A pochi minuti in macchina dal cuore di Verona, la bella azienda sul Colle di San Michele oggi racconta il territorio attraverso sei etichette. 22 ettari e produzione in leggera e costante crescita grazie al rinnovato impegno della famiglia Ugolini
La produzione del vino in Veneto ha una storia antica e già il popolo degli Arusnati, in epoca romana e preromana, coltivava la vite: oggi la Valpolicella è una delle mete enoturistiche più affascinanti dell’intero panorama enologico italiano e nel corso degli anni si è distinta per l’affermazione delle uve autoctone che continuano a caratterizzare il territorio come Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara.
Sulle antiche terre dei padri Arusnati crescono le vigne e gli olivi di Tenute Ugolini: una famiglia di viticoltori che ha messo radici in Veneto dal 1679, anno in cui per sfuggire alla peste nera, da Vienna attraversa l’Europa fino a raggiungere la Valpolicella. Quattro secoli di storie d’uva, terra e uomini, narrate oggi dai fratelli Ugolini nei vini che trovano nella valle di Fumane il loro autentico racconto: una valle antica, solcata nella storia da mari, torrenti e piccoli vulcani dove vigne, olivi e ciliegi hanno trovato la loro culla naturale sostenuti da dodici chilometri di muretti a secco, oggi Patrimonio dell’Unesco.
Tenute Ugolini produce, oltre i tre oli da tre diverse particelle (Pozzetto, San Michele, Valle Alta), il Valpolicella Classico “Pozzetto” 2019 (n° 9.800 bottiglie), il Valpolicella Superiore San Michele 2016 (n° 19.800 bottiglie), il Valpolicella Ripasso Monte Solane 2017 (n° 19680 bottiglie), l’Amarone della Valpolicella Valle Alta 2013 (n° 18000 bottiglie) e il Recioto della Valpolicella Valle Lena (n° 3.000 bottiglie).
Nel calice i vini (da agricoltura biologica dal 2016) si presentano equilibrati e con un racconto onesto e di territorio grazie al lavoro in vigna e in cantina dell’enologo Simone Gradizzi (in azienda dal 2019) e se l’Amarone è considerato il vino moderno, il Ripasso la modernità della modernità, il Recioto il vino della tradizione per antonomasia, il Valpolicella è il vino che non è mai mancato sulle tavole delle famiglia del luogo. Per nobilitarlo sempre di più, al Valpolicella Classico (il cui nome è apparso per la prima volta in un documento del 1177 nella sua forma dialettale Val Polesèla), è stato affiancato il Superiore. La valle di Fumane, anima potente e silenziosa di Tenute Ugolini, dà vita a il Pozzetto, l’alter ego della Valpolicella e frutto ancestrale della tradizione più autentica nel cuore dello storico areale di produzione.
Ci troviamo tante uve: Corvina Gentile, Corvina Grossa, Rondinella, Molinara e una parte di altre uve autoctone che in questo straordinario blend danno vita ad un vino che prende il nome dall’unico vigneto di riferimento. Un’azienda che proprio in questo Valpolicella e nelle sue diverse versioni offre un racconto unico, figlio della tradizione e che guarda al futuro del vino della menzione.
Pozzetto è la primigenie della terra: è ciò che la natura offre, l’uva nella sua sostanzialità e freschezza per un degno ritorno alle origini. La bottiglia numero 5.348 anno 2019 che abbiamo degustato si rivela nel calice di un colore rosso rubino con una luce vivace. Al naso profumi fragranti di piccoli frutti rossi, con una leggera speziatura di pepe ma è al gusto che si distingue per la bevibilità e complessità di un frutto croccante e fresco che ben si racconta con un grande equilibrio. Una bella freschezza sul finale e la piacevole trama acida lo rendono accattivante e facile da abbinare.
Nato in Toscana e cresciuto in Sicilia, dove vivo. Ho iniziato a scrivere quasi per caso, poi anche qualche libro sul rapporto tra mafie e chiesa. Promuovo il Turismo Esperienziale in Sicilia e mi occupo di comunicazione digitale. Scrivo di vino, di cibo e delle cose belle che mi circondano
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