Durante la manifestazione della ViniMilo, oltre a degustazioni, masterclass e tavole rotonde per il vino, si inizia a parlare anche di olio etneo. Ovviamente l’altitudine del territorio di Milo (oltre ottocento metri), non permette la coltivazione di uliveti, ma questo non impedisce di poter parlare di un argomento in auge. Soprattutto quest’anno che il Disciplinare del D. O. P. Monte Etna (Denominazione Origine Protetta dell’olio extra vergine d’oliva <<Monte Etna>>), è stato modificato, apportando alcune variazioni tra cui l’ampliamento dell’area di produzione.
Sempre più turisti iniziano ad avere la curiosità di assaggiare un olio extra vergine d’oliva, ottenuto da una cultivar autoctona, al fine di poterne valutare le caratteristiche per i vari abbinamenti alle varie pietanze.
Abbiamo degustato alcuni oli extra vergine etnei, offerti dai produttori in una serata organizzata da Slow Food.
Il primo olio è ottenuto da Moresca. I profumi sono di mandorla, origano e pomodoro. Delicato all’assaggio con una piccantezza parsimoniosa che alla lunga si fa sentire in maniera più decisa. L’azienda produttrice è di Francesca Tumino e si chiama Sciabacco. Gli uliveti si trovano nel territorio di Mazzarrone (provincia di Catania), ad un’altitudine di 285 metri.
Nocellara dell’Etna e Moresca compongono il secondo olio. Aromi più decisi, con il fruttato che si sente di più. Sentori di pomodoro, carciofo ed erba falciata. Sapore più deciso. Il piccante è presente ed ha una buona corrispondenza gusto – olfattiva. Discreta la persistenza. L’azienda che produce quest’olio è di Salvatore Giuseppe Di Mauro e si chiama Aretusa, con gli uliveti situati nel territorio di Motta Sant’Anastasia.
Il terzo olio è un Nocellara dell’Etna. Si presenta con un fruttato intenso, con profumi di foglia di pomodoro e di carciofo e con leggere speziature e sentori erbacei. L’amaro ed il piccante sono pronunciati. Ha una buona progressione. Solo quest’ultimo (tra i tre oli) è <<Monte Etna>> D. O. P., le olive provengono da uliveti delle zone etnee ad un’altitudine fra i seicento e gli ottocento metri. Viene prodotto dal Frantoio Romano Vincenzo.