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Incontro tra i piatti tradizionali della trattoria La Campana di Nettuno ed i vini di Arillo in Terrabianca

Siamo stati accolti da un’atmosfera incantevole alla Trattoria La Campana di Nettuno, un ristorante a gestione familiare con oltre quarant’anni di storia, un ritrovo sin dagli albori di amici e gente del posto. Il wine tour, al quale abbiamo partecipato, ci ha permesso di assaporare le deliziose ricette di casa, ingredienti e sapori autentici tra tradizione e modernità, abbinate con attenzione ai vini toscani della Maremma e al Chianti Classico dell’Azienda Arillo in Terrabianca.

Chi è Arillo in Terrabianca?

Ripartire dal valore della Natura per creare un modello di impresa ecosostenibile per le generazioni future, in cui l’uomo diventa custode della terra e i risultati del suo lavoro si traducono in prodotti di alta qualità.” Questa visione ha ispirato Adriana e Urs Burkard nel 2019, quando hanno acquisito Arillo in Terrabianca, bellissima azienda vitivinicola composta da tre tenute distintive: Terrabianca a Radda in Chianti (10 ettari), Il Tesoro a Massa Marittima (37 ettari) e Colle Brezza a Pienza, nel cuore della Val d’Orcia (8.5 ettari). 

A simboleggiare tutto ciò è lo stemma araldico della Famiglia, che unisce l’uomo al suo territorio. Il castello e le due stelle rappresentano le generazioni future, mentre le tre colline simboleggiano le tre aziende, il tutto racchiuso in un ovale che ricorda la forma di un acino, in latino “arillus“.

Adriana, italiana appassionata di natura, e Urs, svizzero amante del vino, provengono da famiglie con origini diverse. Adriana ha radici profonde in Italia, dove ha appreso l’importanza dell’ospitalità e della cultura agricola grazie ai nonni e alla sua famiglia paterna, fondatrice del marchio Zeffirino. Urs, con competenze imprenditoriali nel settore chimico tramite l’azienda Sika, ha unito le forze con Adriana, dando vita al progetto “Arillo in Terrabianca”.

 

Il viaggio in Toscana è cominciato a Colle Brezza, nella meravigliosa zona di Pienza. Qui, i Burkard hanno incontrato la famiglia che gestisce l’azienda agricola Terrabianca ed è stato un vero colpo di fulmine, non solo per la bellezza del luogo, ma anche per la passione con cui l’ex proprietario ha portato avanti il progetto agricolo e vinicolo per oltre trent’anni.

Oggi, in Terrabianca, si sta lavorando per creare un’impresa che unisce una cantina e un’azienda agricola biologica, con l’ambizione di espandere i propri servizi in futuro con ospitalità e ristorazione di alta qualità affidata al rinomato Chef Heinz Beck. Un progetto imprenditoriale che si fonde su principi di viticoltura sostenibile e minimalista, puntando su rispetto, equilibrio e armonia.

Una visione che si concretizza anche attraverso un disegno artistico, con l’installazione di una galleria d’arte all’interno della cantina, già arricchita da alcune opere. Tra queste, spiccano i quadri dell’artista tedesco Wolfgang Beltracchi, noto falsario e caro amico di famiglia. Beltracchi è un artista capace di dipingere sia con la mano destra che con la sinistra, ricreando con maestria le tecniche dei pittori dei primi del Novecento. Le sue opere sono state battute nelle più prestigiose aste, come Christie’s, e molte di esse sono esposte in gallerie d’arte in tutto il mondo. Tuttavia, ha scontato una pena detentiva a causa di un errore: l’uso di un colore bianco moderno su un quadro che doveva risalire a quel periodo.

Un esempio di questo è la ristrutturazione della Cantina, progettata dall’architetto Mario Botta, che promuove un’interazione tra gli spazi dedicati al vino e l’ambiente circostante. Inoltre, è stata avviata un’iniziativa per valorizzare il paesaggio, che prevede la pulizia e la sistemazione di 100 ettari di boschi e sentieri, con l’obiettivo di ripristinare antichi percorsi di collegamento. Tra questi, spicca il sacello che dà il nome al Chianti Classico Annata, una chiesetta consacrata risalente al 1200, situata all’interno di questo vigneto, su un antico cammino di pellegrinaggio, aperta al pubblico. La chiesa del 1200 presentava due parti in cattivo stato: il campanile e la facciata, che si sono rivelate essere le sezioni più recenti, ricostruite nel 1700. Durante i lavori di restauro, in collaborazione con le belle arti, sono venuti alla luce sette strati di intonaco, il più antico dei quali risale al 1200. Di questo periodo è stato recuperato un piccolo frammento, mentre sono stati restaurati intonaco e affreschi del 1700, riportandoli al loro splendore originale.

È proprio nel cuore dell’azienda, la parte più in basso, sotto la chiesetta, che si produce il Sacello, la prima parcella del Chianti Classico, mentre la parte più alta è dedicata alla Riserva Poggio Croce, e nella parte destra c’è la parcella più piccola riservata alla Gran Selezione

Le potenzialità di produzione superano le scelte fatte, come quella di non vendere a clienti esterni e di non entrare nella grande distribuzione. Si produce solo ciò che si vende, mantenendo un approccio più di nicchia. 

La nuova proprietà lavora in regime biologico dal suo ingresso dopo 40 anni di agricoltura convenzionale, collaborando con un agronomo che ha modificato le tecniche di coltivazione. Si è passati dal cordone speronato al sistema guyot, riducendo l’uso di mezzi meccanici e favorendo il lavoro manuale. Attualmente, la produzione è di circa 150 mila unità, con il potenziale di raddoppiare in futuro.

