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A tavola con Giuliana Cenci e i vini franciacortini dell’azienda La Boscaiola-Vigneti Cenci

Durante un evento enogastronomico estivo organizzato dalle Donne del Vino Liguria presso il ristorante Da O Vittorio a Recco, ho avuto il piacere di incontrare Giuliana Cenci, proprietaria dell’azienda La Boscaiola – Vigneti Cenci, e di assaporare alcuni dei suoi vini in abbinamento ai piatti ideati per l’occasione.

Negli anni Ottanta, Giuliana decise di trasferirsi in Franciacorta, quando i suoi figli erano ancora piccoli, per stare accanto al padre e contribuire alla crescita dell’azienda vinicola, fondata qualche decennio prima proprio da lui, Nelson Cenci, per passione e per gioco. Giuliana ha sempre avuto una grande fiducia nelle potenzialità della Franciacorta e ha dedicato tutta la sua vita allo sviluppo dell’azienda, investendo con convinzione sulla qualità e sul rispetto del territorio. Con il padre, decise di partecipare alla fondazione del Consorzio Franciacorta, che oggi è diventato un punto di riferimento per la produzione di spumanti italiani. Durante la conversazione che aveva come punto di forza suo padre, ho appreso che nel 1940 egli aveva interrotto gli studi alla Facoltà di Medicina per arruolarsi e  fu assegnato al 7° Reggimento Alpini a Belluno. L’entrata in guerra segnò un periodo difficile della sua vita, raccontato nei suoi scritti, in quanto fu uno dei reduci della Campagna di Russia. Mario Rigoni Stern, noto scrittore e sergente maggiore alpino, menziona il sottotenente Cenci nelle prime pagine del suo libro “Il sergente nella neve”. Il 16 gennaio 1943, Nelson fu costretto, insieme ai suoi uomini, a iniziare la drammatica ritirata di Russia, durante la quale il Corpo d’Armata Alpino subì gravi perdite. Dopo dieci giorni di marce forzate e feroci combattimenti, il 26 gennaio, durante la battaglia decisiva di Nikolajewka, il sottotenente Cenci fu tra i primi a lanciarsi nella battaglia, ma rimase gravemente ferito alle gambe, un atto di eroismo che gli valse la medaglia d’argento. Trasportato su una slitta e curato dall’alpino Lancini, continuò la ritirata fino a Karkov, dove fu ricoverato e successivamente rimpatriato. Dopo una lunga riabilitazione, riuscì a riunirsi alla famiglia a Rimini e riprese gli studi di Medicina, con l’intento di restituire ai futuri pazienti le stesse cure che lui aveva ricevuto. La sua appartenenza al mondo degli alpini rimase una parte fondamentale della sua vita e, nonostante gli impegni professionali, non rinunciò mai ai numerosi incontri con i suoi compagni, in particolare con Lancini, l’alpino che lo aveva salvato. Durante uno di questi incontri, scoprì una splendida tenuta agricola a Cologne Bresciano, che decise di acquistare. Da pensionato, insieme alla famiglia, trasformò un antico casolare del Seicento in una elegante residenza di campagna e, ripiantando vitigni di pregio, creò un’azienda agricola che oggi produce vini di altissima qualità. La storia di Nelson Cenci e la sofferenza di questi uomini nella guerra è stata portata sullo schermo dal regista Alessandro Garilli nel film “La Seconda Via” uscito nelle sale nel 2023.

I Vigneti Cenci, situati a Cologne, nel cuore della Franciacorta, si estendono ai piedi del Monte Orfano; è un promontorio di grande valore che dona alle uve un carattere unico e grazie al suo terreno ricco di minerali e l’esposizione ideale a sud, crea un terroir perfetto per la maturazione del Pinot Bianco, vero fiore all’occhiello della cantina. È proprio questo terroir che conferisce ai vini la caratteristica mineralità e il sapore di frutta matura, arricchiti da freschi e fruttati profumi che ne definiscono l’identità.

L’azienda, fedele a una filosofia di produzione incentrata sulla purezza del frutto, utilizza esclusivamente zuccheri endogeni dell’uva  (Metodo SoloUva) in entrambe le fasi di fermentazione. Questa scelta permette di far apprezzare tutta la ricchezza aromatica dei vigneti.

La prima bollicina, in abbinamento a tartare di ricciola, pesca tabacchiera e crumble al rosmarino seguito da ostrica virtuale, è stata Franciacorta Docg Pas Dosé Zero, un blend di Chardonnay (70%) e Pinot Bianco (30%), che si distingue per il suo carattere fresco, per la precisione delle note varietali, per i sentori floreali e soprattutto agrumati. Al palato, si apprezza una vibrante acidità e una piacevole sapidità.

Il vigneto dal quale provengono le uve, è collocato sul pendio del Monte Orfano con un’esposizione sud-ovest e beneficia di un terreno colluviale antico, ricco di ghiaie conglomerate. La vinificazione avviene a temperatura controllata, seguita da una rifermentazione in bottiglia e un affinamento sui lieviti per almeno 36 mesi.

La seconda referenza proposta con la focaccia al formaggio di Recco IGP e successivamente con spaghetti con pomodorini gialli, gamberi di Santa Margherita e olive taggiasche è stata il Senza Bolle. Questo vino bianco, sempre a base di Chardonnay e Pinot Bianco, non viene rifermentato e si distingue per i sentori di fiori bianchi, pesca gialla, una leggera tostatura di nocciola. Dopo una fermentazione a temperatura controllata, il vino affina sui lieviti in acciaio per almeno 12 mesi, segue un affinamento in bottiglia per altri 18. Viene imbottigliato nella champagnotta, con un tappo a corona.

La Capinera Rosè Brut, ottenuto da Pinot Nero 100%, è stato scelto per l’abbinamento con triglia ripiena di panure di pinoli, lime con ikura e zucchine trombetta. Il nome vuole celebrare il piccolo uccello che si posa spesso sulle viti durante la bella stagione. Si apprezza per un perlage finissimo e un colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso, offre delicate e precise note di mora e di altri piccoli frutti rossi succosi. Al palato, si rivela un vino elegante e fresco, ideale per accompagnare un pasto senza mai perdere la sua innata raffinatezza.

Infine, La Via della Seta Satén, un blend di Chardonnay (90%) e Pinot Bianco (10%) ha dialogato con il dessert, una Delizia al Limone. È stato apprezzato per il suo perlage raffinato e il colore giallo oro brillante, i profumi di albicocca, acacia, scorza di limone. In bocca riesce perfettamente a regalare una sensazione serica. Dopo una spremitura soffice, la fermentazione avviene a temperatura controllata, a cui segue un affinamento sui lieviti per almeno 30 mesi.

 

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Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, divento sommelier nel 2013, Degustatore Ufficiale nel 2014 e Miglior sommelier della Liguria 2019. Nel 2016 nasce il mio blog wineloversitaly e dal 2018 sono molto attiva sui Social con il profilo @wineloversitaly. Nel 2021 sono la vincitrice del sondaggio proposto da The Fork nella categoria Wine Influencer. Ideatrice e Curatrice della prima guida Social " I vini del cuore" che uscirà a fine 2021. Collaboro come Social media coach con aziende e partners del mondo del vino. Non smetto mai di studiare: ho superato il Wset level 3 con il massimo dei voti. Comunicare il vino con passione e rispetto è il mio desiderio e il mio impegno.

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