Si dice che in ogni bottiglia di vino di qualità ci sia molto più del singolo contenuto. Sotto ogni tappo, infatti, si racchiudono, altresì, cultura, tradizione, valori, passioni e storie da raccontare. E molto spesso sono storie di famiglie che hanno creduto in un territorio e che hanno lavorato affinchè quello stesso territorio ed i vini che ne sono espressione, si affermassero con un proprio valore identitario.
E’ con questo spirito che nel 1970 Bruno Nicodemi lascia il proprio lavoro in città e decide di trasferirsi da Roma in Abruzzo, nella piana di Notaresco, in contrada Veniglio, nel cuore delle Colline Teramane, per intraprendere l’attività di vignaiolo.
Qui si estendono i 38 ettari di tenuta collinare, di cui ben 30 vitati a corpo unico, della Fattoria Nicodemi che oggi vede al timone la seconda generazione di famiglia, rappresentata dai figli Elena e Alessandro, capaci di infondere nuovo impulso all’azienda continuando il lavoro intrapreso dal padre nell’assoluto rispetto della territorialità.
200.000 le bottiglie annue prodotte da uve provenienti da vigneti di proprietà e da soli vitigni autoctoni, Montepulciano e Trebbiano. Un intenso lavoro in vigna ed una spiccata attenzione ai processi di vinificazione realizzati in una cantina che si presenta moderna, dinamica e totalmente ecosostenibile per quanto concerne la copertura del proprio fabbisogno di energia elettrica. Questi i numeri e la filosofia aziendale.
I vigneti sono condotti in regime biologico, senza l’impiego di erbicidi, pesticidi o fertilizzanti chimici, lasciando alle erbe spontanee, che crescono tra i filari, il compito di ossigenare ed arricchire la terra. Le selezioni massali dai vecchi impianti rappresentano il fil rouge tra il passato e il presente.
«Crediamo nella biodiversità, perché ciò che di buono era nel passato possa essere rilanciato nel futuro»: con tali parole Alessandro Nicodemi ci accoglie in azienda, mostrandoci dalla terrazza della cantina, l’estensione dei vigneti ed i diversi sistemi di allevamento adottati, soffermandosi sulla «pergoletta aperta» (un tendone non chiuso), attualmente utilizzata per alcune vigne di Trebbiano. Un sistema capace di creare un corridoio di luce particolarmente utile per portare i grappoli a piena maturazione e garantire un proficuo ricircolo d’aria. Un sistema in cui i Nicodemi credono molto per gli ottimi risultati riscontrati.
I vigneti, esposti a sud-est ad un’altitudine di circa 300 metri, compresi tra il Gran Sasso ed il mare distante soli 10 km, costeggiano un laghetto artificiale creando uno scenario davvero suggestivo.
Scendiamo in cantina dove Alessandro ci illustra un’interessante sperimentazione avviata con il cocciopesto, sostenendo l’assoluta neutralità del materiale e il fatto che lo stesso venga solidificato a freddo e non cotto. In tale contesto si garantirebbe la totale assenza di cessioni al vino che riesce, quindi, pienamente a sviluppare le proprie caratteristiche durante il processo di vinificazione e di affinamento . «Non vogliamo inseguire le mode» sottolinea Alessandro. Ascoltando le sue parole immaginiamo che l’intento sia forse creare un Montepulciano e un Trebbiano dall’autenticità estrema, con fermentazioni spontanee senza controllo della temperatura.
Passiamo ai nostri assaggi che ci sorprendono per essere legati da un unico filo conduttore, evidenziando vini di carattere, autentici, connotati da naturalezza stilistica e piacevolezza di beva.
Le Murate Trebbiano d’Abruzzo Doc 2017. Freschezza in primo piano contornata da intense percezioni agrumate e richiami fruttati. Chiude con una piacevole nota sapida.
Notàri Trebbiano d’Abruzzo Doc Superiore 2016. E’ il cru aziendale bianco prodotto da uve di una vigna di 40 anni. Cedro, pompelmo, erbe aromatiche e note floreali anticipano un sorso fresco e da contorni salini in perfetto equilibrio con le componenti morbide. Lunga e intrigante la persistenza.
Trebbiano d’Abruzzo 2017 in cocciopesto (in versione sperimentale). Da uve provenienti dallo stesso vigneto del Notàri, mostra un naso contornato da sentori più dolci anche se al gusto si distingue per la spiccata sapidità e davvero lunga persistenza. Promettente.
Le Murate Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2017. Montepulciano in purezza. Accenni floreali lasciano il passo a sentori di lampone, fragola e melagrana. Sorso appagante ed equilibrato che chiude con ritorni fruttati e richiami minerali.
Le Murate Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg 2016. Colore compatto con sentori di spezie, ribes nero e note di caffè. Sorso fresco e pieno di carattere contornato da un tannino morbido. Lungo il finale.
Notàri Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg 2016. Nato dalla combinazione di uve provenienti da tre anciens vigneti con esposizione, età ed allevamento diversi, si mostra nel suo colore rubino intenso e profondo. Naso avvolto da sentori di frutti di bosco, humus, note speziate e richiami balsamici. Equilibrato ed elegante al gusto con vibrante sapidità che non passa inosservata. Finale appagante e persistente.
Neromoro Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg 2014. Ottenuto dalla selezione di uve Montepulciano di un’unica vigna di oltre 45 anni allevata a pergola abbruzzese, al naso si impone prorompente con sentori di frutta matura, erbe aromatiche, cioccolato fondente, note mentolate e sbuffi speziati. Ricco, pieno ed elegante al gusto con un tannino ben evidente, ma perfettamente integrato, dona una lunga persistenza.
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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