Tra i suoi must c’è la Pizza Ruota di Carro verace a doppia cottura, con un cornicione sottile e ampio, dalla lieve alveolatura, che ingloba morbidezza e fragranza d’animo. Un inno melodioso alla tradizione napoletana, complici il pomodoro San Marzano rosso raggiante dall’aroma volitivo di polpa matura e la mozzarella di bufala campana DOP, fresca e succosa. Altre due varietà con lo stile doppia cottura e la giostra di sapori e profumi è fatta con spirito caliente. La “Pizzeria Gattopardo Boutique” a Messina ha imboccato una nuova rifioritura nel 2024, grazie ad un imprenditore neofita del settore Arte Bianca, Natale De Francesco., che ha rilevato una delle più note e storiche pizzerie, attiva dal 1972, e che ha sposato tra i primissimi il tour gastronomico della San Pellegrino “The Sanpellegrino Table”: questo è stato avviato dallo scorso 26 maggio e termina oggi, scegliendo esattamente la Città dello Stretto come sinonimo di accoglienza di ben 12 serate (comprendendo le provincie di Catania, Siracusa, Ragusa e Palermo) e cancello della Sicilia.
Il focus del progetto è la commistione di due emisferi: i pizzaioli ospitanti, che risultano in questo caso i depositari della tradizione e le braccia confidenziali della Trinacria e gli chef stellati che sono l’immagine del Belpaese con una contemporaneità e inventiva del Fine Dining.
Il primo professionista stellato è stato l’executive Chef toscano una stella Michelin Davide Canella del ristorante “Contrada di Castel Monastero”, a Castelnuovo Berardenga (Siena) che è stato ricevuto dal proprietario Natale De Francesco – “Boutique Pizzeria il Gattopardo”, con la sua brigata di pizzaioli – Riccardo Maggio e Roberto Mancuso – e lo Chef Anthony Sindona. Il mood di Chef e i Navigati della Pizza è stato incentivare all’unisono una Creazione Special, con un topping studiato a regola d’arte dagli chef ospitati, frapposta nell’offerta degustazione e stabilita dai patron secondo parametri differenti.
Nel centro di Messina, dopo aver perseguito il business della fronda edilizia, De Francesco si è voluto reinventare e dare una svolta rispetto alle contrarietà e ai mutamenti dettati dalla pandemia al campo occupazionale. Si dedica ad una fetta che da sempre lo attraeva: la panificazione e la pizzeria con le loro farine. Nel giro di poco tempo, diventa un punto di riferimento nell’hinterland peloritano per la vendita di farine di alta qualità, affermando la sua reputazione come “selection man” dei migliori ingredienti per il confezionamento di prodotti da forno.
L’anno scorso, la scansione più significativa per la sua carriera con “Gattopardo Pizzeria” che viene inaugurata lo scorso febbraio e si erge a boutique dal concept innovativo ed elegante, allacciandosi alla possente connessione con la cittadinanza. I nuovi modelli stilistici e la qualità degli ingredienti centrano ogni proposta.
A supportare Natale sono sua moglie Grazia Costantino con il suo figlioletto, la direttrice di sala Jessica Gangemi e naturalmente tutto il suo staff includendo la sous chef Paola Scarfì.
A tutto pasto, è stato consigliato o un bianco dell’Etna o il Perricone “Talia” 2023 di Tenute Mokarta (del trapanese).
La nostra scelta è andata sul rosso. La rotazione delle pietanze, ognuna dai sapori vigorosi ma ben equilibrati ha sbottonato la suspense con l’Antipasto “Origine” formato da Seppia cotta a bassa temperatura, tuorlo fritto al nero di seppia, crema di edemame e cracker multicereale.
Sicuramente, un piatto nutriente per la presenza di vari componenti dal pesce ai legumi – fagioli di soia, cucinato molto bene senza sorpassi, con la possibilità di usare il cracker come posata ma con la necessità di un cucchiaio per non disperdere la temperatura corretta tiepida.
In successione, la Pizza in Discesa “Sottovoce” cioè Vellutata di patata viola, blu di bufala, chips di riso alla curcuma e battuto di prosciutto di petto d’anatra che ha colpito per l’approccio del formaggio erborinato prodotto unicamente con latte di bufala pastorizzato, dal sapore inconfondibile e parecchio aromatico che intercetta la delicatezza dell’impasto affusolato e del battuto di carne e la dolcezza della vellutata.
