Non solo rossi per l’areale di Montefalco. L’anteprima dell’annata 2015 del Sagrantino appena conclusa, fa accomodare nel salotto dei grandi vini di territorio anche un bianco ottenuto da un autoctono dalle pregevoli e versatili capacità espressive: il Trebbiano Spoletino.
Una varietà che ha conosciuto una decisa riscoperta solo negli ultimi anni, appartenente al territorio compreso tra Spoleto e Montefalco e che si connota marcatamente per la sua capacità di lasciarsi «plasmare» secondo i diversi stili di produzione. Macerazione pellicolare, fermentazione in legno, affinamento in acciaio o in legni di varie dimensioni, rappresentano senz’altro interpretazioni stilistiche diverse, ma egualmente capaci di regalare nel calice vini interessanti ed emozionanti.
Un vitigno dalle origini ancora incerte – il territorio di Spoleto non sarebbe il suo luogo di nascita, ma solamente la terra d’elezione – storicamente allevato con il sistema della vite maritata, degno di nota anche per la capacità di accumulare lentamente lo zucchero nella polpa e, pertanto, in grado di esprimere un’acidità veemente capace di sorreggere i vini nel tempo.
Un’uva ed un vino che si candidano, quindi, a rappresentare una nuova frontiera per l’areale di Montefalco, come ha anche ricordato il Presidente del Consorzio, Filippo Antonelli, affiancandosi ai più blasonati Sagrantino e Rosso di Montefalco.
Abbiamo assaggiato diverse interpretazioni in tre diverse annate di questo «poliedrico» Trebbiano di Spoleto (annate 2013, 2016 e 2017). Queste le nostre migliori impressioni.
Adarmando 2013 Bianco Umbria IGT – Tabarrini. Solo acciaio per questo Trebbiano spoletino che si concede all’olfatto in tutta la sua complessità. Erbe aromatiche, frutta gialla richiami agrumati e piacevoli nuance di idocarburi. Pieno e con gran carattere al gusto con sapidità in evidenza e ancora vibrante spalla acida. Davvero lunghissimo il finale.
Del Posto 2016 Trebbiano Spoletino DOC – Perticaia. Affinato 12 mesi sulle fecce fini in acciaio. Fiori gialli, frutta esotica, accenni di erbe aromatiche. In bocca è ampio, avvolgente, gustoso, con freschezza e sapidità in evidenza che conducono ad un lungo finale.
Le Tese 2016 Bianco Umbria IGT – Romanelli. Fermentato con le proprie bucce per 40/50 giorni, affinato 8 mesi in acciaio sulle proprie fecce e almeno sei mesi in bottiglia, si concede in una veste dorata tipica dei vini da macerazione. Intensi richiami agrumati, poi frutta a polpa gialla, accenni floreali e foglie da tè. Grande consistenza al gusto con richiami di erbe aromatiche e note agrumate. Finale lungo.
Anteprima Tonda 2016 Trebbiano Spoletino DOC – Antonelli. Fermentazione spontanea, macerazione sulle bucce e affinamento in contenitori di terracotta e ceramica. Dorato e dagli intensi e persistenti profumi fruttati, floreali e accenni speziati, contornati da una piacevole mineralità salmastra. In bocca denota un buon corpo, caratterizzato da un sorso sapido e da una notevole spalla acida. Allungo finale su note di erbe aromatiche.
Arnèto 2016 Umbria IGT – Tenuta Bellafonte. Macerazione prefermentativa a freddo sulle bucce di acini interi e fermentazione in botti di rovere con lieviti autoctoni per questa piacevole interpretazione di spoletino con un naso che evidenzia note di mela, bergamotto, erbe officinali e sentori minerali. Sorso armonico e rispondente con freschezza e sapidità che si rincorrono regalando un finale davvero lungo.
Cantaluce 2017 Umbria IGT – ColSanto. Fermentato ed affinato in legno questo Trebbiano Spoletino sorprende per la sua complessità, eleganza e scorrevolezza. Pietra focaia, frutta gialla, richiami floreali e sbuffi minerali. Sorso appagante connotato da vibrante freschezza e marcata sapidità. Chiude su note agrumate per un finale di buona persistenza .
Trebbiano Spoletino DOC 2017 Benedetti&Grigi. Fermentato in tini di acciaio a temperatura controllata dopo che il mosto è rimasto a contatto con le sue bucce per 12 ore. Al naso sentori di di mela verde, frutta tropicale, erbe aromatiche e decisi toni minerali. Il sorso dai netti richiami agrumati evidenzia marcata sapidità ed intensa freschezza, conducendo ad un finale di buona persistenza.
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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