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Life of Wine 2020 – Alto Adige – ERSTE + NEUE e il suo Puntay Pinot Bianco

In occasione dell’ultima edizione di “Life Of Wine”, organizzata al Radisson Hotel di Roma da Studio Umami con la collaborazione del nostro direttore Maurizio Valeriani, è stato possibile assaggiare una mini verticale di uno dei vini pìù rappresentativi di un’azienda che si trova tra i  bellissimi paesaggi delle montagne dell’Alto Adige.

Una storia antica per questa cantina sociale che incarna qualità e tradizione in ogni parte del mondo.  Nata nel 1986 dalla fusione della “Erste Kellerei” (la “Prima” cantina sociale di Caldaro, fondata nel 1900) e della “Neue Kellerei” (la “Nuova” cantina sociale fondata nel 1925),  è confluita nel 2016 nella Cantina Kaltern, e si è scelto di mantenere comunque il marchio di Erste+Neue.

Con vigneti terrazzati che si estendono intorno al Lago di Caldaro, che gli garantisce un microclima che non ha eguali, la Erste+Neue ha saputo scegliere il vigneto più adatto ad ogni vitigno con il fine di far esprimere appieno tutto il potenziale che possiede.

Vi parleremo di una piccola verticale di uno dei vini più rappresentativi dell’azienda il: Puntay Pinot Bianco Alto Adige DOC (100% Pinot Bianco).

Una fermentazione a temperatura controllata e maturazione in grandi botti di legno per 7 mesi prima di essere messo in commercio, per un vino di grande bevibilità.

Iniziamo con l’annata 2017, che esprime tutta la sua vivacità con note floreali che si accompagnano a frutta a polpa bianca (mela e pera). All’assaggio si percepisce lievemente il passaggio in legno, segno di un ottimo lavoro in cantina,  e di eleganza tipica di questo vino.

 

Con l’annata 2014  i profumi floreali hanno lasciato spazio a note di frutta e l’assaggio appare sempre più equilibrato, con un finale di mandorla molto intrigante.

 

Terminiamo con il 2008, il vino che ci incuriosisce più degli altri per gli anni che ha sulle spalle, ben 12. Vero che l’Alto Adige, grazie ad un clima particolarmente favorevole ai vitigni a bacca bianca ci ha sempre favorevolmente stupito, ma la delusione potrebbe sempre nascondersi dietro l’angolo.

Un assaggio che mantiene inalterate le aspettative, il legno non lo si avverte assolutamente, il vino mantiene una freschezza a dir poco stupefacente, pur mostrando in modo evidente lo scorrere del tempo nei profumi sprigionati e un finale lunghissimo è la degna conclusione per un assaggio che rimarrà nei nostri ricordi.

 

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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