Una carezza, un pugno: come in una vecchia canzone di Celentano. Il pugno che la natura ha sferrato al mondo, e con violenza tutta particolare al micromondo di cui l’Italia è uno dei culmini e antesignani, quello del gusto – del vino e del cibo somministrato in primis – l’abbiamo tutti bene in testa e ne sentiamo ancora tutto il peso, pur in auspicabile alleggerimento. La carezza (piccola, è vero, ma comunque significante) è quella che una sequenza di vendemmie al debutto sta porgendo: dai segnali sulla ultima, pur non generosissima per quantità ma di valore – parliamo della 2020 – ad altre chiamate via via a proscenio. Con vertici davvero impressionanti qui a Montalcino, in occasione della attesa (e finalmente realizzata, con accortezze assolutamente adeguate) Anteprima: dove la debuttante ufficiale, la 2016, rischia di iscriversi al ristretto elenco delle vere superannate, quelle che resteranno nella storia; e la 2015, il millesimo delle Riserve di Brunello lanciate ora sul mercato, se non può dirsi altrettanto assoluta, merita però tutta l’attenzione di questo mondo. Più “grossa” che grande, a voler sofisticare. Ma comunque di valore: non così omogeneamente testimoniato, ma in ogni caso ulteriore prova provata della cresciutissima capacità di gestione e interpretazione da parte di una maggioranza sempre più ampia di produttori. E con picchi di immediata, generosa godibilità che la ’16, più austera, ovviamente non sciorina con la stessa immediatezza, ma promette e anzi riserva – si perdoni il bisticcio – con nobile ma non respingente ritegno a data variamente collocabile. Nell’ambito di questa ultima annata, poi, i Selezione raccontano insieme terroir e millesimo, accomunati dalla stamina di quest’ultimo, ma esaltando le differenze che chiunque conosca Montalcino sa quanto profonde tra le diverse, pur non ufficializzate, sottozone della “piramide” del Brunello.
Abbiamo assaggiato tutti i vini (oltre 300) esclusi i Rosso di Montalcino (cui ci dedicheremo domani)
Come sempre vi diamo conto dei nostri migliori assaggi.
Iniziamo dal Brunello Annata (non selezione) 2016
Top 30 Brunello di Montalcino 2016 (annata)
Sesti
Un sorso di incredibile succosità, insieme ad un tannino perfetto ed a toni floreali, di spezie, tabacco e ciliagia. Un vero capolavoro.
Le Chiuse
Eleganza, struttura, austerità e lunghezza gustativa. Una straordinaria interpretazione di un’annata eccezionale.
San Guglielmo di Martini Ilaria
La vera sorpresa della giornata che mette in evidenza finezza ed una incredibile lunghezza su toni floreali e di frutti rossi.
Sanlorenzo
Gestire la grande materia di questo vino non era cosa facile. Compito perfettamente riuscito grazie a sapidità, succosità e profondità di beva.
Tenuta di Sesta
Il versante sud di Montalcino regala spesso bellissime interpretazioni, come questo vino speziato, dal tannino levigato e preciso, che chiude con note iodate ed agrumate.
Casanova di Neri
Eleganza, finezza e precisione del sorso sono le parole chiave, insieme a struttura e lunghezza gustativa.
Fornacina
Mette insieme succosità e piacevolezza, con finezza e polpa. Un assaggio realmente sorprendente. Elegantissimo.
Mastrojanni
In casa Mastrojanni non si sbaglia un colpo nemmeno con il Brunello annata, che risulta sapido, speziato, austero ma godibile al tempo stesso.
Pian delle Querci
Definire un vino saporito non è cosa da poco. Ma è proprio così ed alla succosità si aggiunge una bellissima e lunga salinità. Da bere e ribere…..
Piancornello
Ancora una grande interpretazione dal sud di Montalcino. Da un terreno di terre rosse un vino di carattere, sapido, speziato, polposo e suadente.
Pietroso
La classe non è acqua, è ..vino. Succo, spezie, materia e sale, oltre alla consueta freschezza sono i principali descrittori.
Poggio Antico
Imponente ed elegante al tempo stesso, mostra note floreali e chiusura speziata e su ricordi di frutti rossi.
Terre Nere
Una vena minerale per questo vino che presenta sensazioni fumé ed un’ottima lunghezza iodata. Succosità, finezza e struttura completano il quadro organolettico.
Ventolaio
Ricordi agrumati, floreali, di tabacco e di frutti anticipano materia, freschezza, sapidità e succosità
Bonacchi
Profondità di beva, eleganza, struttura ed austerità si accompagnano a note speziate e floreali.
Campogiovanni
La lunghezza del sorso è impressionante, così come la qualità dei tannini. Sensazioni minerali sul finale completano il quadro organolettico.
Castello Tricerchi
Questo vino sancisce il compimento del processo di miglioramento qualitativo dell’azienda con note iodate, sapide e marine, materia e profondità di beva.
Cerbaia
Succosità, sapidità, polpa ed eleganza. Non è assolutamente poco, se poi ci aggiungiamo l’ottima struttura il gioco è fatto.
Fattoi
Uno dei grandi vini della denominazione sia in assoluto, sia per lo straordinario rapporto qualità-prezzo. Il sorso è caratterizzato da precisione ed integrità del frutto, lunghezza, note speziate e succose.
Fattoria del Pino
Una piccola azienda che continua ogni anno a stupirci. Un Brunello di grande carattere che mette in evidenza mineralità, sapidità, polpa e persistenza gustativa.
La Rasina
La precisione del tannino e del sorso, la freschezza, la succosità ed un bellissimo finale di frutti rossi, caratterizzano questa ottima interpretazione dell’annata 2016.
Belpoggio
Sentori speziati e minerali si uniscono a note di tabacco e cuoio. Il resto è ancora piacevolezza fatta di sapidità, freschezza e avvolgenza del sorso.
Caprili
Un altro vino con grande rapporto qualità-prezzo, che mostra eleganza, sapidità ed un bellissimo finale minerale e iodato
Cava d’Onice
Sapore di mare, si potrebbe dire, per rimanere sulle sensazioni sapide e iodate. Il resto è freschezza e profondità di beva.
Collosorbo
Succosità, eleganza, freschezza , struttura sono al centro dell’assaggio insieme ad un bellissimo finale di ciliegia e frutti rossi.
Cordella
Molto elegante e fine, presenta un sorso fresco e dinamico ed una chiusura speziata e su ricordi di more e lamponi.
Aisna
Succosità, materia e toni speziati e iodati per questa piacevolissima interpretazione dell’annata .
Baricci
Floreale e speziato, austero, con mineralità e frutti rossi, un tannino preciso ed un grande finale sapido- iodato.
Capanna
Il sorso, fresco ed avvolgente, ha una buona progressione su toni iodati e speziati e mette in evidenza armonia e carattere.
Collemattoni
La succosità sembra essere la cifra stilistica della casa. Stavolta si unisce anche a tensione gustativa, complessità e ad un bellissimo finale su ricordi di spezie e tabacco.
Ed ecco 10 selezioni imperdibili:
Top Ten Brunello Selezione 2016
Mastroianni Vigna Loreto
Un filo (giusto un filo) di calore non scompone né affatica una traccia armonica, solida e intensa, e una beva che fa onore a una label già ben gloriosa.
Castiglion del Bosco – Campo del Drago
Il miglior esemplare mai prodotto con questa etichetta. Quota metaforica e fisica in perfetto accordo. Lunghissima strada davanti, impressione forte già ora.
La Rasina – Persante
La dedica agli affetti familiari in etichetta trova appagante riscontro nella trama avvolgente e confortante del vino, dialettico tra bevibilità già annunciata ed evolutività ben intuibile.
Tassi – Il Colombaio
Naso importante, ma in sé: bocca di pieno impatto ma ancora poco concessiva, intensa ma trattenuta. Pronta però a svolgersi con vigore via via che il tempo farà il suo lavoro.
Le Ripi – Amore e Magia
Buona la prima, e anche la seconda. Buona la Riserva ’15, buona la selezione ’16 per quest’azienda che veste con fantasia le sue bottiglie ma ha piedi e testa ben avvitate ai vigneti dei due versanti su cui opera.
Altesino – Montosoli
Piacevolezza senza smancerie in una selezione che veste la statura longilinea ma non esile del millesimo con una stoffa, in prospettiva, dalla godibilissima trama.
Tenute Silvio Nardi – Poggio Doria
Ruba un pezzetto di scena al predecessore storico Manachiara, e s’impone con autorevolezza, pur senza spigoli o aggressività tanniche. Equilibrio è la parola d’ordine.
Caparzo – La Casa
Una label di lungo corso che il millesimo favorevole nella sua classicità torna a esaltare. Prensile e in sé, il vino pare avviato a buonissimo cammino.
Banfi – Poggio alle Mura
La sensazione di una fase aziendale da un po’ in crescendo è rafforzata da questo vino, che valorizza in pieno l’”aiutino” (aiutone?) di un’annata interpretata con composta armonia.
La Fornace – Origini
Dalla faccia fresca (ove non fredda) del versante nordest, e da vigneti a quota medio-alta, un vino che si esprime con vigore e nettezza, ma “foderata” da frutto e ben risolta quota tannica .
Tra le Riserve 2015 presenti all’Anteprima, ecco quelli che ci hanno maggiormente impressionato:
Top Ten Brunello Riserva 2015
Ridolfi – Mercatale
Uno scostamento a suo modo felice dagli standard d’annata, modello meno fitto e caldo ma estremamente fine e avvincente. Una piccola gemma.
Ciacci Piccolomini – Santa Caterina d’Oro
Qualche volta ritornano… e con Ciacci capita non di rado: austera ma non respingente, una nuance terrosa a marcarla, Santa Caterina s’impone senza bisogno di miracoli.
Podere Le Ripi – Lupi e Sirene
L’attualità di beva senza sconti sull’identità dovuta a vino, rango e territorio. Un bel presente e, di sicuro, una bella prospettiva.
Camigliano – Gualto
tensione che alleggerisce la robustezza della trama, e una nota scura che non si appende, ma tiene attento e impegnato a tutto tondo il palato.
Castiglion del Bosco
Eleganza nella godibilità: un sorso serio, fitto e scorrevole allo stesso tempo. E una bella conferma dell’ottimo momento dell’azienda.
Terre Nere – Capriolo
Sud-est, Castelnuovo dell’Abate: ma, pur nell’annata forte e intensa, nessuna spanciatura o smagliatura nella trama solida e coerente di questo vino.
Il Poggione – Paganelli
La conferma (l’ennesima) di una label classica, specialista nell’attraversamento dei lustri e delle stagioni. Una certezza.
Tenuta di Sesta – Due Lecci Ovest
Bevibile e sapido, già gustoso, anzi goloso, ma niente affatto pronubo, e men che mai arreso. Il lieve calore non ne attenua la seduttività.
Collemattoni – Vigna Fontelontano
Una … polaroid della 2015 nell’espressione più piena. Tannini presenti, anzi importanti, ma non ostili, un frutto ampio e maturo e qualche souvenir d’antan.
Col d’Orcia Nastagio
Un filo di “metallico” (le note che qualcuno definisce ematiche) a far da contrasto dialettico al frutto. Tannini videnti, ma compatti e di certo in progress.
Da ultimo abbiamo voluto provare anche i Moscadello presenti in degustazione e di questi ci hanno colpito l’Aurico 2006 di Villa Poggio Salvi e la versione frizzante 2020 de Il Poggione.
Rimanete sintonizzati domani su Vinodabere per l’aggiornamento sui migliori Rosso di Montalcino.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia