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La Costa d’Amalfi del vino – Diario di viaggio Prima tappa – Le Vigne di Raito, «un salotto naturale» – VINODABERE – Esperienze nel mondo del vino, della gastronomia e della ristorazione
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La Costa d’Amalfi del vino – Diario di viaggio Prima tappa – Le Vigne di Raito, «un salotto naturale»

«Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri.»
Vogliamo iniziare con la celebre citazione di Renato Fucini, tratta dal suo libro «Napoli a occhio nudo», la narrazione di un viaggio enoico avvincente, emozionante e a tratti davvero unico. Il riferimento letterario mira non tanto ad evidenziare le indiscusse bellezze naturali di questa porzione di territorio campano, quanto a rievocare quella sensazione di meraviglia abbinata a stupore che abbiamo ritrovato nel nostro percorso in ogni incontro, assaggio e racconto.
Il viaggio parte da Raito, una frazione di Vietri sul mare con solo due piccole strade, famosa per le caratteristiche «scale» che diventano il mezzo più agevole per girare per il paese.

Terra baciata dal sole questa, come rivela, tra l’altro, l’origine latina del nome «ragitus».

Patrizia Malanga

Ad attenderci Patrizia Malanga nella sua piccola e dinamica azienda condotta in regime biologico, Le Vigne di Raito. Un vero e proprio salotto naturale con una vista mozzafiato, immerso in una vegetazione tipicamente mediterranea, caratterizzata dalla presenza di vigneti, limoneti, olivi secolari, alberi da frutta e da un piccolo bosco.

Tutto ha inizio intorno agli anni 2000, racconta Patrizia, quando insieme al marito Stelio Oricchio, medico dentista, decidono di acquistare una nuova proprietà per coronare un vero e proprio sogno familiare e si imbattono in questa parte di territorio costiero. Fu amore a prima vista. Risistemata con minuzia l’intera tenuta, decidono di impiantare un primo vigneto, ripristinando quella che era stata da sempre la vocazione del luogo.

Qui, infatti, si produceva uva da vino già in un lontano passato, prima ancora che il territorio diffondesse la cultura dei limoni, come testimoniato, tra l’altro, dall’antico nome del posto in cui ci troviamo: ” San Vito al Torcie” ( dal latino “torculum” torchio).

Vitigno Piedirosso

La scelta ricadde su uve a bacca rossa. Scelta ardua, considerata ovviamente la posizione geografica ed un mercato sicuramente più recettizio ai vini bianchi, ma l’idea fu fin da subito quella di puntare sulle uve tra le più rappresentative della Campania e così si predilesse l’Aglianico ed il Piedirosso, attualmente rappresentati rispettivamente nella misura del 60 e 40 per cento dell’area vitata (circa un 1,7 ettari dei 2,5 ettari aziendali totali), ricadenti nell’area D.O.C. Costa d’Amalfi.

Allevamento a pergola

Le viti, allevate a spalliera e a pergola su piccoli terrazzamenti tipici della zona con forti pendenze, insistono su terreni sciolti, sabbiosi con una forte componente vulcanica che, probabilmente, deriva non dall’eruzione del Vesuvio, quanto da quella dei Campi Flegrei, che divengono più compatti nella parte centrale in cui convergono i due versanti.

Ma la vera peculiarità, comune a tutta la costa d’Amalfi, è che qui la viticultura ha uno sviluppo «verticale», ovvero si estende sulla roccia calcarea di cui è composta la montagna, quasi a voler strappare alla natura una porzione di terra.

Muro a secco

Ciò che se ne ottiene sono dei veri e propri «giardini pensili» delimitati dalle c.d. «macere» ovvero muri realizzati, con la tecnica «a secco» senza uso di cemento, al fine di contenere il terreno che costituisce l’area coltivabile della terrazza, nel gergo definito «chiazza» (la piazza in napoletano). Man mano che si sale, lo strato di terreno diminuisce sempre di più.

La prima vendemmia risale al 2007. Si produce un solo vino il «Ragis», nome scelto considerando la storiografia locale ottocentesca che identifica nel termine Ragis, un guerriero goto-longobardo da cui deriverebbe, secondo un’ulteriore leggenda, il nome di Raito.

Il primo vino è commercializzato come IGT, non avendo l’azienda fino al 2015, una propria cantina in zona DOC, poi realizzata all’interno della stessa tenuta. Nel 2011 nasce anche il secondo vino, il Vitamenia rosato.

Bosco presente nella tenuta

Patrizia, con una profonda convinzione nell’agricoltura biologica e sostenibile (l’azienda è certificata in biologico dal 2008 e da sempre plastic free) non ara il terreno per preservarne la fauna microbiologica e la fertilità dello stesso, ricorre alla pratica del sovescio ad anni alterni selezionando le porzioni di vigna su cui intervenire (quella più arida e più rocciosa).
In cantina arrivano sole uve provenienti dai vigneti aziendali (molto basse le rese per ettaro), rigorosamente lavorate a mano. Tutti i singoli processi di lavorazione sono manuali e non potrebbe essere diversamente considerata la posizione in cui ci troviamo. Per i rossi si utilizzano esclusivamente lieviti indigeni.

Il risultato di tale cura ed attenzione? Una limitata produzione di bottiglie rivolte per lo più al mercato estero – Stati Uniti in particolare – ed all’alta ristorazione costiera a cui si abbina, di recente, l’offerta di un wine tour experience per tutti gli amanti del bello e del buono.

Batteria di degustazione

Ma veniamo ai protagonisti di tanto lavoro, le etichette aziendali degustate in una cornice paesaggistica davvero emozionante.
Queste le nostre impressioni gustative.

Vitamenia rosato Doc Costa d’Amalfi 2019

Ottenuto da uve Aglianico e Piedirosso, separando velocemente il mosto dalle bucce, è fermentato in vasi di acciaio con aggiunta di lieviti selezionati e poi trasferito in tonneaux da 500 litri di rovere francese di 3° passaggio nei quali spontaneamente avviene la fermentazione malolattica. Il vino affina 6 mesi in tonneaux ed in bottiglia ulteriormente per circa 2 mesi.
Seducente nel colore ed affascinante al naso con evidenti sentori di macchia mediterranea, frutti rossi e percezioni agrumate. Il sorso è di piacevole freschezza, con una dinamica progressione acido-sapida che conduce ad un lungo finale su richiami fruttati. Rappresentativo.

Miniverticale di Ragis 2019 – 2016 – 2013
Il Ragis è ottenuto da uve Aglianico e Piedirosso fermentato senza aggiunta di lieviti selezionati ed affinato per 12 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 litri e per ulteriori 12 mesi in bottiglia.

Ragis rosso Doc Costa d’Amalfi 2019

Ragis rosso Doc Costa d’Amalfi 2019
Appena imbottigliato ed ancora non etichettato. Lasciamo un pò aprire il calice per scoprire un vero e proprio vino dalle grandi potenzialità espressive. Frutti rossi croccanti in evidenza, accenni di erbe aromatiche con lievi sentori balsamici. In bocca sorprende per la trama tannica già perfettamente integrata ad un’imponente struttura. Davvero lungo il finale su note sapide. Promettente.

Ragis rosso Doc Costa d’Amalfi 2016

Ragis rosso Doc Costa d’Amalfi 2016
Domina l’espressione dell’Aglianico in questo assaggio, evidenziando una componente olfattiva fruttata, poi macchia mediterranea, sentori di liquirizia ed accenni speziati. In bocca è pieno ma piacevolmente equilibrato. Anche in questo caso i tannini risultano in perfetta armonia e rendono il sorso particolarmente invitante. Quasi non si ha percezione della gradazione alcolica (13,5%).

Ragis rosso IGP 2013

Ragis rosso IGP 2013
Naso che evidenzia frutta rossa più matura, più more che ciliegie, contornata da spezie dolci ed erbe aromatiche. In bocca è morbido, pieno, con evidenti richiami fruttati e con una freschezza un po’ in secondo piano.

Patrizia Malanga con la figlia Alessia

Le Vigne di Raito di Patrizia Malanga

Azienda Agricola Biologica

Via San Vito, 9 84019 Raito – Vietri sul Mare, SA

Tel: +39 328 865 1452

info@levignediraito.com

 

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