Assaggiato al Roma Bar Show 2025, il Cardenxe Sotol è un’autentica novità di altissimo profilo. Sensazioni profonde e definite, restituiscono tre diversi terroir e svelano le potenzialità del sotol, liscio o in miscelazione.
L’Ispirazione di Cardenxe Sotol: un distillato contemporaneo
Tutto è nato con un viaggio alla ricerca del Canto Cardenche, un genere musicale quasi dimenticato, nato nel cuore del Messico settentrionale.
I suoi temi, intrisi di amore e dolore, richiamano il cactus cardenche, da cui prende il nome: le sue canzoni non narrano eventi, ma scandagliano sentimenti così intensi da pungere l’anima, proprio come la spina del cardenche.
È stato ascoltando i cardencheros praticare la loro arte, sorseggiando l’immancabile sotol locale, che Luigi Ambrosi e Nitzan Podoswa, hanno trovato l’ispirazione per iniziare questa avventura.
La ricerca del Canto Cardenche li ha condotti alla scoperta del Sotol.
Da questa profonda connessione con la musica e le sue radici, nasce così Cardenxe, un distillato contemporaneo che celebra l’amore per la vita e il legame con le arti che danno significato alla nostra esistenza. E proprio come l’arte stessa, Cardenxe vuole toccare l’anima in profondità.
Il design della bottiglia si ispira all’Estridentismo, il movimento artistico d’avanguardia messicano. Il suo spirito “fuori dagli schemi” riflette perfettamente la missione di Cardenxe Sotol: promuovere una “rivoluzione estetica contro la standardizzazione dell’immaginazione“.
Tutte le etichette presentano due motivi ricorrenti: il cactus cardenche con la sua “spina dorsale d’amore” e i cardencheros che manifestano le loro intense emozioni attraverso canti di amore e dolore, creando un legame visivo e concettuale tra la musica antica ed uno spirito innovativo.
Che cos’è il Sotol? La Pianta Dasylirion
Il sotol è prodotto dalla pianta Dasylirion, un arbusto desertico, che prospera in terre aride e condizioni difficili.
Come molti distillati tradizionali, il sotol ha una propria Denominazione d’Origine (DO), un riconoscimento che ne tutela l’autenticità e la provenienza. Le regioni riconosciute per la produzione di sotol sono gli stati messicani di Chihuahua, Durango e Coahuila.
Come nasce il Sotol
Oggi nessuno ha piantagioni di dasyrildon.
La raccolta si basa esclusivamente sul “wild harvesting”, ovvero il prelievo delle piante selvatiche, rigorosamente autorizzato dagli enti governativi. Questo metodo non solo preserva la biodiversità, ma contribuisce anche a contenere la capacità infestante della pianta.
Un aspetto fondamentale della raccolta è il rispetto per la pianta stessa: le radici vengono lasciate nel terreno per consentire la rigenerazione, e ogni “piña” (il cuore della pianta) impiega circa 12 anni per raggiungere la maturazione ottimale.
Il processo di distillazione è analogo – con qualche differenza – alla distillazione del mezcal.
La cottura avviene in forni sotterranei chiusi, senza fiamma diretta, e per un periodo più breve rispetto al mezcal. Questa tecnica è cruciale perché limita la sensazione affumicata nel distillato finale, permettendo al vero profilo aromatico del dasylirion e del terroir di emergere.
La fermentazione è completamente naturale, affidata ai lieviti indigeni presenti nell’aria, e si svolge in vasche aperte di legno di pino. Infine, il prodotto fermentato subisce una doppia distillazione in alambicchi di rame, per garantirne purezza e complessità.
Tre referenze, tre terroir
Il sotol ha una forte capacità di leggere il territorio, che di fatto è il principale elemento che varia nel processo di produzione del sotol.
Per questo, il Sotol Cardenxe è prodotto in 3 versioni, distinte per l’appunto per le caratteristiche del terroir. Tre distillati con profili diversi che restituiscono una profondità, armonia e nitore straordinari:
- Desierto, nell’arido Villaggio di Aldama: rotondo, bilanciato, caratterizzato da note vegetali e terrose ed una chiusura dolciastra su sensazioni di cacao.
- Prateria di Nombre De Dios, Durango: con note di fiori e frutta rispecchia in parte il contesto dove cresce. Il sapore della campagna
- Sierra Madre Occidentale, Chihuahua: fresco, profondo, verticale, incentrato su toni erbacei e vegetali.
Al Roma Bar Show – nel caos calmo del Mexican Village – abbiamo assaggiato proprio quest’ultimo, ovvero il Cardenxe Sotol de la Sierra, che caratterizza il paesaggio del Messico settentrionale con scorci maestosi, canyon mozzafiato e imponenti cascate.
Cardenxe Sotol de la Sierra. Il sotol La Sierra colpisce subito al naso, per la capacità di riportare con delicatezza e nitore riconoscimenti precisi, che abbracciano le erbe aromatiche, timo, origano, richiami di fiori di campo e scorza d’agrume. Altrettanto pulito il sorso, equilibrato, mai graffiante, esprime freschezza con rimandi di lemongrass ed un finale piacevole.
Ottimo da solo, può trovare raffinati equilibri anche in miscelazione. Per chi ha pazienza di ascoltare musica, storie antiche, natura incontaminata, falò e cieli stellati.
Michelangelo Fani, da oltre 15 anni appassionato di vino, distillati e gastronomia. Nel 2010 scrive occasionalmente su Dissapore. Nel 2012 collabora alla guida Bibenda 2013. Negli anni successivi partecipa ai panel per le Guide “ai sapori e ai piaceri regionali” di Repubblica (Lazio, Abruzzo, Marche Umbria, Puglia, Sardegna) e collabora con l’associazione Ateneo dei Sapori. Dal 2019 scrive sulla guida ViniBuoni d’Italia, edita dal Touring Club. Degwineandspirits.com è il suo taccuino di viaggio nel mondo del vino e dei distillati. Perché in fin dei conti, “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” (Danny Boodman T.D. Lemon Novecento – Novecento, A. Baricco).
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