La Pizza di Pasqua di Civitavecchia è un dolce tipico che è nato in una citta sul litorale laziale ad 80 km da Roma, e per la sua bontà è stata da un centinaio di anni presente sulle tavole dei romani durante la colazione pasquale.
Prima di fornirvi la ricetta di questa “Pizza” vogliamo riportarvi alcune parti delle note che abbiamo trovato a riguardo della sua storia, invitandovi a leggere anche il link che troverete alla fine.
Versi che rivelano il primato riconosciuto della pizza civitavecchiese sulle tavole di Roma ma anche i tentativi in corso dei fornai romani di dare “scaccomatto” commerciale ai colleghi rivali della cittadina portuale.
Pochi anni dopo, era la Rivista minima di scienze, lettere ed arti pubblicata a Milano nel 1879, a pubblicare il lungo elenco dei dolci tipici più apprezzati sulle tavole degli Italiani. Partendo per un virtuale e dolce giro d’Italia, abbiamo il “proverbiale panettone” milanese, per citare subito dopo i maritozzi di Roma, i cioccolatini di Torino, i panforti e i ricciarelli di Siena, i torroni di Cremona, la cassata palermitana e i mostaccioli di Napoli, ecc., ecc. Fra tutti questi dolci natalizi e pasquali, ancora oggi patrimonio gastronomico dell’Italia, l’autore Michele Castellini citava la pizza di Civitavecchia.
Un po’ di confusione la provoca la lettura dell’Illustrazione italiana che nel numero del 7 gennaio 1883 pubblicava l’articolo Il Natale in Roma a firma di Don Pirlone in cui si descrive la cena di vigilia dei romani che iniziava “d’ordinario con gli spaghetti, intrugliati di noci e mandorle e acciughe trite e ritrite” per chiudere “con la PIZZA di CIVITAVECCHIA, una delle infinite varietà del tipo panettone”
Lo scrittore francese Felix Grimaldi, autore del volume Roma après 1870, pubblicato nel 1887, scriveva: “La quantité de denrées (solides ou liquides) que consomme annuellement un habitant de Roma est de 435 Kilogrammes, représentant quatre fois le poid moyen de son corps. A Noel, tout bon romain mangera un gateau indigeste nommé PANGIALLO et dur comme la brique; à Pàques, au contraire, il aura sur sa table une PIZZA de CIVITAVECCHIA. Ce genre de patisseries a donné son noma u pain d’epice (di PIZZE) si connu en France”.
Insomma, la pizza di Pasqua civitavecchiese era un dolce particolarmente apprezzato e ben conosciuto già nell’Ottocento soprattutto a Roma. Un’ulteriore reminiscenza la regala Manfredi Porena, illustre storico della Letteratura italiana e noto dantista, che nacque a Roma nel 1873 e vi morì nel 1955. Due anni dopo la sua morte, fu edito postumo il volume autobiografico Roma capitale nel decennio della sua adolescenza, in cui ricordava che a Roma negli ultimi decenni dell’Ottocento “per Pasqua si faceva la pizza dolce, cioè una semplice torta di farina, uovo e zucchero, ben lievitata, ricoperta d’uno strato zuccherino come quello dei pangialli eleganti; ma era diffuso anche l’uso della eccellente PIZZA di CIVITAVECCHIA, più rozza, meno dolce, senza coperta zuccherina, ma d’un sapore sui generis gustosissimo, dato da cannella ed essenza di arancio”…
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Ecco la ricetta per poterla realizzare:
RICETTA
900 gr. di pasta lievita (circa 600 gr. di farina, 375 ml di acqua, un pizzico di sale e 10 gr. di lievito di birra)
6 uova (4 intere + 2 tuorli)
40 gr. di anice
20 gr. di cannella
800 gr. di zucchero
250 ml. di vino rosso
600 gr.di ricotta
600 gr. di burro
1 bustina di lievito bertolini
2 bustine di vanillina
Farina (circa 1,9 Kg)
1° FASE
Preparare la pasta lievita e l’infuso di vino con anice, cannella e vanillina.
2° FASE
In un contenitore aprire le uova, aggiungere lo zucchero, il burro fuso infine la ricotta. Prendere l’impasto lievitato, aggiungere l’infuso e maneggiare fino ad amalgamare il tutto. Unire i due composti, aggiungere la farina.
3° FASE
Versare l’impasto negli stampi e attendere che lieviti nuovamente. Quando è pronto spennellare la superficie con il tuorlo dell’uovo e cuocere in forno a 180 gradi per 50 minuti.
Questa pizza oltre ad accompagnare perfettamente le uova sode e il tipico salame pasquale (la corallina) si abbina perfettamente anche alla cioccolata e può essere così usata anche come dolce per il pranzo pasquale.
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