Per la terza specialità, la Pizza Contemporanea “Lingua Madre” che è stata a mio avviso la più godibile anche per la sua esuberanza e corposità con: fondo di carne, Lingua di bue, crema di topinambur, zest di arancia candita e scaglie di mozzarella di bufala.
La quarta pietanza, forse la più attesa, la Special “Opera” (ideata dallo chef stellato Canella) è stata la Pizza a Padellino Gourmet con pomodoro San Marzano candito secondo la tradizione livornese, scarola brasata, lardo di calamaro, fegato di rana pescatrice e colatura di alici a finire.
In conclusione, Dolce “Chi nasce tondo…” ovvero il Cubopizza al cacao amaro, farcita di crema di pere e ricotta dolce: qui, la combinazione dei gusti sarebbe stata un bel classico da manuale però il nostro accorgimento è uno spessore più ridotto dell’impasto cubo che non permetteva subito un taglio netto ad ogni assaggio e l’amalgama degli ingredienti eccellenti: solo una rifinitura da adottare.
Oltre a Gattopardo, Natale De Francesco ha messo in piedi con successo anche altri piani nella ristorazione . Da cinque anni, conduce la pizzeria stagionale “Pizza Village” nel sito della riviera tirrenica – Rometta Marea, verdeggiante e pensato per le famiglie, con parco giochi e spazi attrezzati, dove è possibile apprezzare una vera pizza napoletana e una seria gamma di tipicità fritte. Da quest’anno, c’è stata un’estensione del suo gruppo con l’avvento di una sua proposta di ristoro e sfizio, all’interno del celebre lido balneare “Tarea” che realizza serate musicali, lungo la suggestiva Litoranea nord di Messina. Qui, oltre alle sue pizze d’autore, si trova anche una selezione di manicaretti che arricchiscono il menu con finezza.
Natale De Francesco è un manager che ha restituito nuova essenza a luoghi storici, creando spazi di aggregazione di livello, con dovizia di particolari negli arredi e autenticità.
Il gran finale delle cene il 10 giugno, dove il tour si chiuderà nel comune marinaro Altavilla Milicia da “Saccharum”, la pizzeria di Gioacchino Gargano 3 Spicchi Gambero Rosso, che accoglierà lo chef trabiese Antonino Ferreri del Ristorante una stella Michelin “Limu” di Bagheria.
Altro piatto da provare al Gattopardo la Sfera di Riso Giallo, una botte di ferro tra irruenza e cremosità, arruffata in un guscio croccante e solare. Emana, al primo morso, un cuore bizzarro, ti circonda il palato con un finale denso di carattere. Un nesso di opulenza e slancio in ogni boccone.
Il Quadrotto n. 2 è ancora una leccornia che mischia la gradevolezza del carpaccio di manzo con la procacità dei capperi canditi e la pastosità della fonduta di Grana Padano Riserva 20 mesi. Il contrasto tra freschezza, sapidità e tono cremoso esalta ogni ingrediente con eleganza e intensità.
Nel weekend, si propone per il Lunch un primo piatto semplice e raffinato: le Tagliatelle artigianali, preparate con materie prime stagionali e certificate, che cingono la dolcezza dei pomodorini gialli e rossi, provocando un fragore di vivacità. Una tenue burratina viene aggiunta a fine cottura per garantire la sua morbidezza, fasciando il piatto in una stretta squisita.
Mi immergo ed entro in sintonia da Giornalista nelle storie di cibo, vino, birra, beverage, di campi di grano così come di uliveti e di prodotti agroalimentari e poi le racconto con i loro creatori e i loro territori, fornendo la curiosità e il fascino che meritano. E questo lo faccio con la predisposizione della notizia di chi è cronista del settore “bianca” (e di politica) da un ventennio ma anche conduttrice televisiva, di telegiornale e di trasmissioni TV e di rassegne artistico – culturali, enogastronomiche (anche itineranti con interviste, talk-show e promozione turistica). Degusto vino da sommelier ma lo degustavo ancora prima per passione. Organizzo eventi e mi occupo di uffici stampa e pubbliche relazioni in maniera trasversale dal sociale allo spettacolo, dalle grosse segreterie politiche a quelle sindacali, passando persino per lo sport. Sono convinta che ogni giornata bella o brutta debba concludersi con un vino superlativo nel calice adatto (MAI quello sbagliato!) che ti può fare svoltare la nottata. La libertà è anche questo e alla libertà non si rinuncia MAI, soprattutto a quella di esprimere e scrivere qualunque cosa con competenza.
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