L’Aeroporto di Fiumicino ha voluto celebrare l’anniversario dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci , con un cooking show che ha visto due esponenti dell’alta cucina di Fiumicino cimentarsi in una sfida che avesse come elemento principale “l’estro e la genialità”, doti che Leonardo ha espresso al massimo livello nella storia dell’umanità.
Anche in campo culinario Leonardo ebbe l’ardire di cimentarsi anche se non si hanno solo notizie dettagliate e sicure su ciò che cucinava. Questo se si eccettua il Codex Romanoff, molto discusso dagli storici per la sua attendibilità, che sarebbe custodito all’Hermitage di Leningrado ma di cui non si trova il manoscritto originale. Secondo il Codex Romanoff a Firenze il giovane Leonardo sarebbe stato garzone e cuoco alla taverna delle Tre Lumache sul Ponte Vecchio e avrebbe aperto una locanda con quello che sarebbe diventato un altro grande dell’arte, Sandro Botticelli, chiamata Le Tre Rane di Sandro e Leonardo. Qui vi avrebbe anticipato (con scarso successo) la “nouvelle cuisine”, per cercare di “civilizzare” le pietanze servite, riducendo le porzioni e inventando un nuovo modo di disporre il cibo nei piatti. Le ricette elaborate da Leonardo, come molte delle sue invenzioni del resto, sarebbero tuttavia risultate troppo innovative e non avrebbero fatto breccia nel cuore dei commensali…
Così due tra i più noti chef stellati del Lazio, Gianfranco Pascucci e Daniele Usai, si sono cimentati ai fornelli di una cucina creata all’interno dell“Italian Food Street”, nell’area di imbarco E per i voli internazionali. Gli chef hanno preparato e offerto ai viaggiatori piatti che, utilizzando i prodotti enogastronomici laziali, potessero risultare fuori dai tradizionali schemi sia nell’aspetto sia nel connubio di sapori.
Daniele Usai – ristorante il Tino di Fiumicino – ha utilizzato l’Acquarosa, una bevanda che la tradizione attribuisce a Leonardo e realizzata con estratto di acquarosa, zucchero, limone e poco alcool, come parte di un condimento per degli spaghetti al riccio di mare e peperoncino, un piatto di grande spessore quello di Daniele che ha saputo coniugare con maestria elementi così diversi tra loro permettendo prima a note di peperoncino di aprire un varco al mare senza mai essere invadente per poi lasciare spazio nel finale alla rosa.
Gianfranco Pascucci – ristorante Pascucci a Fiumicino – invece ha presentato un piatto di grande effetto visivo dal nome “Mare” dove una “spugna” impreziosita da crostacei, erbe e alga kombu fermentata, non solo ci fa percepire il mare sotto l’aspetto gustativo ma anche sotto quello visivo.
L’evento rientra tra le iniziative culturali che caratterizzano l’esperienza aeroportuale dei passeggeri del Leonardo da Vinci, che negli ultimi anni è diventato l’hub in assoluto più apprezzato dai passeggeri nel mondo occidentale secondo le rilevazioni ufficiali di Airport Council International.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia