Come in un dipinto di Renoir le lussureggianti colline punteggiate da boschi, oliveti e vigneti circondano il lago Trasimeno e digradano dolcemente verso lo specchio d’acqua che ne riflette l’immagine.
In quel territorio Nicola Chiucchiurlotto e Madrevite sono la sintesi perfetta tra il rispetto assoluto della tradizione agricola territoriale e l’intuizione che la rende contemporanea: agricoltori per esperienza, dedizione e missione impegnati nella valorizzazione del Gamay del Trasimeno, impiantato nel 2009 con un proprio clone.
Un amore smisurato per questo vitigno tanto da dedicargli interamente un blog: www.gamaydeltrasimeno.com (visitate il sito per maggiori dettagli)
L’azienda si trova tra l’Umbria e la Toscana, nelle colline che abbracciano il Lago Trasimeno e il Lago di Chiusi. Da tre generazioni i produttori di vino che si tramandano l’immutato e profondo legame tra l’uomo e la natura.
Nicola inizia a restaurare l’azienda di famiglia nel 2003 quando decide di reimpiantare parte dei vecchi vigneti del nonno Zino, risalenti al 1978: “Le mie radici culturali sono tenacemente aggrappate alla terra – racconta il fondatore di Madrevite – sono vignaiolo da sempre. Nella mia famiglia la tradizione vitivinicola racconta una storia senza tempo che parla di saggezza, costanza, collaborazione, scrupolosità e fiducia. Ho voluto scrivere un altro capitolo di questa storia, facendo tesoro del bagaglio di conoscenze che mi sono state trasmesse”.
L’azienda si trova nel comune di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, all’interno della DOC “Trasimeno”: un territorio di grande fascino, con panorami incredibili e una natura rigogliosa. Gamay del Trasimeno, il Trebbiano Spoletino, il Grechetto, il Sangiovese ed il Syrah sono i protagonisti di Madrevite, vinificati tutti in purezza grazie all’enologo Emiliano Falsini.
Qui il Gamay del Trasimeno non ha nulla a che vedere con il Gamay coltivato nella regione francese del Beaujolais ma appartiene alla famiglia dei Grenache e dei suoi diversi nomi (Cannonau in Sardegna, Tai Rosso in Veneto, Garnacha in Spagna o, appunto, Grenache in Francia). Vitigno autoctono del lago Trasimeno, il Gamay, qui ha acquisito una precisa identità: “È evidente che il Lago Trasimeno lo ha trasformato regalandogli una nuova dimensione: gli ha fornito equilibrio e lo ha arricchito di sfumature. Era abituato a resistere a climi molto caldi e siccitosi, ma qui, dove il clima è più ventilato ed umido si esprime con maggiore eleganza e freschezza”.
60 ettari di terreno – di cui 11 vitati – che si estendono su tre diverse colline del Trasimeno: “È il territorio nel quale sono nato e che voglio continuare a valorizzare – continua Nicola Chiucchiurlotto – La Madrevite è un antico arnese usato in cantina dai vignaioli umbri di un tempo per fissare l’usciolo alle botti colme di vino. Simboleggia il legame tra il passato e le tradizioni che, unite alle moderne pratiche agronomiche e di cantina, costituisce la vera essenza della nostra produzione vinicola”.
Il Gamay del Trasimeno, una delle uve più importanti dell’Umbria, che qui ha trovato il suo habitat ideale, è il vitigno che più rappresenta l’azienda che lo racconta in tre diverse versioni:
La Bisbetica Rosé 2020
Da uve Gamay del Trasimeno è un vino rosa dal colore cerasuolo brillante. Profumi di fiori ma anche frutta come pompelmo e lampone. Sapido, acido e persistente. Di grande succosità e bevibilità.
Opra 2019
10 mesi in cemento, poi qualche mese in bottiglia per questa versione Gamay del Trasimeno in sole 3.600 bottiglie. Colore rosso rubino vivo, al naso è ricco di fiori rossi, ciliegia, amarene e note speziate. Piacevolissima la beva, tannini eleganti e grande equilibrio.
C’osa 2017
Solo 3.000 bottiglie per questa versione ardita del Gamay del Trasimeno: affina 6 mesi in cemento, 12 mesi in botti grandi da 10 ettolitri e cemento e infine 6 mesi in bottiglia. Rosso rubino, al naso profumi di fragola e marasca ma presenta anche note di sottobosco e speziatura varietale. Ben definito al palato, con tannini fini e buona lunghezza.
Nato in Toscana e cresciuto in Sicilia, dove vivo. Ho iniziato a scrivere quasi per caso, poi anche qualche libro sul rapporto tra mafie e chiesa. Promuovo il Turismo Esperienziale in Sicilia e mi occupo di comunicazione digitale. Scrivo di vino, di cibo e delle cose belle che mi circondano
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