Dall’antica distilleria Camis & Stock, alle nuove tendenze, attraverso decenni di storia e abitudini del buon bere in Italia e all’estero.
Quale il futuro del mondo degli spirits? Ne parliamo con Davide Gibertini, Amministratore Delegato di Stock Spirits Italia.
STOCK SPIRITS: UN PONTE TRA PASSATO PRESENTE E FUTURO
Stock 84, calore e simpatia.
Diversi ricorderanno il memorabile spot con Gigi Proietti negli anni ’80.
Il numero 84 riporta al lontano 1884, quando il giovane Lionello Stock, nell’austroungarica Trieste, fonda con il socio Carlo Camis la distilleria Camis & Stock. Nasce un brandy che riscuoterà rapidamente un grande successo e diffusione dapprima nel territorio dell’Europa centro-orientale, per poi diffondersi in molti paesi del mondo.
Oltre mezzo secolo dopo, lascia un’eredità importante: Stock Spirits Group opera in nove Paesi europei, ha otto siti di produzione, circa 80 marchi e vende in oltre 50 Paesi nel mondo, con fatturato prossimo a 1 miliardo di Euro.
Il posizionamento sul mercato contempla una gamma di prodotti mainstream ed una linea premium con prodotti di nicchia, volti a soddisfare un pubblico vasto, differenziato e di tutte le età.
La storia di Stock Spirits rappresenta un ponte tra passato, presente e futuro, interprete e testimone di una evoluzione nel gusto e nello stile del buon bere.
INTERVISTA A DAVIDE GIBERTINI
Per comprendere meglio le nuove direzioni di questo settore in fermento, abbiamo incontrato Davide Gibertini, il nuovo Amministratore Delegato di Stock Spirits Italia. Giovane, brillante e con una solida esperienza maturata in multinazionali del largo consumo, come The Kraft Heinz Company, Reckitt-Benckiser e Birra Peroni, Gibertini è la figura chiave per guidare l’azienda in questa evoluzione.
Tra una rinnovata cultura del bere qualitativo e consapevole fino al “Low-No alcol”. Quali sono le nuove tendenze nell’approcciarsi al mondo dei drink?
L’alcol è una questione seria, e questo non significa che sia negativo o un nemico.
È ormai chiaro che le esigenze tra generazioni siano diverse, i giovanissimi cercano qualità e strizzano l’occhio al benessere, quindi possono essere il ponte per un’evoluzione più consapevole del consumo di alcol.
Stiamo assistendo a diverse tendenze: si tende a miscelare per abbassare il grado alcolico o si preferiscono prodotti ready-to-drink con una gradazione più bassa.
Questo è un altro approccio che sta guadagnando terreno e che avrà una tendenza importante nel futuro. Oltre a bere in modo sostenibile, potremo bere anche in modo fantasioso, variando e spaziando molto nelle scelte.
Qual è la prospettiva attuale sul mercato delle bevande no-alcol e quali sviluppi futuri prevede in questo settore, specialmente in Italia?
Anche nella mia precedente esperienza in Birra Peroni, ho assistito ad un percorso significativo nel settore no-alcol, e siamo solo all’inizio. In Italia, ancora una volta grazie ai giovani, stiamo iniziando a comprendere appieno il significato del bere no-alcol.
Si tratta di avere un prodotto di qualità assolutamente identica a quella di un’alternativa alcolica, ma che permette di apprezzare, ad esempio, un cocktail in una maniera differente.
Tradizionalmente, per la birra, il tema “no-alcol” era legato a un’immagine negativa, quasi da “sfigato”. Tuttavia, questa percezione sta scomparendo rapidamente, principalmente grazie ai giovani, che stanno superando questo retaggio delle generazioni precedenti.
Lo stesso vale per gli spirits: sto provando prodotti low-no alcol, anche della concorrenza, e l’esperienza è davvero interessante. I giovani ci aiuteranno molto in questo cambiamento.
Stock Spirits vanta un’ampia gamma di prodotti. Come riuscite a bilanciare la ricerca dell’eccellenza e dell’artigianalità nella vostra offerta premium con la necessità di rendere i vostri prodotti accessibili a un pubblico più vasto?
Nel nostro portafoglio prodotti, abbiamo una sezione premium che include brand come Roku, Sipsmith Gin, Laphroaig e una selezione di pregiati whisky giapponesi. Si tratta di prodotti legati a storia ed artigianalità, talvolta prodotti anche in tirature limitate, di grandissimo pregio e valore.
La ricerca dell’eccellenza aiuta ad infondere fiducia anche per i prodotti più mainstream: non è detto che un prodotto mainstream sia fatto male, anzi! Ad esempio, entrando in Stock, ho scoperto che il “Limoncè” è prodotto con una qualità altissima: utilizza limoni di Sicilia, della pregiata varietà femminello, e la produzione è interamente italiana. Teniamo molto a questo, anche grazie al nostro partner Bonollo che ci supporta nella fase di imbottigliamento e che ci permette di uscire sul mercato ad un costo contenuto.
Questo aspetto è cruciale e ci aiuterà, specialmente perché i giovani non hanno sempre grandi somme da spendere per bere. Fa parte di un percorso che le grandi industrie di Spirits, sia nazionali che internazionali, stanno intraprendendo: costruire la capacità del consumatore di scegliere ciò che è buono e di qualità anche a un prezzo più accessibile.
Infine, guardando al futuro, quali sono i vostri principali propositi in termini di recupero della liquoristica tradizionale e di innovazione nella qualità della miscelazione?
Il nostro proposito è continuare a produrre liquidi di qualità eccellente. Nei prossimi 2-3 anni, vedremo sul mercato liquidi di altissimo livello. Questo diventerà un motivo per coinvolgere i giovani, senza dimenticare che ci sono anche persone adulte che desiderano bere prodotti di qualità.
Un futuro, dunque, che parla ai giovani, ma soprattutto lascia a loro guidare l’orientamento e costruire nuove tendenze. Un futuro in cui la qualità, la consapevolezza e l’innovazione si fondono, offrendo ai consumatori un’esperienza sempre più ricca, accessibile e responsabile.
Michelangelo Fani, da oltre 15 anni appassionato di vino, distillati e gastronomia. Nel 2010 scrive occasionalmente su Dissapore. Nel 2012 collabora alla guida Bibenda 2013. Negli anni successivi partecipa ai panel per le Guide “ai sapori e ai piaceri regionali” di Repubblica (Lazio, Abruzzo, Marche Umbria, Puglia, Sardegna) e collabora con l’associazione Ateneo dei Sapori. Dal 2019 scrive sulla guida ViniBuoni d’Italia, edita dal Touring Club. Degwineandspirits.com è il suo taccuino di viaggio nel mondo del vino e dei distillati. Perché in fin dei conti, “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” (Danny Boodman T.D. Lemon Novecento – Novecento, A. Baricco).
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