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Viaggio nelle Terre di Pisa – Prima Puntata: Il Ceppatella e gli altri vini di Fattoria di Fibbiano

Mancavamo da queste zone da qualche anno. È stato dunque interessante esplorare i territori della denominazione d’origine controllata Terre di Pisa (nata da non molti anni), per capire lo stato dell’arte della produzione vinicola locale.

Ed allora abbiamo cominciato visitando l’azienda del presidente del Consorzio per la tutela dei vini delle Terre di Pisa Nicola Cantoni.

Siamo tra Pisa e Volterra, a Terricciola, e stiamo parlando della Fattoria di Fibbiano, di proprietà dei fratelli Nicola e Matteo Cantoni, che a fine anni ’90, affascinati dal posto, si sono trasferiti dal Nord Italia, in questo bellissimo poggio toscano.

75 ettari di cui 20 vitati ed un antico casale interamente ristrutturato dove si trovano  l’agriturismo e gli alloggi della famiglia Cantoni.

Ciò che ci ha particolarmente colpito è il miglioramento qualitativo della produzione aziendale, che presenta una gamma abbastanza variegata con vini mai banali (nemmeno quelli cosiddetti di ingresso).

Ecco cosa abbiamo assaggiato:

Fonte delle Donne 2018. Taglio paritario di Vermentino e Colombana. Naso interessante con note di acacia, fieno, frutta e fiori bianchi, speziatura leggera. In bocca ha buona sapidità, finale minerale e agrumato, quasi citrino. Bottiglia forse un po’ più introversa di quella provata quattro anni fa, dell’annata 2014. 87/100.

Morfeo Metodo Classico Pas Dosé S.A. (in prevalenza uve della vendemmia 2016). È la versione con bollicine del vino successivo, entrambi ottenuti da Sangiovese in purezza. Olfatto un po’ timido, sorso leggermente rustico, ravvivato da una buona scia salina e da un frutto preciso e croccante. 87/100.

Sofia 2018 (rosato). Naso molto raffinato, fiori secchi, melone, acqua di rose; ma è in bocca il suo punto di forza, dove l’energia e il carattere del Sangiovese emergono in una chiusura lunga e complessa. Uno dei migliori “vini rosa” toscani assaggiati negli ultimi anni. 93/100.

Le Pianette 2016. Sangiovese con saldo di Colorino (30%), ha un tannino leggermente rugoso ma buona espressione di frutto e persistenza rinfrescante e inaspettatamente agile.

Chianti Sup. Casalini 2016. (90% Sangiovese e 10% Ciliegiolo) Floreale e terroso, macchia e ciliegia: già ai profumi si rivela un rosso di classe, profondamente toscano, di bella sapidità, dai tannini fitti e finale verticale. Strutturato ed elegante. 92/100

Ciliegiolo 2016. Naso molto espressivo, speziato, ematico, con mirtilli e radici. In questo momento è in gran beva, succoso e dinamico, con chiusura non particolarmente lunga ma davvero piacevole. Può creare dipendenza. 94/100.

Sanforte 2014. Dall’uva omonima, conosciuta come Sangiovese Forte ma che potrebbe al contrario non avere nessuna parentela col vitigno tosco-romagnolo. Un po’ spettinato all’olfatto, pepe e ciliegia; palato sulle prime poco coerente, calore alcolico e struttura leggera (dovuta all’annata piovosa); recupera nel finale con succo e bella progressione gustativa. Sembra al suo apice. 92/100.

L’Aspetto 2013. Taglio paritario di Sangiovese e Canaiolo, con aromi precisi di sottobosco, amarena, tabacco e lieve scia speziata; il tannino addolcito dagli anni in vetro dialoga efficacemente con una trama minerale notevole, chiusura fresca di arancia rossa e bacche nere. All’altezza di un Chianti Classico o di un buon Brunello, può crescere ancora. 95/100.

Terre di Pisa Ceppatella 2015 (anteprima). Gli evidenti progressi di questa azienda sono testimoniati dal vino in questione, ottenuto da vigne vecchissime, in certi casi ultracentenarie, che sfodera profumi di grande complessità aromatica: cuoio, tabacco, è ancora un po’ compresso dal recente affinamento, ma sono nitidi anche i riconoscimenti di ciliegia e viole e un sottofondo di spezie. Anche in bocca, nonostante spinga in prevalenza il tasto della maturità del frutto, come molti rossi di pari annata, è intenso e multiforme. Promettentissimo. Il “fratello maggiore” del 2013 è al momento meno leggibile, ma può vantare una notevole struttura e un finale terroso e succoso. 96/100.

 

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