Nel panorama degli eventi enologici italiani, B.E.V.I. – Borgo Eccellenze Vinicole Italiane si è imposto come una delle novità più interessanti del 2025.
Oltre cento cantine selezionate in degustazione, masterclass d’autore e una partecipazione corale hanno reso il borgo toscano protagonista di un fine settimana dedicato alle migliori espressioni del Paese.
Tra i momenti più attesi, la masterclass “Le Tre B – Barolo, Brunello e Barbaresco”, ha rappresentato il cuore tecnico dell’evento.
Nove etichette di riferimento:
Brunello di Montalcino Le Potazzine 2020
Annata di eleganza e immediatezza, caratterizzata da una maturazione fenolica completa.
I vigneti, tra i 400 e 500 metri di altitudine, godono di esposizioni sud-ovest (che garantisce pienezza del frutto) e sud-est (che porta finezza ed equilibrio).
Nel calice, carminio vibrante e compatto, indice di maturità ottimale.
Il profilo olfattivo è nitido e progressivo, con un’apertura floreale di lavanda, violetta, primula e rosa, seguita da una frutta rossa precisa tra melograno, susina selvatica fino a ricordi più dolci di caramella alla fragola. Le note aromatiche si intrecciano a timo, rosmarino, cenni balsamici di alloro ed eucalipto e un vegetale elegante di gambo di rosa, mentre un sottofondo più scuro richiama carrube, rabarbaro e una lieve traccia di incenso, con un accenno di cuoio e tabacco dolce in chiusura.
Il sorso privilegia la finezza più che la potenza: l’ingresso è morbido e lineare, sorretto da un’acidità fresca e agrumata che richiama l’arancia sanguinella. La trama tannica è fine, centrale, fruttata, perfettamente integrata e mai incisiva, mentre la progressione resta salda e saporita, distendendosi su richiami di erbe mediterranee e un tocco di bitter. Ne nasce un Brunello di ritmo e precisione, in cui forza e grazia convivono con naturale equilibrio, già armonico oggi, ma destinato a evolvere verso una tessitura più setosa con il tempo.
Brunello di Montalcino Nicco Capanna 2019
Annata magistrale, di luce e di sole, capace di coniugare forza e finezza in un equilibrio perfetto.
Nel calice si presenta con un carminio vibrante, intenso e compatto, che anticipa la ricchezza materica del vino.
Il profilo olfattivo apre su un incipit officinale di lavanda e fiori di rosmarino, cui segue una scia balsamica elegante su note di alloro e canfora.
L’evoluzione porta verso un registro floreale complesso, di pot-pourri, quindi una progressione agrumata e amaricante con arancia amara, tamarindo, scorza essiccata e un tocco finale bitter, che conferisce profondità e tensione.
Il sorso è ricco, pieno e coerente, sostenuto da una vibrante acidità agrumata che richiama la scorza d’arancia e dona verticalità.
La trama tannica, finemente salata e integrata, accompagna il vino in una progressione ritmata, che si distende su lunghe note officinali di erbe aromatiche.
La sapidità accesa allunga il sorso e lo rende incisivo, mentre il finale rivela una raffinata armonia tra forza espressiva e piacevolezza di beva.
Un Brunello solare e vibrante, in cui la pienezza dell’annata incontra la misura di uno stile definito e impeccabile.
Brunello di Montalcino Riserva Fuligni 2019
Sempre 2019, annata che ha regalato al calice una rara potenza ed eleganza, unita alla firma di Fuligni – sinonimo di tradizione, pulizia e rigore stilistico – che ancora una volta non delude le aspettative,ma, anzi, le conferma con una precisione disarmante.
Nel calice si presenta rubino pieno, che sfuma con finezza verso il granato, denso e materico nella consistenza visiva. Il naso si apre su note di frutta croccante, con echi di lampone che si fondono a una materia più compatta di polpa di caco. Seguono tocchi officinali di rosmarino, che lasciano spazio a un’elegante espressione floreale, su ricordi di rosa e peonia. La progressione olfattiva si chiude su una scia balsamica di alloro, incenso selvatico e nepitella, in un insieme armonico e profondo.
