con riflessi rubino. Frutta rossa (arancia) molto intensa al naso con note tostate; in bocca è morbido, avvolgente con evidenti note di rovere.
Salento Rosato IGT “Torre Testa Rosè” 2017 – Tenute Rubino (Susumaniello 100%), grado alcolico 12%. Affinamento in acciaio. Macerazione sulle bucce circa 10 ore. Colore rosa chiaro. Naso molto delicato con un mix di fiori e frutti rossi (fragola, melograno, ciliegia), leggera mineralità; palato armonico, gradevole, con equilibrio tra dolcezza da frutto e acidità che si traduce in un sorso fresco e persistente. Un vino molto “azzeccato” per questa tipologia.
Salento Rosato IGP “Malvasia” 2017 – Vigneti Reale (Malvasia nera 100%), grado alcolico 13%. Affinamento in acciaio. Macerazione sulle bucce circa 8 ore. Colore rosa corallo. Eleganti e delicati profumi di rosa rossa e poi di fragola e lampone; al gusto permane l’aroma di piccoli frutti rossi, il sorso molto fine mostra mineralità e sapidità. Vino piacevole e di una certa complessità.
Salento Rosato IGP “Duodecim” 2017 – Romaldo Greco (Negroamaro 100%), grado alcolico 13%. Affinamento in acciaio. Macerazione sulle bucce circa 12 ore. Colore rosa chiaretto. Molto fresco al naso, ciliegia e lamponi insieme con spezie dolci, balsamico; in bocca ritornano i frutti rossi (lampone) bilanciati da un retrogusto amarognolo, ne risulta un sorso armonico, sapido e beverino.
Salento Rosato IGT “Diciotto Fanali” 2014 – Cantine Apollonio (Negroamaro 100%), grado alcolico 14%. Affinamento di 12 mesi in barrique. L’affinamento in legno (non comune per questa tipologia) apporta a questo vino una struttura più da rosso che da rosato, a partire dal grado alcolico. Colore salmone brillante, al naso ha profumo intenso di frutti rossi; al palato rivela una struttura consistente e un fondo dolce, morbido di ciliegia e spezie.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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