Oggi Bolgheri è una delle mete più visitate dagli appassionati del vino di tutto il mondo, grazie alla crescente qualità dei vini che vengono prodotti in questa zona e grazie all’aumento progressivo dei produttori che si affacciano sul mercato. Ma quando Cinzia Merli iniziò, insieme a suo marito Eugenio Campolmi, e fondò nel 1983 Le Macchiole le cose non erano affatto così. Bolgheri non era affatto così nota per la viticoltura.
“Ricordo ancora la prima volta che ho visitato la proprietà – racconta Cinzia – una meravigliosa distesa di grano e olivi. I vigneti al tempo erano pochi, così come le aziende vitivinicole. Eugenio ed io siamo partiti con mezzi quasi inesistenti, dando forma a un progetto che ancor oggi è in divenire”.
Nel 1989 nasce il Paleo Rosso da uve Cabernet Sauvignon e Sangiovese, che vedrà dal 1996 l’introduzione nel blend di Cabernet Franc, fino a diventare Cabernet Franc in purezza con l’annata 2001.
Dal 1994 inizia la produzione degli altri due vini rossi dell’azienda: Il Messorio (Merlot 100%), vera e propria icona aziendale e lo Scrio (Syrah 100%).
La consulenza enologica di Luca D’Attoma dura fino al 2014, anno in cui Luca Rettondini, già enologo interno, prende, ovviamente dietro linee guida aziendali, il controllo totale della cantina.
Abbiamo sempre seguito con attenzione gli sviluppi di questa straordinaria realtà bolgherese.
Abbiamo dunque partecipato di recente ad una degustazione a Roma, per assaggiare le nuove annate appena uscite sul mercato.
Il Bolgheri Rosso 2017 (40% Merlot, 30% Cabernet Franc, 15% Cabernet Sauvignon e 15% Syrah) presenta una grande bevibilità, con tensione gustativa, freschezza e progressione del sorso in grande evidenza.
Bolgheri Rosso 2017
Il Paleo (25 mila bottiglie prodotte) non sbaglia un colpo e così l’annata 2015, nonostante la maturità del frutto, appare fresca, sapida e succosa con chiusura balsamica e su toni di macchia mediterranea.
Paleo 2015
Lo Scrio 2015 (3 mila bottiglie prodotte), in un’annata felice per il Syrah, è in una forma strepitosa e coniuga abilmente eleganza, materia e persistenza senza trascurare sapidità, freschezza e succosità. Il lungo e piacevolissimo finale speziato completa il quadro organolettico.
Scrio 2015
Il Messorio 2015 (10 mila bottiglie prodotte), pur non essendo nella sua annata migliore, non tradisce grazie a complessità, struttura ed ad un quadro olfattivo molto ricco, anche se leggermente affievolito da note di frutti rossi maturi. I toni speziati chiudono con maestria l’avvolgente sorso.