Pino Perrone degusta in anteprima per Vinodabere.it i nuovi whisky rilasciati da High Spirits
I cultori dello scotch whisky sanno che oltre agli imbottigliamenti ufficiali di distilleria (cosiddetti original bottling), ne esistono altri dovuti agli oramai numerosissimi (saranno circa duemila) imbottigliatori indipendenti.
I cultori dello scotch whisky sanno che è gran merito dei precursori di questi ultimi (li chiamerei quasi coloni) se le distillerie hanno, sul finire degli anni ’50, preso (finalmente) consapevolezza della qualità del loro prodotto, all’infuori dall’essere solo uno degli ingredienti di un blended. E inoltre sanno che costoro prediligono le botti singole e spesso il grado alcolico pieno, trovato in botte al termine della maturazione.
I cultori dello scotch whisky sanno che sono stati soprattutto italiani, i responsabili di questo epocale passaggio che vede ora ogni distilleria a uscire con il proprio whisky.
I cultori dello scotch whisky non possono non conoscere uno di questi famigerati italiani, Ferdinando Fiori, Nadi per gli amici e non, classe 1943, artefice dalla fine degli anni ’70 della scena maltata scozzese come selezionatore e imbottigliatore indipendente, anche per altri occasionali (e non) colleghi. Cominciò per il proprio ristorante a Rimini La Taverna degli Artisti, grazie alla conoscenza acquisita di George Urquhart della Gordon & MacPhail di Elgin (il commerciante e imbottigliatore più fornito di Scozia). A partire dal 1984 proseguì con l’etichetta Intertrade, e dal 1999 con l’attuale High Spirits.
Nadi è un gentiluomo d’altri tempi, grande conoscitore della realtà whiskofila, con le idee chiare sullo stato dell’arte poiché ha conosciuto il passato e l’evoluzione di questo distillato. Se avete la fortuna di parlarci, scoprirete una visione schietta e diretta ma espressa con molto garbo. Ha piena consapevolezza (uno dei pochi a quanto pare) d’essere stato un privilegiato per aver vissuto nell’epoca in cui si poteva disporre di una grande scelta d’acquisto di botti che nessuno o pochi cercavano. Un’occasione di fatto irripetibile. Vien da sé che per individuare prodotti eccellenti bisogna anche avere un gran palato, cosa che non manca a Nadi.
Al giorno d’oggi la situazione è talmente cambiata, e l’offerta è così poco vasta, che si hanno enormi difficoltà ad avere botti di whisky di determinate distillerie blasonate, e per un imbottigliatore privato è sempre più difficile garantire una qualità di rilievo. Se si è onesti, si agisce al meglio con quel che il mercato offre. Un buon imbottigliatore dovrà far scorta di botti quando incappa in qualcosa che ritiene degno, e se non pronto per la messa in commercio, dovrà preservarlo, con quel che comporta l’aver pagato una botte con un tot di litri e trovarne molto meno (in certi casi anche al di sotto della metà per effetto della parte degli angeli) a distanza di anni quando riterrà sia giunto il momento. A tutto questo si aggiunge la questione dei prezzi d’acquisto delle botti, divenuti vertiginosi. Col senno di poi, chi l’avrebbe mai detto? Consapevole che il vento ha variato il suo giro, senza paludare le bottiglie di storie con pregi inesistenti, non seguendo il mercato che afferma se non pàtini non vendi (se lo può permettere del resto: assieme a Samaroli, Mainardi e altri ha scritto la storia del whisky scozzese), Nadi prosegue in ottima maniera il suo lavoro di ricerca.
Dopo averci regalato, fra gli altri, a cavallo fra il 2003 e il 2007, la nutrita serie di Lochs and Castles of Scotland (comprendente, tanto per fare qualche nome di distillerie difficili oggi da ottenere, dei Macallan, Springbank e Ardbeg!), e il decennio successivo, fra il 2015 e il 2017, quella di Life is Circus, due anni fa, nel 2020, ha rilasciato la prima parte di una nuova serie chiamata Masters of Magic.
Era composta dai seguenti imbottigliamenti :
Aultmore 2008, 11 anni, 46% (più una limited edition di 24 bottiglie a 59,3% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout).
Benrinnes 2008, 11 anni, 46% (più una limited edition di 24 bottiglie a 55,4% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout).
Croftengea 2007 (Loch Lomond), 12 anni, 46% (più una limited edition di 24 bottiglie a 57,9% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout).
Ledaig 2008, 11 anni, 46% (più una limited edition di 24 bottiglie a 57,8% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout).
Linkwood 2007, 12 anni, 46% (più una limited edition di 24 bottiglie a 56,9% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout).
Macduff 2008, 11 anni, 46% (più una limited edition di 24 bottiglie a 63,3% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout).
E con lunghe maturazioni :
Glenburgie 1998, 21 anni, 46%
Arran 1996, 23 anni, 46%
Secret Highland Distillery 2000 (si tratta di Clynelish), 20 anni, 46%.