Negli ultimi anni, le rese e le stagioni hanno avuto andamenti variabili, ma la qualità rimane la priorità. La vendemmia del 2024 nel Chianti Classico è stata molto positiva, mentre per il 2023 non verrà prodotta né la Gran Selezione né la Riserva, poiché le uve di qualità sono state destinate all’Annata. 

Ma passiamo a raccontarvi le etichette che abbiamo degustato, abbinate ai deliziosi piatti della trattoria che ci ha accolto.

Come aperitivo di benvenuto, è stato presentato il “Bevorosa” Maremma Toscana Doc 2023, un Sangiovese rosato abbinato alla Focaccia con Mortadella Favola. Siamo a Valpiana, Massa Marittima, in una zona della Maremma caratterizzata da suolo argilloso e sassoso, con una buona ventilazione, forti escursioni termiche e la vicinanza al mare.

Le uve vengono raccolte a mano e lavorate immediatamente. Si procede con una pressatura soffice, seguita da una chiarificazione a freddo e da un leggero contatto con le bucce. Il vino affina in acciaio per 6-7 mesi, durante i quali si effettua il bâtonnage. Il risultato è un vino fresco, profumato e deciso, con sentori di piccoli frutti rossi, note agrumate, cenni di pietra focaia e un piacevole e marcato sapore salino. La sua struttura aromatica e l’acidità ben bilanciata si sposano perfettamente con il colore e la grassezza della mortadella.

Il Chianti Classico Docg “Sacello” Annata 2022 ha accompagnato in maniera eccellente due antipasti: il Carpaccio con salsa al Chianti e stracciatella di ricotta di pecora e un’idea particolare di pappa al pomodoro a cubi, con pomodorini semicanditi, pane al basilico e parmigiano. Un Sangiovese in purezza, affinato in cemento, proveniente da vigne relativamente giovani. Presenta sentori di ciliegia e note affumicate, con un’anima fresca, succosa e gradevole. Si caratterizza per un profilo beverino, varietale con accenni di sottobosco, balsamico, corteccia e frutti rossi croccanti. È un vino molto affabile e appagante da bere.

Il Chianti Classico Docg “Poggio Croce” Riserva 2020 accompagna egregiamente il tortello fatto in casa con cinghiale, cavolo nero in polvere e kefir. Matura un anno in botte grande di rovere francese e slavonia con bâtonnage mensili ed evolve due anni in bottiglia.

Al naso, si possono percepire aromi di macchia mediterranea, note affumicate e ciliegie sotto spirito. Al palato, risulta dissetante, di corpo, con sentori tostati di tabacco, erbe aromatiche e frutti rossi maturi. Ampio e coinvolgente, caratterizzato da un buon uso del legno, elegante e con accenni di corteccia. Scorre piacevolmente, senza appesantire, mantenendo sempre una freschezza vivace.

Il Terrabianca Chianti Classico Docg Gran Selezione 2019, identificato dalla bottiglia n. 3662 su un totale di 4394 esemplari, si distingue per un’etichetta artistica che presenta un bronzo monumentale raffigurante una figura sciamanica, creata da un artista sudafricano. Quest’opera riflette l’esplorazione dell’equilibrio perduto tra uomo e natura, simboleggiando la ricerca di una profonda connessione con la terra. 

Prodotto da un clone diverso di Sangiovese (romagnolo), da viti di 45 anni, coltivate su due ettari dedicati esclusivamente a questa etichetta. I grappoli sono piccoli e spargoli, e la maturazione avviene lentamente ma in modo costante su un poggio soleggiato. 

Dopo un lungo affinamento di venti mesi in botti medie da 500 litri e tre anni in bottiglia, presenta un bouquet ricco di more e prugne, con note balsamiche e speziate. La sua spalla acida ben si sposa con i sapori del piatto, offrendo un finale lungo e persistente. 

IlCampaccio” Toscana Igt 2020 è un vino che ci ha sorpreso, rappresentando al meglio la Maremma. È composto per il 70% da Sangiovese, 20% da Cabernet Sauvignon e 10% da Merlot, con un affinamento di un anno in barrique di secondo e terzo passaggio e 2-3 anni in bottiglia. 

Offre una concentrazione di frutta, con note di frutti di bosco e more, e un bouquet elegante e raffinato. Il sapore è ricco e persistente, con una profondità che sorprende. L’alcolicità è ben bilanciata e non percepita, mentre si possono avvertire sentori di erba falciata, rosa leggermente appassita e frutta scura matura. I tannini sono levigati, intensi e piacevoli.

Chiudiamo il sipario con la grappa “La Bomba” Riserva da vinacce di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, affinata diciotto mesi in botti di rovere di slavonia e abbinata al buonissimo babà al rum e crema di vaniglia. Morbida, calda e avvolgente. Una beva mai scontata.

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Sono un'Archivista Digitale nel campo editoriale, dedico la mia vita ai libri perché come dice Kafka "un libro rompe il mare ghiacciato che è dentro di noi". Così lo è anche il vino. Lui mi ha sempre convinto in qualsiasi occasione ed è per questo che dal 2018 sono una Sommelier Fisar, scrivo e racconto con passione sui miei canali e in varie testate giornalistiche la storia dei territori, gli aneddoti e il duro lavoro dei Produttori in vigna e in Cantina. Ho seguito un corso Arsial al Gambero Rosso Academy sulle eccellenze enogastronomiche del Lazio e presto servizio in varie eventi per il Consorzio Roma Doc e per il Consorzio Tutela Vini Maremma. Inserita con orgoglio in Commissione Crea Lab. Velletri come membro esterno per le degustazioni, sogno e aspiro a diventare con il tempo una vera giornalista.

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