Il titolo è un po’ riduttivo, ma inevitabile, visto che dopo la mia partecipazione a Grenaches Du Monde lo scorso settembre, l’attenzione su questo vitigno, il Gamay del Trasimeno, è oramai alle stelle.
Siamo sulla Piana del Trasimeno, alle pendici del Monte Tezio e, in una giornata a dir poco piovosa, sono in visita all’Azienda Agraria Carlo e Marco Carini. Una azienda agricola a tutto tondo, operativa su questo territorio fin dalla metà dell’ottocento.
Siamo in quella parte di Umbria nella quale originariamente si insediarono gli Etruschi, primi artefici della coltivazione della vite in questa zona. Una zona che beneficia del microclima lacustre e nella quale attualmente un piccolo gruppo di produttori produce Gamay del Trasimeno.
Ma il nome “Gamay” non deve trarre in inganno. Sembra che derivi dal fatto che la coltivazione ad alberello rendesse questo vitigno molto simile al Gamay francese, ed è questo il motivo di tale nome.
In realtà il Gamay del Trasimeno appartiene alla famiglia delle Grenaches, quindi per quanto riguarda il nostro paese Cannonau, Alicante, Bordò marchigiani, Tai Rosso dei Colli Berici, Granaccia ligure.
Nell’azienda di Carlo e Marco Carini incontro Luca Partenza, l’enologo.
Mi piace l’approccio di questa azienda. Già varcando la soglia della sede si percepisce il rapporto diretto e profondo con la terra. Il vino è protagonista, ma anche tutto ciò che la terra è in grado di offrire.
Un percorso di ricerca e crescita, fatto di valorizzazione dei prodotti del territorio, ma soprattutto un approccio dominato dal desiderio di “fare squadra” al fine di migliorare sempre di più l’offerta in termini di ricettività turistica.
Due i vini che ho avuto modo di provare insieme a Luca.
POGGIO CANNETO
Un Umbria IGT Bianco BIO da uve Chardonnay e Pinot Bianco la cui caratteristica è quella della fermentazione in acciaio ad eccezione di un 10/20% dello Chardonnay che fermenta in barrique. Un vino che definirei “significativo”. Al naso un bel passaggio tra fiori, frutta e sentori vegetali, Al centro dell’assaggio troviamo la morbidezza. Il carattere e la struttura lo rendono adatto ad un abbinamento con carni bianche.
Un giudizio più che positivo per un vino che mi è piaciuto dall’inizio alla fine.
ÒSCANO
Torniamo al Gamay del Trasimeno, in questo caso in blend con del Sangiovese. Òscano è un DOC Colli del Trasimeno, un vino che – come scritto sul sito internet dell’azienda – fa macerazione tradizionale contatto delle bucce per 15/18 gg. circa, quindi numerosi rimontaggi e salasso del 20% nella fase iniziale e fermentazione malolattica completamente effettuata in barrique.
La ciliegia si alterna a frutta rossa più matura e soprattutto ad una speziatura presente ma non eccessiva che lo rende un vino molto piacevole al suo ingresso in bocca. Deciso nel gusto ma altrettanto elegante, con tannini non invadenti e una beva molto scorrevole. Anche una leggera nota balsamica che non guasta. Un vino che si è guadagnato la medaglia d’Oro al recente concorso Internazionale Grenaches du Monde 2020, sicuramente per la sua capacità di conquistarti fin dal primo sorso. Ancora più interessante se preso in considerazione per un prezzo a dir poco contenuto.
Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso un mondo fatto di idee più stimolanti che spaziano dal teatro all'agricoltura con progetti dedicati all'economia circolare. Appassionato di comunicazione, attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018, writer per passione. Videomaker, ma sempre per passione. Fondatore di Bordolese.it e Wining.it
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