Dall’8 al 10 marzo è stata presentata nei flagship della Rinascente di varie città (Roma,Cagliari, Torino, Monza e Catania e a Firenze, nell’ambito del salone Taste) la sesta edizione di So Wine. Nei negozi Rinascente sono presenti eleganti e raffinati spazi dedicati ai wine lovers, dove poter comprare e/o degustare bottiglie ricercate e di alta gamma, all’altezza del brand Rinascente. Due volte l’anno questi spazi si popolano di produttori, enologi e sommelier che offrono al pubblico presente l’occasione di poter degustare questi vini, conoscerne la storia, i territori di provenienza, le uve che li compongono e gli abbinamenti consigliati.
Abbiamo partecipato a So Wine visitando gli Store di Roma, a via del Tritone e a piazza Fiume.
La Rinascente di via del Tritone è posizionata in una sede di grande prestigio, a pochi passi da Fontana di Trevi e da piazza di Spagna. All’ultimo piano c’è un ampio spazio con scaffali dove si possono trovare alcuni tra i più famosi vini italiani (e non solo), ma soprattutto c’è un grande e raffinato wine bar e un roof garden spettacolare con una vista sui luoghi più belli di Roma, dove si può incontrare una folta clientela, di prevalenza internazionale, che degusta vini, bollicine e distillati di ogni tipo.
Più raccolto, intimo, lo spazio della Rinascente di piazza Fiume dedicato agli amanti del buon bere. Lo spazio wine&food è completato da un caffè/wine bar con vista sulle Mura Aureliane.
Le cantine presenti nelle due location spaziavano da quelle con grande tradizione e blasone ad altre più giovani ma tutte di alto livello qualitativo: Cantine Risveglio, Castellare di Castellina, Corte dei Venti, Cusumano, Falesco, Feudi di San Gregorio, Firriato, Grattamacco, Mustilli, Paolo e Noemia D’Amico, Pira, Planeta, Pommery, Primosic, Taittinger, Tenuta Sant’Antonio, Vajra.
Un ringraziamento particolare a Carlo Dugo, CEO dell’agenzia Enosis, che ci ha accompagnato durante le nostre degustazioni, presentandoci ai produttori e agli operatori della manifestazione.
Vi riportiamo di seguito una panoramica dei nostri assaggi:
Taurasi DOCG 2013 13,5% – Azienda Agricola Fiorentino (Aglianico 100%). Situata a Paternopoli (AV), nel cuore dell’Irpinia, l’azienda, all’avanguardia in tema di bioarchitettura ed ecocompatibilità, ha scelto di concentrare tutti i suoi sforzi sulla vinificazione dell’Aglianico, seguendo la tradizione familiare e la vocazione del territorio. Affinamento in botte, barrique e vetro. Al naso frutta scura (prugna, mora, mirtilli) e spezie (pepe nero), sbuffi balsamici (eucalipto). Anche al palato mostra un bel ventaglio di aromi: le spezie, la liquirizia, il cioccolato amaro; il fruttato si fonde con la sapidità e il tannino è composto e levigato. Il retrogusto è amaricante e termina con una scia salina.
Irpinia Aglianico DOC “Celsì” 2013 13% – Azienda Agricola Fiorentino (Aglianico 100%). Affinamento otto mesi in barrique e poi bottiglia. Usa le stesse uve del Taurasi. Profumi floreali (viola) e poi ciliegia, prugna, ribes con note balsamiche e mentolate. Ingresso morbido in bocca, il fruttato intenso (amarena) invade il palato e poi progressivamente lascia il posto ad una acidità importante che domina il sorso, con un tannino delicato e vellutato in sottofondo.
Calanchi di Vaiano 2017 IGP Lazio 14% – Azienda Paolo e Noemia D’Amico (Chardonnay 100%). Il vino prende il nome dai “Calanchi”, territorio di origine vulcanica, argilloso e calcareo, nell’alta Valle del Tevere. Affinato solo in acciaio e bottiglia, per conservare le caratteristiche del terroir e del vitigno, ben presenti nei profumi inizialmente floreali di biancospino e poi di frutta gialla e frutta secca ma anche intensamente minerali di questo vino. Il sorso è fresco, sapido, molto persistente e scorrevole, con retrogusto minerale e fruttato.
Chardonnay Vigneto “Gmajne” 2013 DOC Collio 12,5% – Azienda Primosic (Chardonnay 100%). Una delle aziende storiche del Collio goriziano. La bottiglia “numero uno” del Consorzio Collio esce da questa cantina. Lunga permanenza sui lieviti, invecchiamento in caratelli di rovere per dodici mesi e poi in bottiglia. Al naso note di fiori bianchi e leggera vaniglia. In bocca si rivela tutto lo spettro di aromi dello Chardonnay: dall’agrume alla pesca bianca, alla mela; il frutto, succoso, è bilanciato da acidità e sapidità. Un vino elegante, di lunga persistenza.
