Ciliegiolo d’Italia 2019, l’evento (giunto alla quinta edizione) che si è svolto il 20 e 21 maggio al Palazzo dei Priori di Narni, scaturisce da una idea dell’Associazione Produttori Ciliegiolo di Narni.
L’obiettivo è raccontare a tutti, con orgoglio, le potenzialità di questo vitigno tipico dell’Italia centrale – il cui nome deriva dal colore della bacca dell’uva e da uno degli aromi primari che lo contraddistinguono – utilizzato in passato, come uva da “taglio” per portare profumi e morbidezza ai più austeri sangiovese, e che oggi, complice la ricerca sempre più diffusa di vini leggiadri e divertenti, sembra pian piano trovare una propria identità nell’universo enoico.
Supportate dalla crescente ricerca di un pubblico sempre più benevolo verso i vitigni autoctoni, circa 40 aziende, provenienti da diverse regioni, Umbria, Toscana, Liguria e Lazio, hanno presentato le loro interpretazioni, cercando, ognuno a modo proprio, di declinare al meglio terroir e caratteristiche del vitigno.
Preparazione dei vini in assaggio
L’associazione costituita da 7 produttori di Narni, capitanati da Leonardo Bussoletti titolare dell’omonima azienda vinicola (a cui si aggiungono Ruffo della Scaletta, Sandonna, Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919, Tenuta Casale Milli – condotta sempre da Bussoletti – Agraria Ponteggia e Tenuta Fabbruciano), ha coniato un proprio disciplinare interno che certifica l’adozione di determinate norme produttive e l’utilizzo di solo Ciliegiolo in purezza; ne risulta ad oggi un IGT, contraddistinto da un apposito bollino apposto in bottiglia, che ne specifica tipologia e territorio.
Il bollino apposto sulla bottiglia
Inizialmente il Ciliegiolo veniva imbottigliato come una sorta di vino novello, svinato subito e venduto a novembre con le castagne; solo in seguito si è lanciato in un percorso che lo vede vinificato in purezza, cercando di creare una piccola nicchia in un mercato così difficile ed esigente. Parliamo di un vitigno che, nonostante i luoghi comuni, è capace di dar vita anche a vini che possono durare nel tempo, ammorbidendo i tratti distintivi di gioventù e divenendo più equilibrato, complesso e profondo. Vinificato sia in acciaio che in legno, si caratterizza per la freschezza e un tannino mai troppo invasivo, mantenendo vive quelle caratteristiche di acidità e scorrevolezza di beva che lo rendono davvero un buon vino “contemporaneo”.
da sinistra Daniele Moroni e Franco Santini
Vi elenchiamo i vini che ci hanno maggiormente convinto durante i nostri assaggi:
Ciliegiolo IGT Toscana Silio 2017 – Montauto
Maremma Toscana DOC Ciliegiolo Pozze Rosse 2017 –Tenuta Agostinetto
Ciliegiolo IGT Toscana 2018 – Antonio Camillo
Maremma Toscana DOC Ciliegiolo San Lorenzo 2015 – Sassotondo
Ciliegiolo IGT Toscana 2016 – Fattoria Fibbiano
Ciliegiolo di Narni IGT 05035 2018 – Leonardo Bussoletti
Ciliegiolo di Narni IGT 2017 – Marchesi Ruffo della Scaletta
Maremma Toscana DOC Ciliegiolo Poggio Pinzo 2017 – Sassotondo
Maremma Toscana DOC Ciliegiolo Vigna Vallerana Alta 2016 – Antonio Camillo
Maremma Toscana DOC Ciliegiolo Maestrale 2018 – Fattoria Mantellassi
Ciliegiolo IGT Toscana 2018 – Casa alle Vacche
Una bella sorpresa anche il rosato:
Ciliegiolo di Narni IGT Rosato 2018 – Leonardo Bussoletti