L’azienda Buglioni è un’altra delle interessanti realtà vitivinicole presentataci dall’ agenzia di comunicazione “Pr Comunicare il vino” di Riccardo Gabriele, nell’elegante ed accogliente ambiente del ristorante “Al Ceppo” di Roma.
Un’azienda giovane, che interpreta e realizza vini della Valpolicella in modo moderno e che, attenzione, in questo caso non vuol dire stravolgere l’impronta gustativa di questi vini ovvero quello che il “terroir” comunica attraverso quelle uve – Corvina, Molinara, Corvinone, Rondinella, Oseleta, Croatina, Perlara e Negrara – che hanno trovato in quella zona la loro massima espressione.
Se pensiamo ai più tradizionali e blasonati vini della Valpolicella, Amarone e Ripasso in particolare, vengono in mente vini con preponderanza di profumi da uve surmature, vini muscolari, con una “densità” (estratto secco, grado zuccherino residuo) molto elevata dove l’uso del legno è a volte preponderante; vini che hanno prodotto (e ancora producono) delle eccellenze, ma che fanno ormai parte di uno stile di produzione che ha furoreggiato negli anni ‘80-‘90 ma che oggi sono forse un po’ superati dalla ricerca di vini più “sottili”, “leggeri” dove piuttosto che la “potenza”, l’intensità o il grado alcolico, si ricerca la raffinatezza e l’eleganza di profumi e aromi che siano anche il più possibile aderenti alle caratteristiche delle uve e del territorio e meno influenzati dall’uso di tecniche di cantina.
La degustazione dei vini dell’ Azienda Buglioni al ristorante Al Ceppo di Roma
In sostanza quello che colpisce e che hanno di innovativo i vini di Buglioni è la freschezza, anche nel caso dell’Amarone o del Ripasso, ovvero l’equilibrio tra il fondo dolce e l’acidità che rendono questi vini più “leggeri” e scorrevoli al sorso, mettendo in evidenza anche una ottima ampiezza e finezza di aromi.
La raccolta delle uve avviene da fine settembre alla prima decade di ottobre; parte delle uve (tutte per l’Amarone, nessuna per il Valpolicella Classico) vanno in appassimento, che dura da 1,5 a circa 3 mesi (per l’Amarone); per evitare un carico eccessivo di zuccheri e alcol le uve vengono fermentate singolarmente e il blend viene fatto successivamente.
Mariano Buglioni è diventato produttore di vino quasi per caso. Quasi perchè la passione per il vino c’è sempre stata. Tutto comincia nel ’93 con l’acquisto di un rustico che, incidentalmente, aveva annesso un vigneto. Dopo vari tentativi di vendere le uve e/o trovare qualcuno che si occupasse del vigneto, si decide nel 2000 di provare a produrre in proprio e nel 2002 in particolare inizia la collaborazione con un giovane enologo, specializzato in vini rossi, uscito dalla scuola enologica di San Michele all’Adige: Diego Bertoni. Da subito, già nel 2004, viene adottata una modalità di vendita piuttosto innovativa per l’epoca, che affianca ai canali di vendita tradizionali anche un punto vendita “monomarca” in pieno centro storico a Verona, che appunto vende solo prodotti aziendali: si chiama Osteria del Bugiardo (e si rivela un successo). Si chiama così perché un sommelier, tra i primi ad assaggiare i vini di Buglioni, scambiò il Valpolicella Ripasso per un Amarone, e quando gli si fece notare la cosa disse che era un vino bugiardo, perché aveva un bouquet da Amarone anche se meno alcolico della media, più profumato e con un sorso più scorrevole e beverino.
Nel “gioco” della degustazione è stato anche valutato quale fosse il miglior abbinamento tra alcuni piatti proposti dall’ottima cucina del ristorante e la gamma di vini assaggiati. Di seguito gli assaggi e l’abbinamento risultato a nostro parere più appropriato.
Molì 2016 – Rosato frizzante (uve Molinara 100 %). Alcol svolto 10,7%.
Un vino da aperitivo, con perlage fine, profumi di fiori bianchi e fruttato di agrume. Gusto asciutto e fresco con ritorni fruttati di pompelmo rosa.
Valpolicella Classico 2016 – (uve 60% Corvina, 25% Corvinone, 10% Rondinella, 5% Croatina). Alcol svolto 12,6%.
Vino base dell’azienda, permane qualche mese in acciaio. All’olfatto ha profumi fruttati e di spezie nere (chiodi di garofano, pepe nero), con un tocco vegetale. Al gusto è sapido, con aroma di succo di ciliegia, fresco , beverino, dal sorso scorrevole e molto piacevole.
Valpolicella Classico Superiore “L’imperfetto” 2015 – (uve 50% Corvina, 20% Corvinone, 25% Rondinella, 5% Croatina). Alcol svolto 13,3%.
18 mesi in acciaio, poi passaggio di 6 mesi in tonneaux, che serve per ossigenarlo e arrotondarlo. Profumi di fiori e frutti rossi (ciliegia matura), balsamico (menta). Ingresso morbido e vellutato nel palato, ma con acidità importante che armonizza il sorso. Leggere note legnose nel finale.
Buono in abbinamento con tartare di fassona e gelato di parmigiano.
Valpolicella Ripasso Classico Superiore “Il Bugiardo” 2015 – (uve 60% Corvina, 20% Corvinone, 10% Rondinella, 5% Croatina, 5% Oseleta). Alcol svolto 14,6%.
Dall’uva vinificata fresca si ottiene un vino destinato alla tradizionale tecnica del ‘Ripasso’ sulle vinacce dell’Amarone. L’uva appassita viene vinificata a novembre e fatta macerare per 20 giorni a contatto con le bucce. Al naso sentori di frutta rossa (amarena), spezie (chiodi di garofano, noce moscata, pepe nero, cannella), tabacco biondo. Aromi di frutta rossa matura, tannino vellutato, un tocco di acidità, sorso caldo, armonico, finale abbastanza persistente con un fondo dolce in leggera prevalenza.
Il timbro gustativo di questo vino si sposa con la consistenza della tartare di fassona e l’esuberanza del gelato al parmigiano.
Amarone della Valpolicella Classico D.O.C.G. 2013 – (uve 60% Corvina, 20% Corvinone, 10% Rondinella, 5% Croatina, 5% Oseleta). Alcol svolto 14,6%.
Il vino subisce una maturazione in tonneaux e parte in botte grande per 30 mesi. Affinamento in bottiglia per 12 mesi prima della commercializzazione.
Profumi di frutta surmatura (confettura di frutti rossi), spezie, note balsamiche (eucalipto), liquirizia, tabacco, caffè. Ai toni dolci che si diffondono inizialmente nel palato fanno da contraltare nel finale acidità e sapidità ben presenti. Un vino dal sorso raffinato ed elegante già oggi ma con ancora molti anni davanti.
Ottimo in abbinamento con lo stracotto al vino di guanciola di manzo.
Piatti in abbinamento
• stracotto al vino di guanciola di manzo (e contorno di patate e fagiolini); “obbligatorio” l’Amarone per integrare lo stracotto al vino.
• tartare di fassona e gelato di parmigiano; abbinamento ottimo con il Ripasso, che si sposa con la dolcezza della tartare e attenua l’esuberanza del parmigiano.
• pappardelle fatte in casa con porcini e polvere di ciauscolo; la dolcezza delicata del porcino si accompagna bene con il Valpolicella Superiore, ma anche con il Ripasso.
• polpettine in salsa di melanzane; l’abbinamento con il beverino Valpolicella classico risulta ottimale.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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