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Il cinquantesimo compleanno di Benefizio, lo Chardonnay di Frescobaldi

Dal 1973 sono passati ben 50 anni e lo Chardonnay Benefizio di Frescobaldi ne ha fatta di strada.

Le caratteristiche del territorio da dove nasce, con terreni esposti a sud prevalentemente sabbiosi ad un’altitudine che si spinge oltre i 700 metri e a cui si associa  una fermentazione e affinamento in barrique, rendono questo vino di grande espressività.

Castello di Pomino in realtà non è solo la tenuta che la famiglia Frescobaldi aveva immaginato come apripista di una nuova viticoltura in una zona nota per olivi, cipressi e meli, ma la naturale evoluzione di una idea nata nel ‘800 da Vittorio e Leonia degli Albizi che, rientrati dalla Francia, piantarono le prime varietà “forestiere”, di uva, Chardonnay e Pinot Nero.

I risultati non mancarono tant’è vero che nel 1878 lo “Chablis” di famiglia, Chardonnay in purezza, vinse incredibilmente l’Esposizione Universale di Parigi con l’etichetta che ancora oggi caratterizza i vini di Pomino.

Questa avveniristica impresa portò all’ epoca una vera e propria rivoluzione agraria che Nicolò D’Afflitto ha nitidamente raccontato, con affetto e sapienza, presentando la vendemmia 2023 di questo vino.

Il territorio ancora oggi è capace di generare uno Chardonnay unico per freschezza la longevità.

Le temperature mediamente fresche, congiuntamente ai considerevoli balzi termici, pongono le basi per la migliore messa a frutto dei terreni. Terreni questi che si presentano a prevalente composizione di marne e arenarie (ottimo drenaggio) ma con un’alta percentuale di depositi argillosi e calcarei (ricchezza minerale).

In questi 50 anni molto è cambiato, ovviamente, ma lo Chardonnay Benefizio non ha mai perso la sua unicità. A dimostrazione di  tutto questo il dottor D’Afflitto ci ha accompagnati attraverso una verticale di quattro annate, dalla più recente, la 2023, a quella del 1990 passando per la 2009 e la 2014 nel bellissimo salone di Villa Letitia.

1990

Purtroppo giunge a noi aggredita dal sentore di tappo e ci rimane difficile esprimerne una valutazione.

2009

Nel calice si presenta con un giallo dorato intenso. Naso pieno con leggere sfumature di smalto e fiori gialli maturi. All’assaggio il sorso è ricco, perfettamente equilibrato e armonico anche se sulla strada di una maturazione più che completa. Lieve nota di ossidazione che nel complesso non risulta affatto disarmonica.

2014

Giallo dorato luminosissimo. Seducente, con note di frutta bianca matura in evidenza, all’assaggio è decisamente dinamico (giusto figlio di un’annata fredda e piovosa). Ha classe ed eleganza da vendere con note che ricordano agrumi canditi e frutta bianca matura (mela annurca e pesca bellella). Anche il finale, decisamente lungo e fresco, è di gran fascino.

2023

Giallo appena dorato, si presenta con profumi freschi di fiori bianchi e frutta bianca. L’approccio è diretto, di grande freschezza e ricchezza, con coinvolgenti sentori che ricordano pesca e pera ancora lievemente acerbe. Piacevolissimo e intrigante lascia all’assaggio un persistente ricordo agrumato.

 

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