Taormina Gourmet, giunta alla sua nona edizione, è tra i più importanti eventi del Sud Italia dedicati al meglio del food & beverage e si è tenuto a Taormina dal 22 al 24 ottobre presso l’hotel Villa Diodoro. Un evento organizzato da Cronache di Gusto, Fizz Comunicazione e l’Associazione Bica. Il programma prevedeva tante iniziative ed ampio spazio è stato dedicato ai grandi vini, sia nazionali che internazionali, attraverso masterclass e banchi di assaggio. Si sono tenute anche alcune premiazioni tra cui: quella sui migliori vini del Sud Italia, nell’ambito del concorso Sud Top Wine (link), grazie al lavoro di una giuria di esperti di fama internazionale guidata da Daniele Cernilli; la premiazione del sommelier con la maggiore conoscenza sul vino siciliano degli Stati Uniti, merito di una selezione dell’agenzia Colangelo & Partners di New York; la premiazione dei vini Imperdibili della Guida ai Vini dell’Etna 2023, pubblicata da Cronache di Gusto.
Nel campo del Food si sono svolti numerosi cooking show e pizza show tenuti dai più bravi giovani chef emergenti siciliani e dai migliori pizzaioli dell’isola. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi giornalisti italiani e stranieri, Master of Wine e gli allievi e Ambassador di Vinitaly International Academy.
Descriviamo nel seguito alcuni degli eventi più interessanti che abbiamo seguito, in particolare le masterclass sui vini, tenute con un approccio molto didattico ed informativo, utile sia al neofita che all’esperto degustatore, che hanno permesso di approfondire gli aspetti più interessanti e peculiari – come il terroir, la storia e la cifra stilistica – legati ai vari vini e vitigni.
Iniziamo con la masterclass su Alto Piemonte, Brunello di Montalcino, Etna Rosso, condotta da Federico Latteri di Cronache di Gusto e Daniele Cernilli (Doctor Wine).
All’interno della masterclass è stato organizzato un “gioco” per chi voleva partecipare: un blind tasting con 12 vini annata 2017 suddivisi in 4 terne, ogni terna di bicchieri rappresentava i tre territori – Alto Piemonte, Montalcino ed Etna – e bisognava riconoscere, tramite la degustazione, a quale territorio apparteneva il vino contenuto in ciascun bicchiere. Un gioco interessante che ha permesso, con le informazioni fornite a supporto dai docenti, di indagare ed apprezzare le caratteristiche e le diversità dei vari vini/vitigni; verificare ad esempio come la florealità e la fruttuosità delicata e fine del Nebbiolo dell’Alto Piemonte si differenziasse dalla speziatura ed acidità dell’Etna rosso o dal corpo potente e tannico del Brunello di Montalcino.
Tra i vini assaggiati vi segnaliamo:
Etna Rosso Riserva Zottorinoto 2017 – Cottanera.
Uve Nerello Mascalese 100 %, affinato 24 mesi in legno grande. Profumi classici di spezie scure, erbe mediterranee, note minerali e frutti di bosco. In bocca il sorso è denso e succoso, il tannino è vivo ma levigato. Mostra eleganza e struttura.
Brunello di Montalcino 2017 – Caprili.
Brunello da vigneti della zona sud-ovest, tra le più alte di Montalcino, evidenzia toni raffinati e complessi, spezie, tannini fini e smussati, meno materia e frutto rispetto ai conterranei coltivati a quote più basse, ma un sorso sapido di grande eleganza.
Gattinara “Tre Vigne “2017” – Travaglini.
Vino molto territoriale, al naso sentori di spezie e piccoli frutti di bosco (mirtillo e mora). La bocca è coerente con ritorni di frutti di bosco, il sorso è caldo, suadente, grazie ad un ottimo equilibrio tra acidità, frutto e tannini vellutati.
Proseguiamo con “Riesling senza frontiere “, una delle più interessanti ed istruttive masterclass a cui abbiamo assistito
Francesco Pensovecchio (giornalista esperto nel settore cibo, vino e ospitalità) ci ha condotto in un viaggio attraverso i diversi territori in cui questo vitigno, diffuso in quasi tutta Europa, si esprime al meglio – dalla Germania, alla Francia, all’Italia, alla Svizzera, all’Austria e al Lussemburgo – illustrandoci le specificità delle varie zone. Territori, microclima e diversità di vinificazione riescono a dare delle espressioni diverse a questa tipologia di vino. Il Riesling condivide con il Pinot Nero il grande potenziale di longevità (30-40 anni) e può essere da molto secco a molto dolce o con botrytis… potremmo dire che in generale il Riesling francese può essere sia secco che dolce, quello austriaco si distingue per i toni minerali e di idrocarburo, quello tedesco – caratterizzato da diverse varietà/denominazioni – per la grande mineralità e per profumi/aromi che variano da accentuata sapidità, sensazioni erbacee ed agrumate a note dolci di frutta candita e miele, quello italiano per la fragranza fresca di frutta bianca ed esotica.
Tanti i vini assaggiati (13), vi riportiamo le note gustative dei seguenti:
GERMANIA / MOSEL Cantina Forstmeister Geltz Zilliken – “ Rausch“ 2021
L’azienda si trova a Saarburg sul fiume Saar, nella zona della Mosella. La composizione del suolo è mista, tra ardesia, roccia sedimentaria e terra rossa. Al naso le note minerali, di fiori bianchi e agrumi comunicano freschezza. La bocca è caratterizzata da un’acidità intensa e delicata e da un gusto molto secco, con ricordi di agrume e pietra focaia.
GERMANIA / MOSEL Cantina Von Schubert Grünhaus – “ Abtsberg Spätlese“ 2018
La cantina Von Schubert sorge sulle rive del fiume Ruwer, un affluente della Mosella. Uve raccolte in vendemmia tardiva che si riflette nel vino con gli aromi dolci del palato (ma non c‘è zucchero aggiunto). Ha sentori intensi di pietra focaia, fiori (gialli e secchi), note erbacee ed affumicate. Nel palato ha un attacco dolce e fruttato (melone, pera, uva passa, susina), bilanciato da una acidità fine che genera un sorso succoso e armonico.
AUSTRIA / WACHAU Tenuta Prager – Smaragd “Ried Klaus” 2021
Le vigne aziendali si trovano su terrazzamenti nella vallata del Danubio, a Wachau, una delle più belle valli fluviali d’Europa, patrimonio Mondiale dell’UNESCO. La vicinanza del Danubio, pendii soleggiati e notti fresche creano un habitat ideale per la viticoltura. Il Ried Klaus ha profumi minerali (pietra) e di idrocarburo, seguiti da sentori agrumati e di pesca bianca. Nel palato sapidità e acidità sono mescolate a una dolcezza fruttata (ananas, mela, pera) ed a un elegante retrolfatto minerale.
FRANCE / ALSACE Domaine Josmeyer – Grand Cru “Hengst” 2015
La cantina si trova in località Hengst nel dipartimento francese dell’Alto Reno in Alsazia, caratterizzato da terreni calcarei e marne. Il Riesling Grand Cru Hengst proviene da agricoltura biologica e biodinamica. Al naso emergono note minerali e di kerosene, seguite da delicati sentori di pera e pesca bianca. In bocca è ricco, morbido, suadente, con eleganti aromi di pera e mandarino.
ITALIA / SICILIA Cantina Planeta – “Eruzione 1614” Etna, Riesling Terre Siciliane Igt 2020
Pochissime bottiglie prodotte, 400, per questo Riesling proveniente da Sciaranuova, ad oltre 800 metri di quota sui terreni ricchi di minerali e sabbie laviche dell’Etna. Al naso ha sentori freschi e giovanili di mela, limone, fiori gialli, con sfumature minerali e di kerosene. Nel palato risalta la vena minerale accompagnata da sapidità e un finale persistente di frutta bianca.
Altra interessante masterclass è stata “Orange Wine, molto più di una moda” dedicata, in questo caso, ai vini bianchi sottoposti a lunghe macerazioni.
Marcello Ingrassia, esperto e collaboratore con varie pubblicazioni di settore, ci ha guidati attraverso la degustazione di una selezione di vini bianchi italiani macerati. Un po’ di storia va però fatta per inquadrare meglio la tipologia di vini che stiamo considerando. L’Orange Wine è una metodologia antica di fare vino, tornata in questi giorni a godere di particolare attenzione ed interesse. In Georgia è sempre stata la modalità tradizionale di fare vino, poi diffusosi (poco) nel mondo. Questa modalità prevede di far fermentare ed affinare non solo il succo, ma anche le bucce, i semi e le vinacce, senza filtro alcuno, per lungo tempo in grandi anfore di terracotta interrate. Il risultato è qualcosa di molto diverso da ciò a cui il palato dei consumatori europei è abituato: a seconda dei tempi e modi di macerazione i vini possono risultare molto “estremi”: opulenti con alto contenuto tannico, “scorbutici” al primo impatto. Ma nel tempo questa tecnica si è affinata e diversificata e si sono sviluppate modalità di lavorazione più soft che hanno dato origine a vini non necessariamente vinificati in anfora e con tempi di macerazione in media minori. Il risultato sono vini meno estremi dei classici vini georgiani. In Italia questa metodologia si è sviluppata grazie ai produttori dei cosiddetti “vini naturali”, in particolare per i vini bianchi, ed ha generato la categoria dei vini macerati.
Ma andiamo a scoprirli attraverso alcune delle nostre note gustative:
Terre Siciliane IGP Zibibbo Macerato 2021 – Cantina Funaro
I vigneti di Zibibbo sono locati a 400 metri di quota nella valle del Belice. Vino non filtrato che subisce una breve macerazione (5 giorni) e permane 6 mesi in bottiglia. Ha profumi di pesca bianca, pompelmo e fiori bianchi, con cenni affumicati. In bocca è fresco, con ricordi di frutta bianca e un’acidità delicata. Un esempio di vino macerato “light”, semplice e di ottima bevibilità.
Venezia Giulia IGT Vitovska 2019 – Zidarich
Siamo nel Carso friulano, in una piccola zona vicino Trieste, dove la Vitovska viene coltivata su terreni calcarei e terra rossa carsica. È un vino macerato sulle bucce in tini aperti e affinato due anni in botte grande. Al naso esprime profumi puliti che variano dai toni floreali, all’agrume, alla spiccata mineralità, a note salmastre e al miele. Al gusto è fresco e corposo, salino, con ricordi di frutta gialla matura. Esempio di vino di buona struttura, con un corredo aromatico complesso.
Calabria Bianco IGT Jancu 2021 – Casa Comerci
Vitigno Greco di Bianco, coltivato a 250 metri di quota su suoli sabbiosi nei pressi di Vibo Valentia. Le uve subiscono 70 giorni di macerazione sulle bucce e 6 mesi di affinamento in acciaio. Al naso sentori variegati di fiori secchi, iodio/alghe, mela cotogna e note carnacee. La beva è pulitissima, emergono la decisa acidità e i tannini; aromi di torrone alla mandorla, agrumi e ritorni iodati. La lunga macerazione sulle bucce induce una sostanziosa ricchezza aromatica nel vino che ne fa un esempio di “orange wine” più vicino ai modelli georgiani.
Pizza show
Lato Food segnaliamo, nell’ambito dei “Pizza Show”, la performance di Giuseppe Schembri, chef della pizzeria “360 gradi” di Delia (Caltanissetta), recensita con uno “spicchio” del Gambero Rosso e vincitrice del premio “Pizzeria Innovativa” al concorso “Migliori Pizzerie di Sicilia 2022“. La pizza proposta ha un look davvero insolito, l’impasto color cenere tendente al nero fa pensare al carbone di legna, in realtà si tratta di un impasto al nero di seppia.
Pizza “Neramare” – pizzeria “360 gradi”
Tonda croccante, impasto * al nero di seppia, condita con ragù di pesce (soffritto di sedano, cipolla e carote a cui vengono aggiunti calamari, pesce spada, vongole e cozze), polpa di pomodoro, stracciatella di vaccina, germogli d’aglio e pepe nero. Ottima croccantezza per una pizza insolita, dai sapori delicati e molto ben amalgamati.
* il preimpasto biga fa 24 ore di fermentazione e viene unito a farine varie più il nero di seppia.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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