Tra le interessanti masterclass, che quest’anno Helmuth Koecker ha ideato per arricchire lo scenario del Merano Wine Festival, una degustazione da titolo: “ L’espressione dei vitigni Piwi”. A condurre l’incontro Nicola Biasi, agronomo ed enologo specializzato nell’impianto e la lavorazione di questo tipo di uve ed il professor Attilio Scienza.
Come sempre quando si parla di PIWI, in tedesco pilzwiderstandsfähig, cioè resistente ai funghi, l’interesse degli addetti ai lavori è sempre al massimo, infatti ha registrato da subito un sold out.
Ogni volta che si sollevano le questioni relative ai cambiamenti climatici, alle malattie della vite, riesce sempre l’opportunità dei vitigni resistenti. Nel corso della masterclass il Prof. Scienza ha ribadito come il concetto di un territorio muta con i tempi, il concetto di vocazionalità, idoneità di un territorio viticolo è profondamente cambiato nel corso della storia, in funzione dei cambiamenti climatici, la delocalizzazione, per il mutamento dei gusti dei consumatori e delle mode, per gli effetti della globalizzazione della viticoltura, per i processi di innovazione genetica ed enologica.
Il manifesto per una nuova viticoltura ed enologia non può prescindere da alcuni punti fermi come:
- Strategie ecocompatibili di precisione:
Zonazione su principi di ecocompatibilità e sostenibilità: individuazione di ambienti vocati per tali strategie di difesa, colline con inversione termica, caratteristiche dei suoli, ritenzione idrica, esposizione;
- Classificazione areali in base al grado di idoneità naturale ed approcci ecocompatibili:
Mantenimento ed implementazione di equilibri biologici: essenze aromatiche permanenti e continue, insetti, anellidi, uccelli piccoli sauri.
- Aumentare la resistenza delle piante:
Malattie, adattabilità ambienti, attitudine ecocompatibile, affinità con strategie biologiche di difesa. Ampliare gli areali da impiegare per approcci ecocompatibili e sostenibili.
- Suoli viventi:
Il suolo, alla formazione del suolo hanno contribuito e contribuiscono degli esseri viventi, piante insetti, funghi, microbi, animali.
- Meccanica agraria di precisione ed ecocompatibile.
Dovendo dare uno sguardo al futuro il Prof. Scienza ritiene necessario di abbandonare la forte selezione clonale nella vite, nei vivai una difesa più blanda, preservare epifiti ed endofiti, uso di micorrize, lotta biologica e bio-pesticidi. Altri passaggi fondamentali sono anche il non contrasto ai virus asintomatici, che contribuiscono a difendere la pianta da altri virus (i virus ospiti naturali delle piante), così come quello di evitare la coltivazione su ampie superfici di un’unica specie e, tantomeno di un’unica varietà, con il miglioramento della gestione dei suoli, evitando tutte le pratiche che alterano il microbiota del suolo. Conseguentemente anche il consiglio sulla riduzione dei fitofarmaci di sintesi e, per i viticoltori biologici, e la riduzione dell’uso del rame. I potenziali mercati, per i vitigni resistenti, sono i comprensori viticoli con condizioni climatiche favorevoli agli attacchi dei patogeni (tutti gli areali a clima temperato e piovosità superiore ai 500/600 mm annui), gli areali viticoli contigui ad estesi insediamenti abitativi anche se in climi non particolarmente favorevoli agli attacchi dei patogeni. Altro interessante spunto riguardo questo argomento, sono i potenziali mercati, sono i Paesi o regioni la cui viticoltura si è sviluppata su basi di elevata competitività di prezzo: (Spagna, Cile, Sud Africa, Sicilia, Sud della Francia) e/o cultura del vino molto lontana dalla nostra (India, Cina, Giappone). Non da ultimo le aziende in viticoltura biologica che della sostenibilità ambientale hanno fatto la loro mission. Una domanda nel corso dell’incontro è sorta spontanea quali sono i criteri di scelta dei vitigni Piwi da parte del produttore? Innanzi tutto, è l’individuazione dell’obiettivo enologico (vino fermo o vino spumante), la valutazione delle tendenze del mercato, la valutazione sulla fertilità dei suoli, dell’altitudine e dell’intorno ( vocazione viticola del territorio). Altro argomento d’attualità che farà parte dei criteri di valutazione è la disponibilità dell’acqua (scegliere preferibilmente portinnesti resistenti alla siccità e di media vigoria), oltre alla scelta del sistema di allevamento, con possibilità di meccanizzazione.
