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Nikka e Yoichi festeggiano i 90 ANNI dalla fondazione e rilanciano un Whisky che ha fatto la storia: lo Yoichi 10 Years Old

Nikka, uno dei brand più famosi al mondo per la produzione di whisky giapponese, in occasione del 90° anniversario della sua distilleria Yoichi, ha presentato a giornalisti ed esperti del settore un tasting esclusivo dei suoi whisky più pregiati. Serata da ricordare al Drink Kong, locale trendy nel centro di Roma dove poter degustare cocktail e drink particolari, con un personale preparato, empatico e professionale. La degustazione è stata guidata da Salvatore Mannino (a sinistra nella foto di copertina), considerato uno dei maggiori esperti al mondo di whisky giapponese e persona di grande disponibilità: dopo anni di lavoro nel negozio Maison du Whisky a Parigi, una vera istituzione per gli amanti del whisky e dei distillati, da qualche anno è uno dei gestori del  Golden Promise, il whisky bar in stile speakeasy della Maison du Whisky, con 1300 etichette.

Un po’ di storia su Nikka e l’evoluzione del whisky in Giappone …

Nell’arco degli ultimi decenni, il Giappone si è decisamente affermato come uno dei più importanti paesi produttori di whisky al mondo e ciò è dovuto principalmente alle due distillerie (ovvero ai marchi) più famose del Giappone: Nikka e Suntory. Il fondatore di Nikka, Masataka Taketsuru, è considerato il padre del whisky giapponese, essendo stato per dieci anni (sin dalla sua fondazione) anche il maestro distillatore di Suntory prima di fondare la sua prima distilleria a Yoichi.

La sua è una storia che sconfina con la leggenda. Nel 1918 arriva in Scozia come studente alla facoltà di Chimica e, affascinato dal whisky, che per un giapponese rappresenta un mondo mitico, in parallelo alle lezioni all’Università di Glasgow fa delle esperienze lavorative in tre distillerie differenti, apprendendo dai maestri distillatori scozzesi le loro tecniche di distillazione tramandate da generazioni, tecniche che diventeranno la prima “guida” giapponese per la produzione di whisky. L’altro lato “avventuroso” dell’esperienza scozzese di Taketsuru è che oltre al whisky a Glasgow si innamora della giovane Jessie Roberta (detta Rita) Cowan, che accetta la sua proposta di matrimonio e lo segue nel suo ritorno in Giappone; una love story che dieci anni fa ha ispirato la prima serie tv giapponese con una protagonista di origini straniere ed ha contribuito non poco alla diffusione della conoscenza e del consumo di whisky in Giappone.

Masataka Taketsuru fonda nel 1934 la sua prima distilleria a Yoichi, nell’isola di Hokkaido, dove c’è il mare, forti escursioni termiche, c’è la torbiera e l’acqua, elemento fondamentale della cultura giapponese e chiave per la produzione del whisky, che arriva alla distilleria da sottoterra. Si tratta insomma davvero di un luogo che ricorda la Scozia, Campbeltown in particolare, dove Taketsuru aveva studiato la produzione di whisky e l’arte del blending. Inizialmente (per ampliare le risorse economiche dell’azienda) a Yoichi si distilla il tradizionale succo di mela fermentato (la coltivazione delle mele è tipica di Yoichi), molto richiesto e che si vende facilmente. Poi si inizia a produrre whisky: negli anni ‘60-70 c’è il boom e nel 1969 Taketsuru fonda una seconda distilleria a Miyagikio, tra le montagne Sendai nell’isola di Honshu. Oggi la distilleria di Yoichi ha sei alambicchi, quattro wash still e due spirit still, ancora alimentati direttamente a carbone, alla temperatura di 1000°C, un approccio ormai in disuso in Scozia e nel mondo (pochissime distillerie usano ancora il riscaldamento a fuoco diretto, ma non con il carbone). Tuttavia, ancora oggi, il riscaldamento a fuoco diretto è una pratica importante per Yoichi, perché conferisce ai suoi whisky note delicatamente affumicate e una ricchezza di aromi che costituiscono il marchio di fabbrica di Yoichi e di Masataka Taketsuru.

La Degustazione

Queste le impressioni sui prodotti in degustazione:

 

1) SINGLE MALT YOICHI APPLE BRANDY WOOD FINISH, 47% – bottled 2020

Con questa limited edition la Nikka ha voluto commemorare il centenario di matrimonio (1920) del fondatore di Nikka, Masataka Takesturu, con Jessie Roberta Cowan. È un single malt torbato, maturato in botti ex-bourbon ed affinato in botti ex-apple brandy (il distillato di mele giapponese, analogo al Calvados francese). L’ingresso al naso rivela una torba fine e leggera, seguita da profumi dolci di mela cotta, sidro, malto, vaniglia e miele, con note speziate di cannella e noce moscata. Al gusto denota una tessitura fine, l’alcol è ben integrato, aromi di peperoncino ne evidenziano la piccantezza, bilanciata da note di caramello, frutta candita e spezie dolci. Nel finale, di media persistenza, la torba si assottiglia, emergono aromi cerealicoli, tostati e speziati.