Pochi giorni fa è uscita la seconda parte di questa “magica” serie, e l’amicizia quasi ventennale che mi lega con Nadi Fiori, oltre all’innegabilità di dovergli gran parte del mio sapere e carriera, ha fatto sì che abbia avuto il privilegio d’assaggiare in anteprima i nuovi imbottigliamenti.
Prima di darvi conto delle mie impressioni, circa i prodotti di questa serie dalle sgargianti e multicolorate etichette, come del resto era la precedente, registro come Nadi fotografi bene la situazione attuale del whisky con una divertente metafora. Gli attori sono passati da circensi, con alcuni clown che purtroppo non fanno ridere, a maghi, sui quali sappiamo bene che alla base del loro mestiere ci sono i trucchi (se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare consiglio una serie sui santi!). Tuttavia, le capsule blu con stelle e pianeti che racchiudono il collo delle bottiglie, alla maniera della stagnola del più tenero Bacio dolciario, lasciano aperta la speranza che non tutto sia perduto.
Arrivando al punto, i whisky della nuova serie appena usciti sono i seguenti in rigoroso ordine alfabetico:
Ardmore 2009, 12 anni, 46% (più una limited edition di 18 bottiglie a 57.6% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout e altrettante per il whisky bar di Melbourne Whisky & Alement) proveniente da una botte ex bourbon hogshead. Distillato nel novembre del 2009 e imbottigliato nel marzo del 2022.
Caol Ila 2008, 14 anni, 46% (più una limited edition di 18 bottiglie a 55.0% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout e altrettante per il whisky bar di Melbourne Whisky & Alement) proveniente da una botte ex bourbon hogshead. Distillato nel gennaio del 2008 e imbottigliato nel marzo del 2022.
Jura 2009, 12 anni, 46% (più una limited edition di 18 bottiglie a 55.9% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout) proveniente da una botte ex bourbon hogshead. Distillato nel novembre del 2009 e imbottigliato nel marzo del 2022.
Royal Brackla 2009, 13 anni, 46% (più una limited edition di 18 bottiglie a 57.6% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout e altrettante per il whisky bar di Melbourne Whisky & Alement) proveniente da una botte ex bourbon barrel. Distillato nel marzo del 2009 e imbottigliato nel marzo del 2022.
Secret Orkney Distillery 2006 (si tratta di Highland Park), 15 anni, 46% (più una limited edition di 18 bottiglie a 61.9% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout e altrettante per il whisky bar di Melbourne Whisky & Alement) proveniente da una botte ex bourbon hogshead. Distillato nel giugno del 2006 e imbottigliato nell’aprile del 2022.
Tobermory 2008, 13 anni, 46% (più una limited edition di 18 bottiglie a 55.8% dedicata al selezionatore italiano The Whisky Roundabout e altrettante per il whisky bar di Melbourne Whisky & Alement) proveniente da una botte ex bourbon barrel. Distillato nel dicembre del 2008 e imbottigliato nel marzo del 2022.
Quindi veniamo alla degustazione che è stata effettuata il giorno 4 settembre anno corrente 2022, nella località Marina di San Nicola, sui campioni originali a grado pieno prelevati all’atto dell’imbottigliamento in Scozia, e nel caso del solo Secret Orkney Distillery dal campione prelevato dalla botte, nella successione che segue:
Jura 2009, 12 anni, 55.9%
Colore giallo melone.
Anticipato dalla tonalità di colore, al naso il fruttato è anch’esso di melone e lime, con note quasi frizzanti che ricordano il chinotto, e dolci di miele di agrumi. Il finale è floreale di narciso e balsamico di eucalipto.
Il sorso è piacevolmente speziato di zenzero, garbato nella struttura e con una discreta persistenza.
L’aggiunta di sole tre gocce d’acqua regalano all’olfatto delle sensazioni di noci pecan e macadamia.
Proveniente dalla distilleria dell’omonima isola, svolge bene il suo ruolo di whisky piacevole e volutamente non impegnativo.
Tobermory 2008, 13 anni, 55.8%
Colore giallo melone.
Austero ed etilico, con note legate al medicinale e speziate, su tutte il chiodo di garofano. Troviamo anche dolcezza con del miele di tiglio, un tocco di cacao, e sul finire un fruttato verde/giallo di mela (verde) e susina.
Il sorso è decisamente piccante, con pepe di sichuan e zenzero candito, di corpo medio e con un finale idrocarburico e salino.
L’aggiunta di sole tre gocce d’acqua evidenzia all’olfatto ulteriori note di miele farcito di noci e di kumquat sotto spirito.
Altro whisky isolano, proviente da quella di Mull, ha una nota spiritosa più evidente del solito ma supportata dal frutto e dall’aspetto marino.
Royal Brackla 2009, 13 anni, 57.6%
Colore Sherry Fino.
Note di malto e speziate di zenzero, con un fruttato acerbo di mela verde, un misurato acetone, e toni di camomilla e di achillea moschata.