Grattamacco 2015 Bolgheri Superiore Rosso DOC 14,5% – Azienda Collemassari (Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 20%, Sangiovese 15%). Uno dei primi e più famosi Supertuscan, che a partire dagli anni ’70 ha dato un contributo decisivo alla nascita e all’affermazione nel mondo di questa particolare ed innovativa (all’epoca) categoria di vini toscani. Si presenta con profumi di fiori rossi seguiti con maggiore intensità da lampone e marasca, poi spezie dolci e note balsamiche. L’ingresso in bocca è dolce, rotondo, coerente con l’olfatto (ciliegia matura), bilanciato da una vena acida e dinamica che si sviluppa al centro del palato. Tannini fini, setosi. Il timbro gustativo del vino è tutto giocato sulla finezza e l’eleganza anche se la potenza e la ricchezza dell’annata si fanno sentire nel sorso succoso e di grande corpo. Caratteristiche che fanno immaginare un potenziale di affinamento e invecchiamento da grandissima annata.
Télos Il Bianco IGT Veneto 2017 12,5% – Tenuta Sant’Antonio (Garganega 80%, Chardonnay 20%). Dalla linea “senza solfiti” di questa solida azienda del Valpolicella, rinomata per i suoi Amarone, ecco un bianco di bella precisione esecutiva e al tempo stesso diretto, espressivo. Profumi semplici ma molto puliti di frutta bianca (uva, mela), camomilla, cedro, mandorla, salvia, menta; sorso generoso, molto naturale nello sviluppo, sapido, avvolgente e di buona persistenza, su toni di miele millefiori e frutta secca.
Cerasuolo di Vittoria DOCG 2017 13% – Planeta (Nero d’Avola 60%, Frappato 40%). Unica DOCG siciliana, nella versione più semplice che da anni propone la cantina di Melfi (accanto alla selezione Dorilli), da terreni sabbiosi e ricchi di ferro. Al naso la ciliegia del Nero d’Avola si intreccia con la fragola e la speziatura gentile del Frappato, e si completa con suggestioni di macchia mediterranea (mirto); in bocca è molto succoso e scorrevole, il tannino è quasi impercettibile mentre nel finale riemergono note floreali (rosa), di lampone e melograno. Non male anche il bianco etneo Eruzione 1614 Sicilia DOC 2017, da Carricante con piccolo saldo di Riesling (10%).
Brunello di Montalcino DOCG 2014 13,5% – Corte dei Venti (Sangiovese Grosso 100%). Di anno in anno i vini di Clara Monaci ci convincono sempre di più per chiarezza espositiva e beva trascinante. Non fa eccezione questo Brunello, che sembra assecondare un’annata piovosa e difficile spingendo ancora di più sul lato dell’eleganza e della freschezza: il resto lo fa il terroir di Piancornello, terre rosse ricche di ferro e calcare, ai piedi dell’Amiata. Un Sangiovese esemplare, coinvolgente, salino, già pronto da bere ora ma con buoni margini di evoluzione nei prossimi anni.
Barolo DOCG Bricco delle Viole 2014 13,5% – Vajra (Nebbiolo 100%). L’azienda ha nel suo portfolio referenze ben note agli appassionati, come la Barbera, la Freisa e il Moscato; ma come è naturale per chi ha le vigne sulle colline che circondano il paese di Barolo, il cuore della produzione rimane il Nebbiolo. E questa, che è l’etichetta più prestigiosa della famiglia Vaira, non tradisce neppure in un millesimo complicato: olfatto intrigante, floreale e balsamico, speziatura leggera, arancia rossa; l’estrazione del tannino è chirurgica, di buona struttura anche se chiaramente non sarà un’annata da lunghissimo invecchiamento. Anche in questo caso è un vino già godibile da giovane, sapido e leggiadro, che però migliorerà per almeno un lustro.
Taurasi DOCG 2013 13,5% – Feudi di San Gregorio (Aglianico 100%). Il Taurasi “annata” di questa grande e celebre cantina di Sorbo Serpico conferma che da alcuni anni anche qui, dopo una piccola pausa, a fine millennio, per certe tendenze di stile “internazionale”, è stato scelto saggiamente di tornare a un’espressione più fedele alla storia e alla tradizione del territorio irpino. Un grande Aglianico da una bellissima vendemmia, ecco cosa ritroviamo nel bicchiere: profumi balsamici (liquirizia e ginepro), di bacche scure del bosco, cacao, cuoio e tabacco. Sorso ricco, lungo, agile, dal “nervosismo” molto tipico ma paradossalmente con un suo equilibrio. È di sicuro un vino con enormi margini di evoluzione. Di buona stoffa anche il Greco di Tufo DOCG Cutizzi 2017.
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