Il racconto di questa degustazione esce dopo qualche mese, ma a parlare di buon vino si fa sempre in tempo. Abbiamo, infatti, visitato questa cantina pugliese a giugno, in occasione dell’evento “Radici del Sud”. Ospiti di Pasquale Petrera, padrone di casa attento e preparato, abbiamo fatto un affascinante viaggio nel tempo, che ci ha permesso di indagare l’evoluzione del Primitivo nell’arco di un quarto di secolo. D’altronde a chi ci saremmo potuti rivolgere se non a loro, che nel 1987 sono stati i primi a vinificare e imbottigliare questo vitigno in purezza? La cantina pugliese Fatalone ha una storia che risale al XIX secolo, quando Nicola Petrera acquistò alcune terre sulla collina della contrada Spinomarino, nel territorio di Gioia del Colle. Il marchio aziendale trae origine da Filippo Petrera, figlio di Nicola, il quale era soprannominato appunto “Il Fatalone”, a testimoniare la sua “attenzione” verso il gentil sesso. Da sempre fautori di un’agricoltura biologica e sostenibile, corroborata da un approccio attento e rispettoso in cantina, l’azienda a conduzione familiare è ben nota a critica ed appassionati per la longevità e l’espressività dei suoi rossi, capaci di cavalcare il tempo e regalare emozioni uniche. Qui di seguito le nostre impressioni.
Gioia del Colle Primitivo 2021 (bottiglia non etichettata)
Note speziate (pepe nero, incenso) si uniscono a ricordi di ciliegie e frutti rossi anticipando un sorso succoso e sapido ma soprattutto fresco nonostante i 16 gradi alcolici. Ottima lunghezza su toni agrumati e di erbe aromatiche. Un esempio di come un Primitivo giovane possa essere gustosissimo, quando ne rispetti l’indole.
Gioia del Colle Primitivo Riserva 2019
Toni scuri (tabacco), sentori di frutta matura, non molto persistente con qualche sbuffo alcolico. Una bottiglia di difficile lettura.
Gioia del Colle Primitivo Riserva 2018
Succo, freschezza fruttata, ricordi di more, spezie ed erbe officinali. Il sorso è sapido, vivace e suadente. Eleganza, carattere ed incredibile lunghezza, con chiusura ammandorlata molto tipica di Gioia del Colle.
Gioia del Colle Primitivo Riserva 2005
Sentori di sottobosco e humus si fondono a note di frutta secca e ricordi chinati. È nella fase discendente della sua parabola di vita, ma mantiene freschezza e sapidità.
Gioia del Colle Primitivo Riserva 2000
Autentico capolavoro con succo, freschezza, sapiditá in evidenza. Frutti rossi, spezie, persino un richiamo floreale che è incredibile per un vino di vent’anni e passa! Annata perfetta che coniuga carattere, eleganza e struttura.
Gioia del Colle Primitivo Riserva 1995
Grande freschezza e sapidità. Un tannino incredibilmente vivo, con allungo su note balsamiche e speziate. Fresco ed elegante, chiude con ricordi di chinotto.
P. S. – Nella stessa occasione, abbiamo avuto il piacere di provare anche il bianco e il rosato aziendale. Il Greco Spinomarino 2021 ci è apparso fresco, salino, con ricordi di agrumi e frutta secca, ed ha mostrato carattere, un’ottima mineralità ed una chiusura leggermente tannica. Il Puglia IGT Primitivo Teres Rosato 2021 (rosato non scritto in etichetta) ha ricordi di fragola, ciliegia, ma anche di arancia sanguinella. Note succose, sentori di spezie, freschezza e profondità di beva in evidenza. Glicerico e di carattere, con una lunga chiusura fruttata. Vino davvero gustoso, dove la dolcezza ben avvertibile è affiancata da una bellissima acidità. Un vino quindi caratterizzato dalla grande eleganza e bevibilità.