Siamo nel Carso, una terra di confine tra Italia e Slovenia. Nomi, cognomi e cultura che spesso si alternano tra i due paesi. Un territorio particolare nel quale il senso di appartenenza è forte, così come molto pronunciate sono le caratteristiche di questo terroir.
Un territorio fatto di montagna e di mare e poi la pietra, tanta pietra, talmente presente da potersi considerare oramai nota distintiva di queste terre.
Incontriamo Benjiamin Zidarich nella sua azienda. Uno spazio ritagliato in una zona tutt’altro che facile. Nessuna insegna all’ingresso, tanto che per i primi metri ho la sensazione di entrare in casa di qualcuno. Poi però inizia la parte mozzafiato, fatta di una strepitosa terrazza vista mare.
È difficile non farsi distrarre da questa vista, ma a noi piace mettere il naso in vigna e in cantina.
Adiacente alla terrazza troviamo una vigna di Vitovska.
È allevata ad alberello. “Poggia” su una meravigliosa terra rossa, ma solo per una ventina di centimetri, subito sotto pietra, quella pietra che troviamo anche in cantina nel progetto Kamen (pietra in Sloveno). È qui che Benjamin, riprendendo una vecchia tradizione locale, dal 2011 inizia a costruire dei tini di pietra carsica nei quali viene fatta fermentare la Vitovska.
C’è pietra anche in cantina. O meglio, la cantina di Benjamin è scavata nella roccia. Cinque livelli per uno spazio complessivo di 1.200 metri quadri che arrivano a una profondità di 20 metri. Tutto realizzato con materiali locali. Otto anni per realizzare questo capolavoro, passarci dentro, è una vera esperienza.
Pietra sotto, pietra sopra, mi verrebbe da dire.
Parlando di “sopra” torno in superficie per due assaggi: Prulke 2019 e Malvasia 2019.
Prulke si annuncia con un meraviglioso colore dorato, leggermente torbido quanto basta per dare al calice il giusto fascino e per stimolare in me il desiderio di berlo. Grandi note olfattive per questo blend di Sauvignon, Vitovska e Malvasia. In bocca scorre che è una meraviglia, fresco, sapido, di grande presenza e lunghezza, perfetto per accompagnare il tagliere che abbiamo sul tavolo.
E poi la Malvasia, colore altrettanto intrigante, qualche nota erbacea in più rispetto al Prulke. Elegante, cattura l’attenzione per raffinatezza. Un vino che è finito troppo presto. Infine la siccità. Siamo a luglio e il problema inizia a farsi sentire. Speriamo bene.
Bella esperienza quella da Benjamin Zidarich.
A due passi da Trieste. In una zona decisamente interessante.
Hai visto mai che vi venga voglia di fare un salto…
Ecco il video in cui Benjamin ci racconta dei contenitori di pietra per la lavorazione della Vitovska:
Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso un mondo fatto di idee più stimolanti che spaziano dal teatro all'agricoltura con progetti dedicati all'economia circolare. Appassionato di comunicazione, attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018, writer per passione. Videomaker, ma sempre per passione. Fondatore di Bordolese.it e Wining.it
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