Il sorso è teso, vibrante, freschissimo, sorretto da una sapidità viva che vira verso il saporito, con richiami di fior di cappero. Il tannino è centrale, finissimo e polveroso, levigato ma strutturante, con note di noce moscata e richiami armonici di lampone nel retrogusto.
La chiusura è lunghissima, su ricordi di carrube, a sigillare un vino che incarna in pieno la potenza e l’eleganza di un’annata scolpita dalla mano magistrale di Fuligni.
Barbaresco Riserva Sottimano 2016
Blend ottenuto dalle vigne più vecchie dell’azienda, il Barbaresco Riserva Sottimano 2016 è un vino di struttura e profondità, che coniuga forza e precisione.
Nel calice si presenta con un carminio vibrante, luminoso e compatto, preludio di un’evoluzione elegante.
L’esordio olfattivo è balsamico, dominato da alloro e incenso selvatico, seguiti da un ventaglio di erbe aromatiche — rosmarino e timo — e da un sottofondo terroso di sottobosco e foglie di tabacco umide.
Il profilo si arricchisce con cenni di cioccolato alla menta (after eight), che conferiscono al bouquet una freschezza raffinata e una complessità intrigante.
Al palato svela energia con un attacco succoso e fruttato che evolve da frutti rossi polposi verso l’anguria matura e un tocco sapido di fior di cappero.
L’acidità viva imprime ritmo, mentre il tannino, ancora scalpitante ma ben integrato, mostra ruvidezza controllata e un carattere salino e centrale.
La chiusura è lunga e persistente, con una sfumatura empireumatica di nocciola tostata che aggiunge profondità e armonia al finale.
Un Barbaresco vibrante e dinamico, che unisce energia e precisione, struttura e grazia, raccontando con autenticità la vitalità del 2016 e la mano sicura di Sottimano.
Barbaresco Riserva Gaiun Martinenga 2019 – Marchesi di Grésy
Il Barbaresco Martinenga è un vino di rara armonia, frutto di un cru storico che si distingue per equilibrio e finezza.
Nel calice si presenta rubino acceso e brillante, luminoso e compatto.
Il profilo olfattivo è sottile ed elegante, con note di fragolina di bosco, una florealità fine di peonia e lavanda, e cenni piccanti di zenzero fresco.
Seguono sfumature balsamiche di eucalipto, che virano verso erbe aromatiche di timo limonato, fino a un finale succoso e appagante di ciliegia in gelée.
L’impatto gustativo è fresco, pieno e profondo, di grande matericità e coesione.
La trama tannica è fine e cesellata, ben bilanciata da una sapidità decisa che imprime ritmo e lunghezza al sorso.
La chiusura è armoniosa e persistente, su note di nocciola e carrube, che ne ampliano la complessità gustativa e ne siglano la cifra stilistica.
Un Barbaresco di equilibrio e verticalità, espressione autentica del cru Martinenga, dove eleganza, tensione e precisione aromatica si fondono in un profilo di straordinaria finezza.
Barbaresco Riserva Roncaglie 2015 – Socrè
Dai tre ettari di vigneti storici che circondano la Cascina Socrè, nel cuore della sottozona Roncaglie di Barbaresco, nasce un vino di grande integrità territoriale e solidità stilistica.
I vigneti, situati tra 250 e 290 metri di altitudine, si estendono su declivi di media e forte pendenza, con esposizioni comprese tra sud e ovest, condizioni ideali per coniugare maturità fenolica e tensione acida.
L’annata 2015, segnata da calore e forza, ha trovato equilibrio grazie a un settembre favorevole, che ha evitato stress idrico e regalato un frutto pieno e vibrante.
Nel calice si presenta con un carminio acceso dai riflessi granato, luminoso e coerente con la sua evoluzione.
