La Valtellina è un luogo affascinante e impegnativo allo stesso tempo. Qui l’ambiente, nel suo complesso, rende la vita complicata e dinamica e la viticoltura, in funzione di un territorio caratterizzato da un microclima unico, a cui si associano diverse varietà di terreno, dà luce a vini di grandissimo spessore.
Un clima caratterizzato da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, che si generano dal forte contrasto che scaturisce tra il freddo della montagna, siamo alle pendici delle Alpi, e il calore mediterraneo delle valli, che si genera specialmente nei periodi più caldi, grazie all’intenso irraggiamento solare che deriva dal peculiare orientamento Ovest-Est della vallata, divenendo elemento caratteristico per la perfetta maturazione delle uve anche in relazione all’esposizione a Sud dei vigneti e all’altitudine in cui sono situati.
Qui trova le sue origini la storica azienda Nino Negri, che nel lontano 1897 su quei terrazzamenti in pietra che ne caratterizzano il paesaggio, impianta vigneti le cui radici si arrampicano tra le rocce alla ricerca di quel poco terreno dove prendere i microelementi che conferiscono ai vini la loro tipica mineralità.
Fu proprio Nino Negri a fondarla nel paesino di Chiuro in provincia di Sondrio, ma è con il figlio Carlo, entrato a lavorare a tempo pieno in azienda nel 1927, che inizia quella crescita qualitativa e quantitativa, che ha posto le basi per i grandi successi che si sarebbero ottenuti negli anni a venire.
Negli anni ‘60, dato che le due figlie di Carlo non avevano alcun interesse a continuare l’attività vinicola, l’azienda fu dapprima ceduta al gruppo svizzero Winefood, che non fu in grado valorizzarla in modo adeguato e successivamente, nel 1985, al Gruppo Italiano Vini.
Oggi l’azienda che produce circa 850.000 bottiglie è diretta da Danilo Drocco e ha la capacità di innovarsi anno dopo anno senza perdere l’espressione del territorio.
Attualmente si è anche impegnata a consolidare il proprio ruolo sociale nell’economia di questo tratto di Valle, infatti ha, tra l’altro, intrapreso una collaborazione con una locale scuola professionale di edilizia, per formare personale in grado di recuperare e costruire i muretti a secco tanto importanti in Valtellina per il mantenimento del paesaggio vitivinicolo. Terrazze che oltre a dare dimora alle viti, sono anche utili per sostenere la biodiversità del territorio, in quanto i muretti a secco costituiscono la dimora ideale per molti insetti e piante spontanee.
E proprio partendo dall’attenzione per il territorio e ogni sua componente connessa, si è sviluppato il progetto chiamato “vini di montagna” che ha il compito di valorizzare attraverso il vino le diverse sottozone che da sempre ne sono l’emblema.
L’attore di questo progetto è il Nebbiolo, che in Valtellina è anche chiamato Chiavennasca. Così diverso da quello delle Langhe, perché ha dovuto adeguarsi ad un clima più rigido, è caratterizzato da un grappolo più spargolo ed uno strato pruinoso maggiore, per poter resistere alle fredde temperature invernali.
Noi abbiamo avuto modo di assaggiare i vini del progetto (Vini di Montagna) e verificare le diversità che esprimono in funzione delle 3 sottozone da cui provengono: Valgella, Inferno e Grumello.
Iniziamo con:
VALTELLINA SUPERIORE DOCG VALGELLA 2019 – VIGNA FRACIA
La vigna e di proprietà della Nino Negri sin dal 1897. La Valgella risulta essere la sottozona più estesa e variegata, considerata un ampio promontorio che si inclina seguendo lo sperone roccioso delle Alpi, si trova nella confluenza di vallate alpine ricche di ghiacciai nelle quali le fredde brezze determinano temperature più basse della media e risulta esser ricca di piccoli torrenti. La vegetazione è spontanea e ricca di piante mediterranee: rosmarino e lavanda rappresentano un curioso contrasto con le basse temperature che si raggiungono qui.
È uno dei due vini facenti parte del progetto Nino Negri 3000, per il quale è stata utilizzata l’annata 2016, (l’altro vino è lo Sfursat Carlo Negri 2016), un progetto che prevede l’affinamento in alta quota, per sperimentare gli effetti positivi dell’altitudine sui vini di montagna. Infatti ad alta quota si rallentano i tempi di affinamento per via della minore disponibilità di ossigeno e delle temperature più basse. Così 1.300 magnum di Vigna Fracia 2016 sono state portate a Bormio, a Heaven 3000, dove sorge una delle cantine di affinamento d’alta quota Nino Negri 3000. Qui rimarranno custodite fino alle Olimpiadi 2026.
Un vino di grandissimo spessore che esprime appieno il territorio, elegante e potente allo stesso tempo, con profumi fruttati che lo incorniciano alla perfezione durante ogni momento dell’assaggio.
VALTELLINA SUPERIORE DOCG INFERNO 2020 – VIGNA CA’ GUICCIARDI
Siamo nell’Inferno, una zona più compatta sul piano dell’altimetria (tra i 300 e i 500 metri). Il cuore storico della sottozona è collocato al centro, caratterizzato da pendenze vertiginose e un’esposizione in pieno sud.
La casa colonica al centro della proprietà ha dato il nome alla Vigna e il cru che ne scaturisce nasce in piccole vallette con pendenze molto elevate. Grandi rocce affioranti si alternano ai terrazzi sorretti da muri in pietra tra i più alti della Valtellina. La roccia ha un particolare colore che aumenta considerevolmente l’energia solare determinando temperature e luminosità più alte che in altre zone della Valle. Le note fruttate ne diventano l’elemento caratterizzante con un sorso deciso, succoso e dinamico, per poi chiudere su note persistenti di frutti rossi.
VALTELLINA SUPERIORE DOCG GRUMELLO 2020 – VIGNA SASSOROSSO
Siamo nella zona del Grumello, appena sopra Sondrio, caratterizzata da terrazzi rocciosi molto impervi. Qui si trova la Vigna Sassorosso su un promontorio isolato rispetto al versante della montagna che nel corso dei secoli è stato completamente eroso dal ghiaccio. I pochi centimetri di terreno costringono le radici a svilupparsi nella roccia madre dando vita ad un vino che si presenta ricco, elegante all’assaggio con piacevoli ed eleganti note di frutta e spezie che lo accompagnano.
SFURSAT 5 STELLE 2020 – SFORZATO DI VALTELLINA DOCG
Sulle pendici delle Alpi Retiche, lungo la sponda destra dell’Adda, si trovano le vigne che danno vita ad uno dei vini più rappresentativi della cantina.
Prodotto solo in annate ottimali, è caratterizzato non solo per la qualità del Nebbiolo, ma anche per il processo produttivo che prevede un appassimento naturale delle uve per circa tre mesi prima della vinificazione, e un affinamento di due anni, di cui almeno uno in barrique di rovere, prima di poter andare in commercio.
Si presenta su note di sottobosco e prugna matura a cui pian piano si associano note balsamiche. Un tannino presente si accompagna ad un’acidità ancora scalpitante che ci mostra ancora tutta la sua gioventù. Molto piacevole il lungo finale su note fruttate e sapide.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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