I relatori hanno poi illustrato quali sono le caratteristiche per il successo di un vitigno resistente che sono:
- Possedere un profilo aromatico e polifenolico (per i rossi) di qualità comparabile o superiore a quello del genitore di vinifera o della varietà di riferimento e comunque in linea con le esigenze del mercato
- Coniugare tradizione ed innovazione (tradizione data dal parentale di vinifera, l’innovazione dalla introgressione dei geni di resistenza)
- Esprimere buone attitudini agronomiche (produttività, vigore, rusticità ecc.)
- Permettere una tangibile riduzione dei trattamenti fitosanitari e dei relativi costi
- Consentire la realizzazione di vigneti ad elevata sostenibilità ambientale
Si è fatta anche una Swot Analysis sull’argomento dove si sono evidenziati i:
Punti di forza:
- Semplificazione della tecnica colturale e riduzione dei costi.
- Riduzione degli effetti collaterali da agrofarmaci.
- Alleanza tra produttori.
Opportunità:
- Risponde a bisogni di naturalità
- Forza dell’innovazione e della ricerca.
Punti di debolezza:
- Vini solo «simili» alle varietà europee
- Perdita identità del gusto
- Nessun legame con il territorio
Minacce
- Rifiuto della genetica
- Forte opposizione del sistema Doc
- Diglucosidi=percezione negativa
Gli indirizzi della ricerca e le prospettive future, non sono solo tolleranza multigenica alle malattie, ma anche la riduzione dei tempi di selezione con la selezione genetica utilizzando la selezione anche per i caratteri richiesti per la qualità, attraverso: Fenologia, produzione per pianta, fertilità, peso medio del grappolo, area fogliare; tolleranza ai stress abiotici, struttura del grappolo e della bacca, zuccheri, pH, acidità totale (Tartarica-Malica), APA, contenuto di sostanze aromatiche, precursori forme libere e legate, contenuto antocianico e polifenolico. La Francia che è davanti a noi non solo nella vendita e nella ricerca della qualità ha anche il primato nella ricerca, ha fissato degli obiettivi riguardo questo tema:
- la creazione di varietà resistenti di qualità è una grande priorità per la filiera vitivinicola
- l’obiettivo è fare della Francia il punto di riferimento per la produzione di vino a basso impatto ambientale. C. Huyghe- direttore scientifico INRAE (Phitisphere 24.06.2021)
- la resistenza dovrà essere totale alle principali malattie perché la semplice tolleranza non è compatibile con una drastica riduzione dei trattamenti
- la resistenza dovrà essere duratura, su base poligenica
- osservazioni di campo pluriennali dovranno confermare quanto sopra.
I vitigni resistenti e le Denominazioni di Origine, in Italia sono registrati con limitazione infatti:
Uve non utilizzabili per i vini a Denominazione di Origine ex art. 8, comma 6. D. Lgs 61/2010 art. 8 comma 6. L’uso delle DOCG, DOC ed IGT non è consentito per i vini ottenuti sia totalmente che parzialmente da vitigni … che derivino da ibridi interspecifici tra la Vitis vinifera ed altre specie americane od asiatiche. Per i vini ad IGT è consentito l’uso delle varietà in osservazione.
La modifica del Regolamento UE 2021 /2017 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 6 dicembre 2021, consente la coltivazione di questi incroci anche per la produzione di vini a Doc. In altri Paesi, come Germania, Austria, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria sono considerate come Vinifera e quindi possono produrre anche vini Doc. La Francia considera i loro 4 vitigni resistenti come Vinifera. Le parole chiave per i vitigni resistenti sono: terroir, vitigni autoctoni, sostenibilità ambientale, cambiamento climatico.
Il mondo Piwi chiede alla ricerca e alla comunicazione di:
– sviluppare l’enologia varietale adattandola alle diverse caratteristiche compositive dei resistenti
– adeguare le richieste di vitigni resistenti delle diverse regioni italiane con l’impiego nell’incrocio di vitigni autoctoni
– caratterizzare meglio la risposta delle varietà resistenti alle diverse condizioni pedoclimatiche (zonazioni viticole)
– ricercare e valorizzare l’originalità dei profili sensoriali dei diversi vitigni rinunciando ad un confronto con i vitigni vinifera da dove derivano
– creare una rete di club con un marchio nazionale che coinvolgano non solo i sommelier ma gruppi di consumatori nella degustazione dei vitigni resistenti
I vini degustati sono stati:
Colle della Regina 2023
Johanniter. Questa varietà a bacca bianca possiede un grandissimo potenziale evolutivo se portata a maturazione tecnologica ottimale. Non è particolarmente adatta alla macerazione pellicolare. Dà il meglio di sé se vinificata in bianco e con una chiarifica statica specifica. Il mosto è ricco di compost iossidabili come le catechine che è consigliabile rimuovere prima della fermentazione alcolica. Colore giallo paglierino, al naso speziato, sentori balsamici di erbe aromatiche timo e pepe bianco, al palato fresco sapido con leggere sensazioni di vaniglia, tannino presente ma non invadente, lunga persistenza finale.
Vin de la Neu 2021
Johanniter. In determinati areali, quindi con dati analitici precisi, si presta molto bene allo svolgimento completo della malolattica, che è consigliabile svolgere in modo sequenziale alla FA ponendo particolare attenzione alla nutrizione specifica poiché quasi sempre i vini si trovano molto poveri di fattori di crescita necessari ai batteri. Particolarmente interessante è l’abbinamento FML con l’affinamento in legno su fecce totali. Al naso note floreali ed erbacee di fiori di limone, gelsomino, tiglio e zenzero, basilico e foglie di tè verde. Al palato fresco sapido con corpo pieno e struttura armonica e bilanciata lungo finale sulle note olfattive.
Albafiorita Winery M ’Ama 2023
Soreli 50%. Importante la gestione delle acidità che potrebbero risultare leggermente basse e quindi diminuire il potenziale evolutivo e la facilità di beva. Souvignon Kretos 50%. Il potenziale aromatico è molto importante sia a livello di aromi liberi sia legati agli zuccheri. Al naso fruttato con frutta tropicale e delicate note di erbe aromatiche, al palato fresco sapido, con sorso elegante bella acidità, finale persistente e grande richiamo di beva.
Cà Da Roman 3|6|9 2022
Souvignier gris. Probabilmente la varietà che più piace ai viticoltori per le sue caratteristiche agronomiche. I mosti sono ricchi di zucchero e producono dunque un tenore alcolico importante. Varietà eclettica. Capacità di preservare al meglio l’acidità anche con maturazioni zuccherine importanti. Al naso note di erbe aromatiche, sensazioni fruttate a polpa bianca, al palato Fresco sapido di buon corpo sulle note olfattive, con lunga persistenza
Poggio Pagnan PAGNAN 2022
Souvignier gris. Se destinata a vini spumante ci si aspettano vini importanti, che necessiteranno di un affinamento medio- lungo sui lieviti in bottiglia per raggiungere il giusto equilibrio tra la spuma e la struttura del vino. Buccia spessa interessante per le macerazioni. Il pH, solitamente basso, previene le ox. Colore giallo paglierino tenue intenso floreale con sensazioni di erba tagliata, fruttato di frutta gialla matura e agrumata una sensazione di pietra focaia, al palato freschezza dinamica, sapido con grande equilibrio tra struttura ed acidità tornano le note olfattive che si protraggono per un intenso finale.
Vigneti Vinessa Controvento 2023
Muscaris. Varietà dall’importante impatto sensoriale, sia di livello di profumi che a livello di struttura al palato. Per ottenere vini fini ed eleganti diventa fondamentale l’epoca di raccolta e la gestione in vinificazione del patrimonio aromatico. Al naso complesso tra sensazioni fruttate e floreali di petali di rosa, albicocche, rosmarino, cipria, calendula e biancospino, al palato fresco sapido, con grande coerenza con le sensazioni olfattive, finale persistente con richiamo di beva.
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