L’incipit olfattivo è balsamico e profondo, con note di alloro, incenso selvatico e radice di liquirizia, seguite da ciliegia succosa e pepe rosa, che raccontano il calore e la generosità dell’annata.
Accenni di erbe aromatiche, tra cui rosmarino e macchia mediterranea, completano un bouquet di grande coerenza.
Il sorso si posiziona centrale e pieno al palato, mostrando un connubio magistrale tra acidità e tannino: l’acidità agrumata, succosa e abbondante, conferisce fluidità e slancio, mentre il tannino, saldo ma fine, accompagna la progressione verso un finale sapido e disteso.
La chiusura è lunga e armoniosa, su note di bitter ed erbe aromatiche, con un ritorno elegante di macchia mediterranea.
Un Barbaresco di carattere e compostezza, in cui potenza ed equilibrio si incontrano con misura.
L’interpretazione di Socrè trasmette autenticità e precisione, in un vino che racconta con naturalezza la forza e la classicità del territorio.
Barolo 2021 – Comm. G.B. Burlotto
Prodotto nel comune di Verduno, sinonimo di eleganza e finezza nel panorama del Barolo, questa 2021 porta la firma inconfondibile di Burlotto, emblema di pulizia stilistica e rigore interpretativo.
Un’annata magistrale, capace di coniugare precisione, equilibrio e profondità.
Nel calice si presenta rubino vibrante e luminoso, di splendida trasparenza, con movimento fluido e coerente consistenza.
L’incipit olfattivo è sottile e cesellato, con note di visciole mature, rosa canina e incenso selvatico, seguite da accenni di sottobosco e bacca fresca di ginepro.
Si sviluppano poi sfumature di mirto, pasta d’oliva e tracce iodate in chiusura.
Al palato ritorna la ciliegia selvatica, coerente con l’espressione fruttata del naso, sostenuta da un tannino fruttato, fine e perfettamente integrato nella spalla acida.
Il sorso è succoso e scorrevole, di grande equilibrio, con richiami di lavanda, radice di liquirizia e una delicata nota salmastra che accompagna una chiusura lunga, salina e saporita.
Un Barolo armonico e raffinato, che esprime con limpida coerenza la classicità di Verduno: un vino che parla sottovoce, ma con una profondità capace di lasciare un’impronta indelebile per precisione e grazia.
Barolo Mosconi 2021 – Gianni Gagliardo
Una combinazione di parcelle che dona complessità, eleganza e un profilo capace di mostrarsi armonico già in gioventù, pur mantenendo un notevole potenziale evolutivo.
Nel calice si presenta rubino vibrante con riflessi granato, limpido e luminoso, di splendida trasparenza.
Il naso si apre su note iodate e salmastre, seguite da melograno, alloro, rosmarino, mirto e macchia mediterranea.
Emergono poi tracce balsamiche di resina e alloro essiccato, che conferiscono verticalità e compostezza al profilo aromatico.
All’assaggio il vino è scorrevole e raffinato, con un ingresso sottile che si distende su una trama tannica fine e precisa, perfettamente integrata nella struttura.
L’acidità agrumata, nitida e dinamica, accompagna il sorso e ne amplifica la sensazione di scorrevolezza, donando ritmo e lunghezza.
La chiusura è sapida e armoniosa, con note di carrube e polvere di caffè che ne siglano l’identità territoriale e la profondità gustativa.
Un Barolo elegante e misurato, che si esprime con una compostezza raffinata e una grazia naturale.
Una vinificazione attenta e rispettosa ne esalta la tensione e la trasparenza, offrendo un’espressione di Nebbiolo di limpida autenticità e precisione.
Barolo Le Vigne 2015 – Luciano Sandrone
Un Barolo che unisce ricchezza polifenolica, struttura e profondità, esprimendo con coerenza la potenza e la pienezza dell’annata calda del 2015.
Nel calice si presenta con un carminio vibrante dalle sfumature granate, denso e luminoso, segno di concentrazione e maturità.
L’olfatto si apre con cenni di lavanda essiccata e tabacco biondo, cui seguono note balsamiche di incenso selvatico e menta secca.
Il registro aromatico evolve verso una speziatura calda e terrosa, dove cardamomo, noce moscata e curcuma delineano una trama complessa e avvolgente, memoria olfattiva di un’annata solare.
Al palato l’ingresso è pieno e salato, di grande impatto e coerenza.
La trama tannica, fitta e polverosa, sostiene con decisione il corpo, amplificando la profondità gustativa e la sensazione di materia.
Il sorso si distende con eleganza su un finale pieno e materico, lungo e coerente, in cui tornano note di terra e spezie dolci, arricchite da un ritorno minerale che dona slancio e verticalità.
Un Barolo di potenza controllata, in cui la ricchezza del 2015 trova perfetto equilibrio nella disciplina stilistica di Sandrone.
Un vino che parla di energia e compostezza, capace di evolvere con grazia e longevità, mantenendo intatta la sua impronta territoriale e identitaria.
La masterclass “Le Tre B” ha rappresentato il punto più alto di un evento che ha saputo unire tecnica, visione e cultura del vino. Un dialogo tra territori, stili e generazioni che ha ribadito come il futuro del vino passi sempre dalla sua autenticità: quella che nasce dal lavoro in vigna e dalla capacità di chi lo interpreta di restituirne l’anima nel calice.
Nel corso del weekend, B.E.V.I. ha messo in scena un programma ricchissimo: dalla conferenza inaugurale nel Palazzo delle Laudi, con il saluto delle istituzioni, alle esibizioni degli Sbandieratori e della Società Balestrieri, che hanno dato al borgo un respiro cerimoniale e identitario.
L’ex Chiesa di Santa Chiara ha ospitato la prima masterclass “Vini del cuore – Sommelier AIS”, trasformata in un racconto intimo e coinvolgente grazie alle testimonianze degli otto sommelier partecipanti che hanno raccontato ognuno un vino del cuore.
Il sabato sera, il Chiostro di San Francesco è diventato teatro del B.E.V.I. Cocktail Party, seguito dall’after party “B.E.V.I. coi Citti”, mentre la domenica l’evento si è spostato al Borgo Palace Hotel con un susseguirsi di appuntamenti: dalla masterclass di apertura “Le Tre B – Barolo, Brunello e Barbaresco”, al Grand Tasting con oltre cento produttori, il pairing dedicato ai Sigari Tornabuoni, fino alla masterclass di chiusura “I Grandi Vini Supertuscan”, che ha celebrato la Toscana con una batteria di nove etichette iconiche (Vigorello 2008, Galatrona 2011, Sassicaia 2011, I Sodi di San Niccolò 2018, Tignanello 2021, Cepparello 2021, Oreno 2021, Guado al Tasso 2022 e Solengo 2023).
Un percorso dinamico e partecipativo, in cui degustazioni, incontri, cucina stellata (con il contributo del ristorante Pipero Roma, che ha portato la sua celebre carbonara) e cultura hanno dialogato in modo naturale, restituendo l’immagine di un evento pensato per essere vissuto con intensità.
Con B.E.V.I., Sansepolcro ha dimostrato che il vino può essere anche linguaggio di comunità, strumento di racconto e veicolo di cultura.
Laureata in Cultura e Stilismo della Moda e sommelier AIS, da sempre ha fatto della scrittura il modo più naturale per descrivere le sue emozioni. Con i piedi ben piantati in vigna e lo sguardo sempre curioso, vive il mondo con eccentricità gentile, cercando in ogni dettaglio quella scintilla capace di trasformarsi in racconto. Per lei, un calice è come un libro, che legge e racconta con umiltà. Scrive come cammina tra i filari: con rispetto, meraviglia e una sana dose di autenticità. Le sue parole non vogliono spiegare, ma far emozionare e magari, per un attimo, far tornare chi legge a sentirsi a casa.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia




