Abbiamo partecipato alla ventesima edizione dell’evento “Nelle Terre del Grechetto” che si è tenuto a Civitella D’Agliano dal 28 al 30 luglio 2023. Una ghiotta occasione per avere una panoramica di questo vitigno, che accomuna produttori situati in Umbria e Lazio sui due lati del Tevere, ognuno con proprie peculiarità.
Dell’organizzazione si è occupato Giuseppe Mottura – sindaco del paese nonché figlio dell’ottuagenario Sergio Mottura che molti decenni fa, insieme ad altri pochi produttori, ha creduto nelle potenzialità del Grechetto – coadiuvato nella comunicazione da Carlo Zucchetti che, assieme al suo team, si impegna giornalmente a promuovere a livello nazionale, tutta la Tuscia in ogni ramo dell’enogastronomia.
La degustazione si è svolta in modalità diffusa e quindi con la metà dei 40 campioni di Grechetto partecipanti, sparsi su 5 banchi di assaggio, in giro per il paese ospitante. L’altra metà è stata posta in assaggio nella casa dell’Istrice della famiglia Mottura in presenza dei produttori.
In questo “primo tempo” in giro per il paese, siamo riusciti a percepire elementi degni di nota. Il piatto forte tuttavia è arrivato nel momento in cui abbiamo lasciato la piazza agli avventori che pasteggiavano accompagnati da eventi collaterali, e ci siamo accomodati nella grande sala della casa dell’Istrice. Qui abbiamo preso posto in maniera circolare insieme ai produttori, iniziando la degustazione della seconda parte dei vini.
Primo argomento trattato giocoforza è stato l’andamento stagionale della viticoltura che quest’anno, a meno di colpi di scena, non porterà a grandissimi risultati, a causa di malattie (peronospera) dovute all’umidità incombente per le precipitazioni che hanno imperversato fra maggio e giugno e di grandinate abbattutesi solo su alcuni terreni.
Altro oggetto di confronto, è stato l’utilizzo del sigillo della bottiglia. Si disquisisce del fatto che alcuni Grechetto hanno subìto nel passato la vessazione di tappi non all’altezza, che ne hanno precluso la buona conservazione negli anni. Giuseppe Mottura porta la sua testimonianza sull’adozione dello Stelvin (tappo a vite) dall’inizio degli anni 2000. In effetti abbiamo avuto la possibilità di assaggiare una verticale di Poggio della Costa, indietro fino al 2006, che riportava affascinanti sentori di idrocarburo, ma con acidità ancora molto presente ed integrità del frutto. Un fuori concorso di eccezione della serata che testimonia le capacità di invecchiamento del Grechetto.
Ulteriore immancabile discussione, quella sull’adozione dei lieviti selezionati al posto di quelli indigeni. La diatriba è conosciuta ai più ed ovviamente c’è di mezzo la gestione del controllo delle fermentazioni. Personalmente sono d’accordo con quanto detto da Roberto Di Filippo, passato deus ex-machina dell’azienda di famiglia, adesso diviso tra una sua azienda in Umbria (Plani Arche) e la sua azienda rumena(La Sapata), che a proposito le due differenti ipotesi dell’utilizzo di lieviti selezionati o meno, riporta tutti i produttori alla sensibilità ed alla consapevolezza dei rischi, che implicano le due differenti scelte, non biasimando né l’uno né l’altro approccio.
Nell’excursus della degustazione, abbiamo verificato con mano la capacità del Grechetto di subire macerazioni anche per diverso tempo (mesi) utilizzando anche diversi tipi di contenitore (vasca, acciaio, anfora, etc.). Certo è che questa scelta di produzione, dimostra che l’applicazione di adeguata tecnica porta a risultati notevoli, come testimonia l’orange Gordito di Plani Arche. Altra tecnica interessante, è quella di vinificare una parte in anticipo al fine di esaltarne freschezza e sentori agrumati, ed una parte matura per conferirne il corpo, struttura e la lunghezza di sorso.
Tra i miei migliori assaggi di Grechetto della serata: Fiorfiore di Roccafiore 2021, 109 di Tenuta La Pazzaglia 2022, Eros di Benedetti Grigi 2021, Poggio della Costa di Sergio Mottura 2022, Grechetto Plani Arche 2022, L’Annunziata di Benincasa 2022, Araminto di Colleuncinato 2021, Colleozio di Leonardo Bussoletti 2022, Sassi d’Arenaria di Di Filippo 2021, Titus di Chiorri 2022, Grechetto Antonelli 2022. L’eterogeneità dei territori che generano i predetti vini, testimonia che oltre le potenzialità del vitigno è senza dubbio necessario il lavoro in cantina. Menzione speciale meritano Gordito di Plani Arche, vinificato in “Orange style” e Sole Uve della Tenuta Le Velette 2018, attaccato proficuamente da Botrytis Cinerea.
Ultima nota di colore, la giornata finisce a notte fonda con la sfida ricevuta e portata a termine dal responsabile della proloco Luca Giulietti, ovvero quella di approntare alle 2 della notte una spaghettata in piazzetta per 20 persone, complice il cuoco ed il sindaco, con cui abbiamo dato fondo ad altre due bottiglie di Poggio della Costa del 2019 e del 2016, oltre alle rimanenze dei migliori assaggi della serata.
Approccia il mondo del vino seguendo corsi di avvicinamento nel 2003. Già da quegli anni partecipa a manifestazioni enologiche come visitatore assiduo. Inizia poi a collaborare nei panel di assaggio della guida "vini buoni d'Italia" per varie regioni, per poi passare per un paio di anni in Slowine per la regione Sardegna. Nel biennio 2016/2017 entra nell'organizzazione e nel panel di assaggio dei "I vini dell'Espresso". In questi anni ha partecipato alle più importanti anteprime di vini per la stampa. Negli ultimi anni partecipa come giurato in vari concorsi quali Grenache du Monde, Radici del Sud, Lucio Mastroberardino. Dal 2018 partecipa al progetto di alcune testate giornalistiche. Oltre che cultore del mondo del vino lo è anche del mondo dei whisky
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