Il sorso è morbido/piccante, con ritorni di malto e spezie, di corpo medio e buona persistenza e con un finale officinale di timo al limone.
L’aggiunta di sole tre gocce d’acqua non migliora affatto il suo naso, anzi perdono di intensità e concentrazione le note già riscontrate.
Un Highland malt che finalmente ci consegna le auspicate sensazioni maltate, così comuni un tempo quanto difficili ora a trovarsi; un whisky da tutto pasto e per ogni occasione.
Ardmore 2009, 12 anni, 57.6%
Colore Sherry Fino.
Di una torba gentile di terra, tè verde e di gelsomino, scoglio marino e iodio, note di idrocarburi, legno di cedro e tabacco Kentucky, erbe officinali quali maggiorana; si aggiungono note dolciastre di zucchero a velo, vaniglia e pandoro. Decisamente un bouquet molto sfaccettato.
Sorso garbato, con una morbidezza medicinale affatto aggressiva, di buon corpo, che lascia piacevolmente il palato infine pulito dalle note di fumo.
L’aggiunta di sole tre gocce d’acqua ingentilisce ulteriormente l’olfatto, con note di cenere bagnata e aneto.
Un whisky fedele allo stile della distilleria, unica nella sua zona delle Highland, lo Aberdeenshire appena fuori dallo Speyside, a torbare mediamente il proprio malto. E qui lo si avverte con una pacata eleganza.
Secret Orkney Distillery 2006 (Highland Park), 15 anni, campione di 62.3% rispetto ai 61.9% dell’imbottigliamento a grado pieno.
Colore oro giallo.
La brughiera di scogliera è la nota dominante, comprendente erica, ginestrone e cardo; poi note salmastre, seguite da dolci di crema pasticcera e uva passa, mallo di noce, miele di mandarino. Per finire del tè al limone.
Il sorso è glicerico, pieno e speziato, ritorna l’erica e ulteriori note vegetali. La persistenza è più che buona con un delizioso finale di zenzero candito e di bacche di goji.
L’aggiunta di sole tre gocce d’acqua rende l’olfatto più morbido con note di miele di erica e di girasole.
Dopo Jura e Mull, terza isola per la serie, la mainland dell’arcipelago delle Orcadi. La distilleria segreta, che per ragioni contrattuali non si può menzionare, a bassa voce possiamo rivelare trattasi di Highland Park, che in questa espressione si mostra coerente, caratteristico e varietale.
Caol Ila 2008, 14 anni, 55.0%
Colore oro giallo.
Elegante torbatura non esacerbata, fumo, ardesia e sale, note minerali e marine, tè lapsang souchong e di terra bagnata, camino spento, rete da pesca, e delicatamente di stivali di gomma, neoprene e pneumatico.
Il sorso è eccellente, garbatamente polifenolico, l’alcol è integrato pienamente nella beva, con gli aromi espressi in eleganza. Materico, ricco e oleoso, con un gran corpo. Si chiude in punta di piedi con delle note piacevoli di cedrata.
L’aggiunta di sole tre gocce d’acqua di fatto ci conferma quanto temevamo, ovvero che non fossero del tutto necessarie, che non migliorano né peggiorano un prodotto coerente fin dall’inizio. Grazie per l’assaggio!
A ogni serie di scotch whisky che si rispetti non può mancare una distilleria proveniente da Islay (e così le isole rappresentate diventano quattro). Caol Ila è la più produttiva dell’isola e la decima di tutta la Scozia e non sempre gli imbottigliamenti che la riguardano riescono a esprimere la nota torbata in equilibrio con le altre e priva di sentori chimici. Non è categoricamente il caso di questo Caol Ila, un malto torbato d’antan, molto misurato ed elegante. Una interpretazione che può garbare anche ai non amanti del genere.
In conclusione, la magia mi sembra sia ben riuscita ancora una volta, e se il trucco c’è non si vede.
Pino Perrone, classe 1964, è un sommelier specializzatosi nel whisky, in particolar modo lo scotch, passione che coltiva da 30 anni. Di pari passo è fortemente interessato ad altre forme d'arti più convenzionali (il whisky come il vino lo sono) quali letteratura, cinema e musica. È giudice internazionale in due concorsi che riguardano i distillati, lo Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles, e l'International Sugarcane Spirits Awards che si svolge interamente in via telematica. Nel 2016 assieme a Emiko Kaji e Charles Schumann è stato giudice a Roma nella finale europea del Nikka Perfect Serve. Per dieci anni è stato uno degli organizzatori del Roma Whisky Festival, ed è autore di numerosi articoli per varie riviste del settore, docente di corsi sul whisky e relatore di centinaia di degustazioni. Ha curato editorialmente tre libri sul distillato di cereali: le versioni italiane di "Whisky" e "Iconic Whisky" di Cyrille Mald, pubblicate da L'Ippocampo, e il libro a quattordici mani intitolato "Il Whisky nel Mondo" per la Readrink.
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