2) SINGLE MALT YOICHI NON PEATED, 47% – bottled 2021

Ogni anno, dal 2021, Nikka propone un’edizione limitata dei whisky più iconici dalle sue distillerie, Miyagikyo e Yoichi: la serie denominata Discovery.  È una sperimentazione in cui l’utilizzo di diversi tipi di lieviti per la fermentazione dà origine a diverse caratteristiche gustative nei whisky, diversità e originalità che si sommano alle altre variabili sensoriali legate principalmente ai diversi metodi di distillazione nelle due distillerie di Yoichi (riscaldamento alambicchi a fuoco diretto) e Miyagikyo (riscaldamento alambicchi a vapore). La prima edizione Discovery del 2021 è stata dedicata alla torba, e ha visto una clamorosa versione di Yoichi Non-Peated, che ha rotto con la tradizione decisamente torbata della distilleria (analogamente è stata “sperimentata” anche una versione torbata della distilleria Miyagikyo, dove si fanno normalmente whisky non torbati), che qui vi andiamo a descrivere. All’olfatto emergono profumi molto fruttati (pera, uva passa, albicocca, agrumi, frutta tropicale), seguiti da spezie dolci, cacao, caramella mou e biscotti. Nel palato è fresco, pepato, con aromi di rovere, vaniglia, frutta gialla, con sfumature affumicate e forti note maltate. Il finale è persistente ed equilibrato, con note erbacee, di pepe, malto e zucchero di canna.

3) NIKKA THE GRAIN WHISKY, 48% – bottled 2023

Questo whisky fa parte della terza edizione (2023) della serie Discovery, dedicata all’arte del blending. È il frutto di una selezione dei migliori distillati provenienti da quattro distillerie Nikka, tutte con alambicchi a colonna: oltre a Miyagikyo, Nishinomiya che l’ha preceduta e poi è stata chiusa nel 1998; e poi Moji e Satsuma Tsukasa. Vengono miscelati distillati di orzo non maltato, mais e segale. L’invecchiamento avviene in botti vergini di quercia americana. Ha sentori dolci di crema catalana, vaniglia, cera d’api, meringa, con nuance di frutta matura e fiori bianchi. Il sorso è vellutato, grasso, cremoso, con aromi di cocco, vaniglia, spezie dolci e cereali (mais). Il finale morbido e armonico (un “dessert liquido” l’ha definito Salvatore Mannino) ripropone aromi di cereali ed erbe con cenni di zenzero e miele di acacia.

 

4) YOICHI 10 YO SINGLE MALT 2023 RELEASE – 45% vol.

Nel febbraio 2001, la rivista Whisky Magazine organizza per la prima volta una degustazione alla cieca di whisky provenienti da tutto il mondo. Una giuria di 62 esperti di Edimburgo, Kentucky e Giappone valuta un totale di 293 whisky e un Single Cask Yoichi di 10 anni ottiene il punteggio più alto. Il whisky col titolo di Best of the Best non è uno Scotch… ma un whisky giapponese!

Negli ultimi anni il mercato dei distillati giapponesi ha avuto una vera esplosione, con una richiesta così intensa e rapida che ha quasi esaurito le scorte dei whisky più rari e pregiati, in particolare quelli di vecchie annate, facendo schizzare alle stelle le loro quotazioni. Nel 2015 la Nikka, come molte altre distillerie giapponesi, ha sospeso la produzione di whisky di singola annata (10,12,15 e 20 anni di età) e dopo una lunga pausa nella produzione, durata dal 2015 al 2022 per mancanza di stock, lo Yoichi 10 year old è tornato, attesissimo, l’anno scorso in grande stile. È il capostipite dei whisky realizzati da Masataka Taketsuru, ha profumi intensi di rovere e crema pasticciera, con decise note vegetali (fieno, incenso) e fruttate, che sfumano su un fondo affumicato di torba leggera e toni iodati. In bocca è morbido, oleoso, equilibrato; la torba è più decisa, terrosa, ma la beva rimane fine e pulita, con una vena piccante e salmastra che conduce ad un lungo finale dolce e fruttato (miele, caramella d’orzo, pesche e pere mature).

5) TAKETSURU PURE MALT 17 YO– 43% vol.

Spettacolare assaggio a sorpresa, grazie alla generosa disponibilità di Salvatore Mannino e della Velier, di questa bottiglia appartenente alla categoria degli ormai rarissimi whisky giapponesi di età dichiarata superiore ai 10 anni. Questo Taketsuru Pure Malt 17 Years Old è dedicato a Masataka Taketsuru ed è stato Best Blended Malt ai  World Whisky Awards nel 2012, 2014 e 2018. La dizione Pure Malt, non prevista dal disciplinare dello Scotch Whisky (dove si parla di blended malt), allude ad una miscela di diversi whisky single malt, provenienti da diverse distillerie – in questo caso dalle due distillerie Yoichi e Miyagikyo – e anche da diverse parti del mondo se, come nel caso del whisky giapponese, non viene specificata la nazione di produzione; in effetti questo whisky contiene anche una piccola parte di single malt scozzese. L’affinamento avviene in botti di rovere ex-sherry. Bouquet molto variegato con note intense di crema catalana e vaniglia, seguite da canditi, rovere, noce moscata, cannella e prugna disidratata, con nuance floreali e agrumate; al gusto è corposo, oleoso, con aromi di frutta secca (dattero, zibibbo), miele, zucchero di canna e pera; l’alcol perfettamente integrato conduce ad un finale armonico, suadente che riprende le note di pasticceria.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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