Anche la videoconferenza non ridimensiona la carica travolgente di Marco Parusso. Parla entusiasta per due ore filate, raccontando della sua azienda e dei suoi vini, della sua vita e delle sue scelte enologiche, di come interpreta la viticultura.
Un approccio decisamente pragmatico e insieme condito di coraggi e curiosità, fatto di decisioni prese ma anche della capacità di ritornarci sopra per modificarle e adattarle alle nuove condizioni o alle nuove esigenze.
Il suo metodo – il Nebbiolo secondo Marco, si potrebbe dire – è un cocktail di antico e modernissimo, radici e avanguardia. Costante e attento l’occhio di riguardo verso la tradizione, con la riscoperta di pratiche cancellate o dimenticate dai più, ma riscritte in chiave moderna grazie all’applicazione delle tecnologie (“Esistono, funzionano: perché non dovrei usarle?”) più recenti. Così nascono i suoi vini.
Vegliamonte
Innanzitutto, una nuova avventura iniziata nel 2015 quando Marco e la sorella Tiziana cominciano a gestire i vigneti della Cascina Baconotta in località Santa Rosalba ad Alba.
Qui vogliono produrre un vino solo, un Alba DOC, che racchiuda la tradizione locale ben consapevoli che parte della rinascita enologica del Piemonte è stata determinata da vini a base Nebbiolo “rinforzati” dalla presenza di altri vitigni. Questo per poter accedere più facilmente a mercati esteri che, abituati al gusto dettato da Bordeaux, si aspettavano vini dalle caratteristiche differenti in termini di colore, tannino e struttura rispetto a quelle del Nebbiolo in purezza.
Vegliamonte, il nome della cantina e del vino, riporta alla posizione privilegiata della collina dalla quale lo sguardo spazia dal paese di Barolo alla catena montagnosa a sud, sud-ovest. È un vino prodotto con un uvaggio di 85% Nebbiolo e 15% Barbera sotto la denominazione Alba.
Una denominazione nata proprio con lo scopo di far rivivere questa tradizione e che obbliga all’utilizzo di Nebbiolo da un minimo del 70% ad un massimo dell’85% e Barbera compreso tra il 15 e il 30% con la possibilità di un 5% massimo di altri vitigni a bacca rossa non aromatici e maturazione di almeno due anni prima della messa in commercio.
Bellissimo color rubino vivace. Il profumo è accattivante, un dinamismo che conquista. Grande concentrazione con note che spaziano dalle spezie nere alla confettura. Pieno alla bocca, piacevolmente fresco con gradevoli sentori della maturazione in legno e un tannino sottile. Buona la persistenza.
Barolo
I Barolo di Parusso sono prodotti tutti con una tecnica che prevede il recupero della pratica veterocontadina del “riposo” delle uve dopo la vendemmia e prima della pigiatura. L’uva però viene ora vendemmiata con la massima accuratezza, eliminando ogni imperfezione, e i grappoli vengono deposti in piccole ceste che sono poi collocate in una stanza rigorosamente termocontrollata (l’uso del freddo e del caldo è una delle “armi” enologiche che Parusso predilige e impiega di più) dove restano per circa 3 giorni. Le uve non subiscono un processo di appassimento ma si stabilizzano, la buccia si rilassa l’acqua del raspo (che Parusso non elimina!) evapora lasciando posto a all’ossigeno che sarà poi fondamentale in fase di fermentazione alcolica.
Sono, i suoi, grazie all’insieme di questi processi, vini pieni, intensi e gustosi. Succosi ed eleganti, vivi e vitali.
La degustazione
Barolo DOCG 2016
Rosso rubino con sfumature granato. Il naso mostra un lato speziato che poi lascia il posto alla componente fruttata matura. Morbido e polposo con un tannino deciso ed elegante. Lunga la persistenza che conclude con note di futta sotto spirito. Un vino energico, figlio del classico blend di vigneti pilastro della produzione prima dell’avvento in Barolo della filosofia dei cru.
Barolo DOCG Mariondino 2016
Rubino e granato si fondono nel calice. Elegante e sottile al naso con riconoscimenti di ciliegia sciroppata contornati da spezie – la nota forse più distintiva del vino – ed erbe aromatiche. Entrata di bocca gustosa, tannino sottile e dolce. Piacevole freschezza e struttura. Lungo al palato con ritorni di frutta matura. Personalità asciutta. E stimmate di Catiglion Falletto evidenti.
Barolo DOCG Mosconi 2016
Un cittadino di Monforte che parla alta e chiara la lingua del posto. Note granate sul fondo rubino. Raffinato ed elegante, al naso evidenzia sentori di sottobosco, rabarbaro, agrume, frutta nera e tostato. Al sorso si esprime succoso e polposo, riportando alla frutta matura. Il tannino è morbido e l’acidità giustamente presente. Persistente e avvolgente. Un gran Barolo, interprete a tutto tondo del suo ruolo.
Barolo DOCG Bussia 2016
il DNA è scritto in etichetta. Luminoso rubino nel calice. Il sentore di amarene sciroppate guida il naso che rivela note floreali dolci e polpose. Perfetto equilibrio in bocca con un tannino sottile ed elegante. Coinvolgente freschezza e grande persistenza con ritorni di liquirizia. Setoso.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia