L’isola di Sant’Antioco, nella parte sud-occidentale della Sardegna, si caratterizza per i suoli sabbiosi a disfacimento trachitico, dove la vite viene coltivata ad “alberello latino”. Questa tipologia di allevamento delle piante è un punto di riferimento per la viticoltura del Sulcis, dove la particolare composizione dei terreni ha permesso anche il mantenimento della tradizionale coltivazione a piede franco, ovvero delle vigne pre-fillossera, sopravvissute alla devastazione del 1880 del parassita arrivato in Europa dalle Americhe, e che ha costretto la stragrande maggioranza dei vignaioli ad adottare la coltivazione della vite con innesto su piede americano, perdendo così una parte del patrimonio genetico ed alla fine anche organolettico che quelle piante trasmettevano nel vino.
In questo ambiente, circondato da macchia mediterranea, tra cespugli di mirto e lentischio, a ridosso del mare, risiedono i vigneti della Cantina Sociale Sardus Pater. Costituita nel 1949 come società cooperativa a.r.l., ha iniziato l’attività nel 1955; ha più di 200 soci conferitori delle uve e possiede circa 300 ettari di vigneto di cui 200 a piede franco. La maggior parte dei vigneti (di età media 80 anni, ma alcuni arrivano a 150 anni), sono di Carignano, il vitigno principe di questi luoghi, che danno origine ai vini più pregiati della cantina. Vi è inoltre una curata produzione di Vermentino e, in quantità minori, di uve Moscato, Nasco, Monica e Cannonau.
Come molte realtà dell’area, la cantina ha saputo cogliere con tempismo la rinascita del vino di qualità in Italia, riconvertendosi da fornitore di enormi quantità di sfuso per le aziende del nord e della Francia a produttore in proprio di etichette di valore.
In tutte le etichette dei vini sono raffigurate delle effigi o fotografie di reperti archeologici ritrovati nelle varie campagne di ricerca e scavo susseguitesi nell’isola di Sant’Antioco, area interessata da dominazioni e/o influenze etniche fra le quali : i Shardana (antico popolo nuragico) , i fenicio punici (cartaginesi) e infine i romani (inteso come Impero di Roma). Il simbolo ricorrente in tutte le bottiglie è la moneta che si coniava a Sant’Antioco nel periodo di dominio romano e raffigura il “Sardus Pater”, letteralmente il padre dei sardi: rappresenta una sintesi di vari elementi religiosi che partono dall’antica devozione per un dio paleosardo guerriero e cacciatore.
Abbiamo degustato sei vini dell’azienda, una bollicina, due bianchi e tre rossi a base Carignano; stante la correttezza e piacevolezza di tutti gli assaggi, si conferma a nostro avviso il superiore livello qualitativo dei vini rossi a base Carignano, che in questa zona raggiungono vette di complessità ed eleganza superlative.
Vermentino di Sardegna “AD 49” 2016.
È uno spumante metodo classico, realizzato con macerazione a freddo delle bucce per 10 ore, permanenza in acciaio per 15 giorni e successivo affinamento di 18 mesi in bottiglia su lieviti selezionati. Il nome ricorda l’anno di fondazione della cooperativa. Dal colore paglierino tenue, ha un pérlage fine e persistente. Profumi delicati e fragranti di fiori bianchi, agrumi e sentori di frutta bianca fresca, con nuance di crosta di pane e miele. Il sorso è fresco, elegante, dinamico, con retrogusto sapido e minerale.
Isola dei Nuraghi “Elat” 2021.
Ottenuto da uve Carignano vinificate in bianco, Elat è l’ultimo nato in casa Sardus Pater. Affinato 6 mesi in acciaio. Vino corretto, per una beva semplice da tutti i giorni. Ha profumi di media intensità di fiori bianchi (tiglio, acacia) con nuance di erbe selvatiche e balsamiche, e sfumature vanigliate. Presenta buona freschezza e sapidità, con una nota di miele.
Vermentino di Sardegna “Lugore” 2021.
Uve Vermentino 100%, da vigneti posti a livello del mare. Vinificato ed affinato in solo acciaio. “Lugore” in lingua sarda simboleggia la notte primaverile, con la luna piena che si riflette sul mare. Colore giallo paglierino. Al naso fiori e frutta gialla dolce (susina matura, pesca) con sfumature agrumate (cedro) e minerali (pietra pomice). Sorso succoso, di media struttura, finale di bocca con ritorni fruttati, sapido e saporito.
Carignano del Sulcis “Nur” 2020.
Ottenuto da una selezione delle migliori uve Carignano dei vigneti ad alberello a piede franco. All’olfatto toni speziati in evidenza (chiodi di garofano, pepe nero), leggere nuance balsamiche di eucalipto, di frutta fresca scura, con sfumature di carrube e cioccolato amaro. Nel palato ritorni di frutta scura giovane e dolce (mirtillo, prugna, ribes nero), bilanciata da un’acidità amaricante; i tannini sono dolci e rotondi; la beva è succosa e gustosa, avvolgente, corposa, dalla lunga persistenza.
Carignano del Sulcis superiore “Arruga” 2018.
In lingua sarda “arruga” significa strada. “S’arruga” è la strada bianca che si percorre per arrivare alla vigna. Proveniente da vecchie vigne ad alberello di 80 anni a piede franco. Affina 12 mesi in barrique e 12 mesi in bottiglia. Sentori intensi e variegati di macchia mediterranea, spezie scure e dolci (chiodi di garofano, macis, cannella), di frutta scura (mirtillo, gelso nero); è balsamico, con note di liquirizia, caffè e tracce terrose. Sorso corposo, succoso, molto sapido, con ritorni di prugna e mora; i tannini e l’acidità perfettamente integrati con la parte fruttata attenuano la potenza dell’alcol. Ne risulta una beva saporita e goduriosa.
Carignano del Sulcis “Is Arenas” Riserva 2019.
“Is Arenas” è il termine in lingua sarda che indica “le sabbie”, terreno dove viene allevato il Carignano a piede franco con piante coltivate ad alberello. All’olfatto erbe mediterranee (elicriso), sottobosco, mirtillo, china, cenni di cioccolato amaro e sfumature carnacee. Il sorso è potente, alcolico, dal retrogusto amarognolo, con acidità importante; aromi di liquirizia, erbe amare e pepe nero, i tannini sono incisivi ma levigati. Spettro gusto olfattivo ricco e variegato ma non ancora ben amalgamato, necessita di qualche anno di bottiglia in più per apprezzarlo al meglio.
Via della Rinascita 46 09017 Sant’Antioco (CI)
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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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