Arrivare a Merano per il Festival e sapere che, oltre al vino, alla gastronomia e agli eventi, ci attende una città deliziosa da vivere e visitare, è un’esperienza che si rinnova ogni anno in modo diverso e attraente.
Il fiume Passirio, le innumerevoli passeggiate, le montagne circostanti, il “foliage” autunnale e persino un sole caldo e inatteso regalano al soggiorno una veste particolare, un tempo piacevolmente dilatato che ci accompagna in tutte le attività del Festival.
Come di consueto, e ormai ci avviamo a quasi vent’anni dalla prima volta, la curiosità e l’attesa ci spingono subito verso i banchi d’assaggio.
Per cercare novità e sensazioni speciali.
Subito, senza perdere tempo. E come al solito siamo ripagati dal trovare una selezione di prodotti davvero eccellente, che non delude e ricompensa di tutto il tempo dedicato a questa manifestazione.
Helmut Köcher i suoi collaboratori, a cominciare dall’Ufficio Stampa diretto da Stefania Mafalda (sempre una certezza), ci offrono ogni volta il meglio.
Dell’enologia, della gastronomia, dell’arte, della cultura e di tanti interessanti incontri.
Ma soprattutto delle Masterclass, in cui il confronto con/tra operatori sui temi più attuali e svariati diventa occasione di studio approfondito e nuove conoscenze.
Quest’anno abbiamo partecipato a quella a cura di Riccardo Gabriele di PR Comunicazione insieme ad Andrea Radic su:
“Viaggio in italia. Un percorso emozionale. raccontato attraverso i calici”
e quella magistralmente condotta da Serena Gusmeri, Enologa e Agrilonoma di Vecchie Terre di Montefili, su:
“Vigna di Anfiteatro – 50° Anniversario – 1975 – 2025”
Nel presentare la Masterclass di PR Comunicazione, condotta da Andrea Radic e, soprattutto, dal titolare Riccardo Gabriele dobbiamo davvero riconoscere quanto il viaggio in Italia attraverso i calici sia stato emozionante.
E questo perché la selezione proposta da Riccardo è stata guidata dal suo desiderio di approfondire e conoscere meglio realtà insolite ed encomiabili.
Tanta passione e professionalità che raccontano di scelte e vinificazioni diverse, ma sempre interessanti in Val d’Aosta, Piemonte, Alto Adige, Toscana e Sardegna.
Ed ecco che il Sopraquota 900 2023 di Rosset ci regala freschezze e mineralità, accompagnate da note floreali sapide.
Il TAL 1930 2022 della Cantina di Bolzano ci riporta aromi di fiori, frutta gialla e agrumi in perfetto equilibrio, con grande persistenza.
Il Barolo di Monchiero 2021, ancorché giovane offre grazia ed eleganza per un invito continuo alla beva, in un tripudio di frutti rossi, prugna croccante e note agrumate.
E poi i campioni della Toscana con la tipicità del sangiovese Singersangio 2022 della Fattoria di Grignano, fresco, fruttato e minerale al contempo.
La complessità del Marianova 2022 di Michele Satta, un Bolgheri superiore con Sangiovese e Syrah che alterna frutta rossa, spezie e aromi terziari in grande equilibrio.
Il Giusto di Notri 2022 di Tua Rita, ricco, pieno, goloso ed elegante taglio bordolese con un piacevole finale agrumato.
La Regola 2021, con il suo rosso Costa Toscana, un Cabernet Franc in purezza da applauso che ci ha stupito per eleganza, equilibrio e persistenza. Un sorso delicato venato da succose note di melograno e frutta rossa.
Dalla Sardegna due esempi paradigmatici di Vermentino e Cannonau.
Il primo è il Vermentino di Gallura superiore Selenu 2023 di Tenute Gregu, e racchiude tutti i caratteri tipici della Gallura: macchia mediterranea, rosmarino, erbe officinali accompagnate da note minerali e salmastre.
Da Antichi Poderi Jerzu poi il Cinquesse, Cannonau di Sardegna 2021: sanguigno, potente, succoso. Con profumi di macchia e un’acidità che ne tempera l’esuberanza.
Infine il Marroneto, Madonna delle Grazie 2020, che ci ha lasciato senza parole.
“Il” Brunello, con tutte le sue caratteristiche.
Che non elencheremo perché davvero vogliamo lasciare spazio all’emozione. E dire soltanto che è un vino infinito che s’aggrappa all’anima e non la lascia più.
Infine la Masterclass su 6 annate di Vecchie Terre di Montefili, Vigna Anfiteatro, in occasione del 50º anniversario.
Intanto un plauso a Serena Gusmeri, che con la sua professionalità e la sua verve ci ha praticamente portato in vigna per condividere e farci rivivere le sue emozioni alle prese col primo incarico di enologa/agronoma con vitigni a bacca rossa.
Infatti nelle sue precedenti esperienze si è formata con successo prima sulle bollicine e poi sui grandi bianchi campani.
Non staremo qui a disquisire sulle caratteristiche della tenuta, i vitigni, i filari e quant’altro di spettanza di operatori ben più ferrati di noi, ma ci concentreremo sugli assaggi.
Anche perché parliamo di poche migliaia di bottiglie pregiate e di gran classe in grado di emozionare ogni volta in modo diverso in funzione dell’annata, ma sempre con risultati molto positivi e piuttosto significativi.
Le annate che abbiamo degustato sono nell’ordine: 2000, 2012, 2015, 2017, 2018 e 2019.
La 2000, unica vendemmia non curata da Serena, mostra ancora un bel carattere, arricchito da sentori fruttati e speziati e un’acidità non fiaccata dalla prima delle annate roventi di questo secolo.
La 2012, la 2015 e la 2019 raccontano appieno la tipicità e la potenza del miglior Sangiovese, spaziando dal frutto croccante alla balsamicità, dalle note di macchia a quelle ematiche, dalla ciliegia al rabarbaro, dalle erbe di campo alla mineralità. Il tutto sempre accompagnato da grande eleganza, equilibrio e persistenza.
Ma la 2017 e la 2018 ci hanno particolarmente colpito. La 2017 perché in un’annata difficile, calda e siccitosa, riesce a esprimere con eleganza frutto e mineralità, sentori floreali e note ematiche, tannini setosi e grande acidità.
La 2019, infine, rappresenta la sintesi perfetta di tutte le caratteristiche delle altre annate.
Un sorso pieno, rotondo, ricco di sentori floreali e fruttati che si ripetono e si rincorrono tra aromi terziari sino a un magnifico finale agrumato.
Insomma, “il” Sangiovese.
Siamo convinti che quest’annata, già valutata molto positivamente e premiata, tra qualche anno regalerà senz’altro ulteriori grandi soddisfazioni.
Carlo Bertilaccio vive a Roma ed è attualmente curatore della rubrica "di...stillati" per la testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collabora anche con Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it) e ha collaborato per le edizioni 2017/2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Ha collaborato per le edizioni 2015-2016 con la guida Slow Wine, e con la guida "Vini buoni d'Italia" dall'edizione 2010 fino all'edizione 2013. È autore di diversi articoli su distillati e vini su Scatti di Gusto (www.scattidigusto.it). Ha infine scritto diversi libri per Palombi editore su cocktails e altri argomenti, e prodotto inoltre quattro dischi di giovani talenti italiani nonché le canzoni per un musical su Marilyn Monroe, recentemente premiato al teatro Sistina di Roma. Giudice per Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles. Giudice di Radici del Sud. Giudice di Grenaches du Monde.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia















