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Annual Report 2021 di Valoritalia – Il comparto vitivinicolo nazionale regge proficuamente l’impatto della pandemia

Nonostante i grandi problemi generati dall’emergenza pandemica in tutti i settori produttivi, il comparto vitivinicolo sembra aver retto bene il colpo, mostrando, altresì, grande “resilienza” e una spiccata capacità di adattamento alle nuove condizioni e opportunità. 

È quanto emerge dall’Annual Report di Valoritalia, presentato a Roma lo scorso 20 ottobre 2021, nel corso di un incontro con media e operatori del settore vitivinicolo, che ha offerto una lettura in numeri di uno dei più importanti comparti del Made in Italy.

Un rapporto che assume particolare importanza in considerazione del fatto che i dati riferiscono all’anno 2020, incisivamente segnato dal lockdown  e dalla recessione mondiale.

da sinistra: Liberatore, Liantonio, Pantini, Ricci Curbastro

Uno studio dettagliato da parte dell’ente più grande e radicato tra quanti operano nel settore, in grado di certificare il 43% della totalità delle DO nazionali, il 57% della produzione interna, pari a oltre 19 milioni di ettolitri. Il tutto per un totale di quasi 2 miliardi di bottiglie certificate, 8 miliardi di valore, circa 100 mila operatori inseriti nel sistema di controllo.

Nonostante la chiusura dei canali HORECA si sia fatta sentire in tutti i principali mercati, a fine 2020 gli imbottigliamenti totali delle denominazioni certificate da Valoritalia hanno superato di quasi l’1% quelli del 2019.

Conferme arrivano dalle denominazioni Prosecco (Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Asolo Prosecco) che nel 2020 hanno superato la soglia complessiva dei 611 milioni di bottiglie  immesse sul mercato, registrando una crescita del + 3,33% ulteriormente incrementata nei primi 8 mesi del 2021 del 25%.

Bene anche le altre denominazioni di punta che non solo tengono, ma incrementano il trend di crescita. È il caso di Barolo e Brunello cresciuti nel 2020 rispettivamente del 4% e dell’11% e che nel periodo compreso tra gennaio e agosto 2021 hanno realizzato un’ulteriore crescita del 28% e del 53%.

Sono numeri che vanno letti con estrema soddisfazione – ha dichiarato Francesco Liantonio, Presidente Valoritalia – perché testimoniano della bontà del lavoro svolto per far fronte a una crisi senza precedenti. Un risultato positivo, agevolato dalla tempestività con la quale le Istituzioni hanno affrontato l’emergenza. E sostenuto dalla capacità di enti come i nostri e dall’operato dei player dell’intero mondo produttivo di mantenere saldo il timone, pur di fronte a una tempesta di portata mondiale”.

Denis Pantini, Responsabile agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma

Nel corso della serata è stata presentata, altresì, la ricerca effettuata dall’Osservatorio Nomisma-Valoritalia sul valore delle certificazioni e come le stesse impattino sulle scelte dei consumatori. Uno studio che ha visto coinvolte oltre 100 imprese vitivinicole e 1000 consumatori di vino tra i 18 e i 65 anni in due diversi step di indagine, realizzati a distanza di un anno l’uno dall’altro (a settembre 2020 e 2021). 

L’analisi pone in evidenza una crescente attenzione da parte dei consumatori e delle imprese nei confronti delle certificazioni e dei prodotti “sostenibili”. Sempre più importante il valore aggiunto costituito dalle certificazioni, tant’è che 9 aziende su 10 hanno intenzione di adottare almeno una nuova certificazione entro i prossimi 2 anni. 

La ricerca di Nomisma Wine Monitor – ha commentato Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Equalitas – definisce scenari in costante evoluzione, dove concetti come quello della sostenibilità, declinato nelle sue diverse accezioni, offrono importanti impulsi alle trasformazioni dei mercati e alle richieste degli stessi”

“Origine, sostenibilità e attenzione alla salute rappresentano le tre direttrici principali nella scelta di consumo degli italiani in questo “new normal” che coinvolgono necessariamente anche il vino – ha dichiarato Denis Pantini, responsabile agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma. La gran parte delle imprese intervistate ritiene infatti che i vini biologici, sostenibili e a basso contenuto alcolico saranno quelli che guideranno i trend di mercato del prossimo futuro e per intercettare queste opportunità, il ruolo delle certificazioni diventa sempre più importante, in particolare per eliminare quella discrasia esistente nel consumatore tra richiesta di un attributo e acquisto effettivo del vino che lo rappresenta”.

 

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.

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