La Cantina Produttori Bolzano trova le sue origini nel lontano 1908 , quando 30 viticoltori fondarono una cooperativa vinicola nella zona di Gries con l’obiettivo di produrre e commercializzare il Lagrein nelle sue due varianti: Kretzer e Dunkel.
Successivamente, nel 1930, 18 viticoltori di St. Magdalena fondarono anch’essi una cooperativa vinicola con un fine simile a quella precedentemente menzionata, ma con un vitigno diverso.
Le due cooperative operarono distintamente fino al 1944 – 1945, quando decisero di produrre insieme un vino nei locali di quest’ultima.
Nel 2001 il passo più importante nella storia delle due cantine: la fusione in quella che oggi si chiama Cantina Produttori Bolzano.
Però soltanto nel 2015 iniziò il percorso di unificazione delle sedi produttive che culminò nell’ottobre del 2016 con la posa della prima pietra della nuova cantina nel quartiere di San Maurizio alle porte della città di Bolzano.
Oggi i soci sono 224 con ben 350 ettari vitati.
In concomitanza con il Merano Wine Festival 2025 la Cantina Bolzano ha presentato la nuova annata dei suoi 2 vini più rappresentativi il TAL Bianco e il Tal Rosso, proponendo una piccola verticale di tre annate per entrambe le tipologie di vino.
Iniziamo col fornire qualche notizia su questo vino il cui nome, oltre a essere la traduzione della parola “valle” in lingua tedesca, vuole essere l’unione delle iniziali delle 3 parole chiave che rappresentano la filosofia con cui è nato questo progetto vinicolo: Tradizione – Autenticità – Longevità.
Una produzione limitata appena 3.000 bottiglie e 100 magnum per ogni annata per la versione in rosso e 1.900 bottiglie e 60 magnum per la versione in bianco.
Il TAL 1930 Bianco vuole riportare alla memoria gli albori della Cantina Santa Maddalena, nata proprio nel 1930, e risulta essere un blend di uve Chardonnay, Sauvignon e Pinot Grigio le cui percentuali variano a seconda dell’annata.
Mentre il TAL 1908 Rosso, che vuole evidenziare la data di fondazione della Cantina Gries, è un blend di uve Lagrein, Cabernet Sauvignon e Merlot anch’esse con percentuali variabili a seconda dell’annata.
TAL è un progetto a cui l’enologo della cantina, Stephan Filippi, tiene in modo particolare, utilizzando, a tal proposito, le migliori uve provenienti dai vigneti più vocati, situati a Leitach, Renon per il TAL Bianco e a Gries, San Maurizio per il TAL Rosso.
Ma parliamo dei 6 vini che abbiamo avuto modo di assaggiare alla presenza dell’enologo Stephan Filippi e del responsabile commerciale della cantina Daniele Galler per offrirvi le nostre considerazioni.
Iniziamo con il TAL 1930 Bianco. Si è iniziato con il 2020 (70% Chardonnay, 20% Sauvignon, 10% Pinot Grigio), che, nonostante scaturisca da un’annata calda, risulta essere un vino elegante, fresco e sapido, ben sorretto dal Sauvignon, le cui vigne sono ubicate a 700 metri di altitudine e che è l’unico dei tre vitigni a non svolge la malolattica in legno. Termina con un finale agrumato molto intrigante.
Passiamo al 2021 (80% Chardonnay, 10% Sauvignon, 10% Pinot Grigio), nato da un’annata fresca e lineare, risulta caratterizzato da note minerali ben accompagnate da una sapidità marcata e freschezza forse ancora troppo irruenta e non perfettamente integrata con gli altri elementi, ma aspettiamo a darne un giudizio definitivo.
Terminiamo con il 2022 (85% Chardonnay, 10% Sauvignon, 5% Pinot Grigio), dove si è deciso di rendere il vitigno Chardonnay protagonista. Pur in un’annata risultata calda in Alto Adige, il vino risulta più equilibrato rispetto alla 2021, con note sapide e minerali ben sorrette da una freschezza che potremmo definire inebriante, per poi terminare su accenni agrumati molto persistenti.
C’é da notare che la riduzione del Sauvignon nel blend è voluta dall’azienda per non marcare eccessivamente il vino durante l’assemblaggio.
Passiamo alle tre annate di TAL Rosso 1909 che ci sono state proposte, iniziamo dall’ultima in commercio la 2022 (85% Lagrein, 10% Cabernet Sauvignon, 5% Merlot), si è scelto di virare sulle uve di Lagrein come vitigno predominante dell’assemblaggio e tale scelta sembra essere vincente, il vino si presenta con un tannino non eccessivamente marcato, che permette di esprimere la sua eleganza e profondità.
La 2021 (83% Lagrein, 12% Cabernet Sauvignon, 5% Merlot) è incentrata su profumi speziati e frutta sottobosco, con un tannino che non ha ancora trovato la sua vera identità, risultando per certi versi un’elemento estraneo al contesto in cui si trova.
Terminiamo con il 2020 (80% Lagrein, 17% Cabernet Sauvignon, 3% Merlot). In questo caso gli anni di affinamento sono l’elemento vincente, il vino è caratterizzato da un tannino ancora molto vivace, ma che ha trovato il suo spazio e che rende piacevole il sorso.
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