A Montemarano in una delle zone più vocate per l’Aglianico, dove si trovano alcune aziende che hanno saputo dare lustro a questo vitigno come ad esempio Salvatore Molettieri e Il Cancelliere, una giovane donna ha impegnato, insieme ai suoi genitori, la propria vita ed ha seguito le proprie idee con l’obiettivo di valorizzare questo territorio e le uve che da sempre vi trovano dimora, cercando di apprendere da tutti coloro che ha incontrato, teorie e segreti ma soprattutto imparando ad ascoltare quelle vigne che giorno dopo giorno coltiva con cura e amore e che le mostrano le loro caratteristiche e la bellezza del luogo in cui vive.
Sto parlando di Enza Saldutti, titolare dell’ azienda La cantina di Enza, che mi ha accolto con l’entusiasmo che notoriamente la distingue nella sua cantina, posta sotto l’abitazione e con le vigne che sembrano guardarla con la tenerezza di un figlio.
Enza è una donna determinata e schietta allo stesso tempo e questo mi ha spinto a chiederle quale fosse per lei la definizione di “viticoltura naturale”. La risposta è concentrata in una semplice frase:
“Per fare un buon vino naturale occorre ascoltare ciò che la vigna ci sussurra, ma oltre ad ascoltarla occorre avere la sensibilità di capire cosa ci dice e comportarsi di conseguenza”.
Questa per Enza è la base, poi viene la quotidianità fondata sulle azioni che si compiono nella vigna, che possono risultare giuste o sbagliate, ma sempre legate alla comprensione del vigneto e all’esaudire le sue richieste. Così ogni scelta diviene un’assunzione di responsabilità verso se stessi e verso il vigneto, consapevoli che sbagliando se ne pagheranno le conseguenze e che talvolta sarà difficile rimediare.
Mi ha sottolineato l’importanza delle esperienze che si fanno in vigna giorno dopo giorno, sporcandosi le mani, ben consci che sbagliare non è una tragedia ma è solo un modo per andare sempre avanti, perché è solo attraverso gli errori che si impara.
Enza è cosi in sintonia con questi luoghi e con le sue viti che portandomi nella vigna si sofferma a farmi notare che il terreno dove si trovano le sue vigne è di natura argillosa. Ciò porta ad avere oggi una vegetazione molto esuberante, che necessita di continue lavorazioni delle quali non si può assolutamente fare a meno. E che ogni nuova strada, che non sia quella che i viticoltori hanno utilizzato da sempre non è adatta a questi luoghi e non darà il meglio di sè nelle vigne. Il microclima presente sui suoi terreni risulta diverso da quello di aziende poco distanti da lei perché tanti sono i fattori che differenziano un territorio e lo rendono unico.
Appena 7 ettari di terreni di cui solo 5 a vigneto ed il resto coltivato a oliveto e cereali. Dal 2016 ha ottenuto la conversione del vigneto in biologico e da allora prosegue verso il biodinamico. Si producono appena 3500 bottiglie annue con una conduzione dell’azienda esclusivamente familiare.
A questo punto lasciamo la parola ai suoi vini partendo proprio da quel vino che solo lei ottiene.
Volpe Rossa 2015
Dal vitigno Coda di Volpe Rosso (ormai quasi sparito) “un Taurasi al femminile” come lo definisce Enza. Appena 300 bottiglie prodotte per un vino che evolve per 24 mesi in barrique e di cui si raccolgono appena 6 quintali di uve. Ampio al primo impatto olfattivo con frutti rossi e note di lavanda in evidenza. Durante l’assaggio un tannino gentile ci accarezza il palato per finire con un crescendo di note di violetta e pietra focaia che sembrano non finire mai.
Volpe Rossa 2014
L’evoluzione del vino precedente. Le spezie si accompagnano a note balsamiche e di macchia mediterranea con il mirto in evidenza. Il tannino è vibrante e anticipa un finale lunghissimo di spezie dove il chiodo di garofano è ben evidente.
Coda di Volpe Bianco 2016
Un tripudio di profumi floreali a cui si accompagnano note di miele millefiori. Elegante, sapido, con un tannino ben percepibile e una lunga chiusura su note mielose.
Irpinia Aglianico D.O.C. – Passione 2013
Il vino che permette ad Enza di definire in modo semplice e chiaro il suo territorio e il suo microclima. Note fumé si accompagnano a ricordi di frutti di bosco, con mora e lampone in evidenza, un tannino dinamico si accompagna a note sapide per chiudere con un finale di ciliegia molto persistente.
Taurasi D.O.C.G. – Padre 2011
L’annata in commercio per questo vino che mostra da subito tutta la sua complessità, con profumi speziati che si accompagnano a sentori di caffé, note balsamiche e di frutta rossa. Ricco, di bella struttura, chiude con un lungo finale di spezie dolci.
Taurasi D.O.C.G – Padre 2014
Ancora in evoluzione, ma mostra la crescita di Enza in cantina. Pur mantenendo le note speziate della 2011 notiamo che il frutto è ancora ben croccante, ma è la freschezza associata ad un bel tannino a mostrare la nuova strada intrapresa da Enza, che ha deciso di evidenziare sempre più quel carattere che solo questo territorio è in grado di dare.
Rosato Natarosa 2016
Una sfida per Enza, ottenuto da uve di Aglianico nel pieno della maturità. Ci mostra tutta la determinazione e la forza di questa donna che ha deciso di mostrare al mondo una diversa faccia dell’Aglianico. E’ un vino che presenta un residuo zuccherino che scaturisce dalla maturazione naturale delle uve. Appena i profumi di rosa e ciliegia ci giungono al naso le aspettative sono imponenti, poi l’assaggio ci spiazza perché la nota dolce proprio non era nei nostri pensieri, un attimo per schiarirsi le idee e chiedere ad Enza delucidazioni; la risposta è che nulla è sbagliato in questo vino e questo residuo è quello che scaturisce dall’Aglianico nel pieno della maturità e rappresenta una diversa interpretazione di questo vitigno. Sono soddisfatto delle sue parole, anche se preferirei provare a degustarlo a fine pasto.
NOTA: le etichette dell’immagine in evidenza sono un’anteprima per Vinodabere, e riguarderanno le bottiglie che saranno messe in commercio nelle prossime stagioni.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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