“Siamo i custodi di un’eredità preziosa, con il coraggio di scrivere un nuovo capitolo tra i filari di casa” – dicono i giovani imprenditori Maria Luisa e Stelio della famiglia Verzera, un nucleo dai saldi valori che, dalla forza della terra, rinvigoriscono in quella dei legami affettivi e delle floride passioni. Questi custodi si abbarbicano tra l’ardore della bellezza architettonica e dello stile nel design d’interni (Maria Luisa, anche membro nazionale dell’Associazione Le Donne del Vino) e dell’Economia Aziendale (Stelio, con la mansione di Segretario anche nel Consorzio). Il loro GYPSOS, dal greco Gesso (nome dell’antico borgo), entra nella selezione 5StarWines in The Book del Vinitaly 2025, ottenendo un punteggio di 91/100. È l’unico Faro ad essere citatoin questo libro. Alla testa delle ricette enoiche, c’è il professionista – tecnico esperto che ha lavorato molto anche nelle cantine europee e su scala intercontinentale, l’enologo Nicola Centonze, e gli agronomi Marco e Nicola Gumina, lo zoccolo duro anche dell’Etna.
“Dai nostri vigneti a Gesso, alle porte della denominazione Faro DOC, portiamo avanti ogni giorno una sfida fatta di cura, autenticità e radici profonde – commentano i titolari ‘junior’ – Insieme a Maria Luisa e Stelio, ci sono le spalle sicure dei loro genitori Antonio Verzera e sua moglie Ketty che, per primi, hanno creduto nell’ “affaire du vin”, una faccenda che, per quei cinque ettari acquisiti nel 2020, necessita di investimenti economici (è inutile girarci intorno), oltre che di tempo ma anche di quel pizzico di “buona follia”, per addentrarsi con tutte le proprie scarpe tra gli appezzamenti e le annate che possono dimostrarsi una solenne promessa o “andare storte”. Il fondatore di questa realtà, Antonio, dichiara a Vinodabere: “Questa è una premialità inaspettata che ci fa ben sperare e rende meritevoli per il nostro comprensorio, ci dà una responsabilità che è nel vocabolo di una DOC messinese e quindi di una collettività. Vogliamo proseguire e incalzare su questa strada e con sempre nuovi input sulle metodiche di produzione moderne, una su tutte la nostra filosofia di contenere gli sprechi sull’impatto ambientale che stiamo concretizzando mediante il packaging del nostro secondo bianco Ibbisu”. L’annuncio di Antonio su nostra esplicita domanda per la ricettività turistica: “Entro la prossima estate, si creerà l’accoglienza nei vigneti che è, attualmente, ristretta ai buyers mentre gli interventi della nuova cantina termineranno fino ad assicurarne l’ingresso dopo l’estate; altra sorpresa, l’ampia sala degustazione al piano superiore, un locale distaccato ad effetto, prenderà luce e corpo nell’ultima fase dell’anno”.
Gypsos è una referenza a bacca rossa, punta di diamante dei Verzera, prodotta secondo il Disciplinare costituito nel 1976 che prevede e regolamenta la produzione di uve trasformate ed imbottigliate nel Comune di Messina ossia da Ponte Gallo a Giampilieri. A concorrere al blend di questo vino sono le percentuali di uve Nerello Mascalese da un minimo di 45% ad un massimo del 60 %, Nerello Cappuccio da 15 % al 30% Nocera tra il 5% al 10% ed il Nero d’Avola da solo o con Gaglioppo e/o Sangiovese fino al 15%. Gypsos dunque è il biglietto da visita per quelle piante cresciute nella frazione di Messina, dove si dilatano i Vigneti aziendali “intrisi” dello stesso minerale.
Con una linea stilistica personale, Gypsos, rappresenta la DOC Faro che è salvaguardata anche da uno specifico Consorzio, di cui fanno parte quasi tutti produttori di zona e che è presieduto da un’altra imprenditrice Enza La Fauci. È stato messo in commercio dall’ottobre 2023 con l’annata 2021 e lanciato durante la Targa Florio Classica 2023, famosa manifestazione automobilistica che lega il motorismo storico mondiale alla Sicilia e, di conseguenza, ai Vigneti Verzera.
L’Azienda delinea graficamente nelle etichette i veicoli storici della collezione di famiglia. Dai fari si irradiano fasci di luce, i quali esaltano il blasone, logo aziendale e nome stesso dell’etichetta. Ogni bottiglia viene completata con la gommalacca e punzonata a mano con il sigillo di famiglia.
L’affinamento dura complessivamente circa 24 mesi. Dopo la prima fase in acciaio, il blend effettua passaggi in nuovi tonneau di rovere di rovere francese, di media tostatura e gran riserva, prima di continuare l’affinamento risolutivo in bottiglia.
Nel 2022, è arrivato anche PHOS – IGT Terre Siciliane Bianco annata 2022, estratto da uve Nerello Mascalese vinificato in bianco in acciaio inox, con fermentazione a temperatura controllata, in blend con una percentuale di Chardonnay, vinificato interamente in tonneau. Freschezza ed equilibrio per questo bianco, con sentori organolettici siciliani e percezioni raffinate, come l’estetica trasmessa dalla bottiglia.
L’ultimo nato nel 2024 è il bianco “Ibbisu” (stavolta direttamente dal dialetto messinese con richiamo sempre al “gesso”) che è frutto della terra dove le vigne si nutrono, del minerale che lo incarna e della connessione vino e suolo che lo avviluppa. Ciò che contraddistingue questa referenza è il progetto di sostenibilità ambientale di una bottiglia con un vetro più leggero, con la possibilità di produrne in maggior numero e con un sistema annesso di riciclaggio cospicuo del cartone. L’impresa punta tanto a questa ideologia. 7 mila bottiglie di brillantezza nel colore del vino e di persistenza al palato. Si tratta di Nerello Mascalese vinificato in bianco con la particolarità di una piccola percentuale di Moscato Bianco; affina sei mesi solo in acciaio e bottiglia. Ogni sorso di “Ibbisu” arresta il tempo, descrivendo gli elementi di un sito e un paesaggio unici.
Per il momento e fino alla vendemmia 2024, tutte e tre le etichette che ammontano a 14 mila bottiglie annue sono sottoposte a vinificazione all’Istituto Agrario “Cuppari” di Messina. Per quest’anno, la famiglia Verzera si è prefissata di raggiungere gli obiettivi di attrezzarsi con la cantina e un’esperienza di degustazione sensoriale completa. A fine 2026, si potranno tiranno le somme per l’ospitalità tracciata con otto suite e la Spa.
L’Azienda dei Vigneti Verzera sostiene il perfezionamento dei giovani della Città dello Stretto: ha stipulato, infatti, una convenzione con l’Ateneo peloritano perché gli studenti invogliati e incuriositi possano svolgere il tirocinio formativo nei propri spazi.
La famiglia seleziona parecchio le sue partecipazioni: è stata alla terza edizione di “Taurmè” alla fine dello scorso mese in una solare Taormina e lo scorso dicembre alla prima edizione di “Vinacria – Ortigia Wine Fest”. Quest’ultima un rendez-vous, in una incantevole sede, con molti turisti, intenditori e clienti. In una delle masterclass previste, #Fuorizona, gli appassionati e/o tecnici del settore con un blinding taste quindi alla cieca hanno assaporato i vini proposti tra cui il Phos, IGT Terre Siciliane Bianco, che ha stuzzicato la platea.
È nelle autovetture d’epoca che sia il padre che i figli recuperano e compendiano ogni parabola dell’istinto dell’imprenditore, così come in ogni curva nella Targa Florio che hanno vissuto a metà dello scorso novembre per l’evento tradizionale 2024 “mentre i panorami siciliani circostanti seguitano a raccontare le nostre passioni”.

Mi immergo ed entro in sintonia da Giornalista nelle storie di cibo, vino, birra, beverage, di campi di grano così come di uliveti e di prodotti agroalimentari e poi le racconto con i loro creatori e i loro territori, fornendo la curiosità e il fascino che meritano. E questo lo faccio con la predisposizione della notizia di chi è cronista del settore “bianca” (e di politica) da un ventennio ma anche conduttrice televisiva, di telegiornale e di trasmissioni TV e di rassegne artistico – culturali, enogastronomiche (anche itineranti con interviste, talk-show e promozione turistica). Degusto vino da sommelier ma lo degustavo ancora prima per passione. Organizzo eventi e mi occupo di uffici stampa e pubbliche relazioni in maniera trasversale dal sociale allo spettacolo, dalle grosse segreterie politiche a quelle sindacali, passando persino per lo sport. Sono convinta che ogni giornata bella o brutta debba concludersi con un vino superlativo nel calice adatto (MAI quello sbagliato!) che ti può fare svoltare la nottata. La libertà è anche questo e alla libertà non si rinuncia MAI, soprattutto a quella di esprimere e scrivere qualunque cosa con competenza.
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